ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (183)
Auguri fumettosi...
In questo periodo tutti ci scambiamo gli AUGURI, ma spesso sono solo una "consuetudine"...
Cioè, non sempre chi fa gli Auguri lo fa pensando a quello che dice, li
fa perché si usa e... basta. Beh, io vorrei che una volta tanto questi
Auguri siano sinceri, pensati per far capire che si vuole augurare un
buon sereno Natale e l'inizio di un nuovo anno, che ci si augura,
migliore di quelli passati... Lo so, tutti gli anni è la stessa cosa: ci
si illude che le cose vadano meglio, ma poi alla fine ci sono ancora
guerre, attentati e molta, moltissima, troppa cattiveria! Una volta
tanto facciamo tutti in modo che questi Auguri lo siamo per davvero! Da
parte mia li metto qui, disegnati (usando alcuni personaggi miei ed
altri che ho disegnato io ma che i "proprietari" sono altri...) Beh, mi
auguro che li gradiate e che il vostro ed il nostro futuro sia migliore.
Con la buona volontà lo sarà davvero! Parola di...
Per recarsi presso le mie pagine su Facebook, basta cliccare sull'apposita colonnina qui a fianco. Vi aspetto!
(183 - Segue)
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (182)
Tu ci sei su Facebook?
Una volta, quando si conosceva una persona, spesso gli si chiedeva l'indirizzo di casa. Poi, con l'andare del tempo, si chiedeva il numero di telefono. Quindi, passando altro tempo, si chiedeva l'indirizzo e-mail. Ma, dopo altro tempo ancora, si chiedeva il numero di cellulare. E poi, si chiedeva se avesse una sua iscrizione su "ICQ" e, in caso affermativo, qual era il nickname usato. Alcuni usavano delle "Chat" particolari che consigliavano agli amici (io, ad esempio, ho sui miei siti molte Chat , o meglio "PeroChat", con le quali è possibile fare delle chiacchierate senza "intrusioni" di sconosciuti). E, un po' più tardi, il nickname su Messenger. Ma poco dopo, quello su Skype. Ovviamente si chiedeva anche se la persona conosciuta avesse un suo sito. e di conseguenza, quale fosse l'indirizzo. Poi se avesse un suo Blog. (io ad esempio ho addirittura quattro Blog... ma sono due quelli che seguo di più: http://blog.mrwebmaster.it/perogatt e http://www.peroblog.splinder.com). Per un certo periodo si chiedeva quale fossero i reciproci indirizzi su "MySpace". Ma, in questi ultimi tempi, la domanda d'obbligo è: "Tu ci sei su Facebook?" Cioè, si mette per scontato che chiunque abbia il suo spazio (gratuito!) su Facebook,
il fenomeno mondiale del momento dove... ehm... chi non si è
iscritto, non è nessuno... Di conseguenza tutti si iscrivono, un
po' per non rimanerne al di fuori e un po' per curiosità. I primi
tempi ognuno si trova quasi perso... eppure è un sito dove tutto è già
pronto, non occorre essere dei "geni informatici" per capirne il funzionamento, e penso che sia stato proprio per questo il fatto che Facebook
abbia avuto tanto successo in tutto il mondo! Da lì, poi, ci sono
quelli che ci dedicano moltissimo tempo e continuano ad inviare proposte
su tutto e su tutti, su vari generi: cose molto serie e cose molto
buffe... E poi, ci si scambia le proprie foto e si fanno molti commenti.
Ma la cosa a mio avviso più divertente, è che sono in moltissimi quelli
che, in questo modo, riescono a rintracciare amici con i quali avevano
giocato da piccoli e ci si riunisce "virtualmente" tutti
assieme, e ciascuno scopre come sono cambiati "gli altri" i quali a sua
volta scoprono come siamo cambiati noi... Si cercano anche amici dei
quali non si era saputo più nulla e molto spesso si riesce a
rintracciarli, magari si scopre che ora abitano in altre città, anzi in
altri Stati o Continenti. Dal "profilo" di
ciascuno si scopre anche la data di nascita e di conseguenza si riesce a
fare gli auguri di buon compleanno (facendoci anche una bella
figura...). Insomma, si è diventati un grandissimo gruppo di "amici"
che non si vedevano da moltissimo tempo e si scopre a volte che magari
uno nel frattempo è diventato pelato, un altro ha avuto dei figli... e
così via. Insomma, con Facebook si riesce praticamente a
fare veramente di tutto, come a volte un modo veloce per lanciare dei
messaggi urgenti e magari anche seri. Altre volte a fare degli scherzi
colossali... Da lì, poi, si riesce a sapere quanti e quali sono gli
amici che in quel momento sono "online" e di conseguenza, se si vuole, si può fare anche un "botta e risposta", altri invece preferiscono effettuare delle "Chat": cliccando semplicemente sull'"avatar"
(una foto o una immagine con la quale ciascuno si fa riconoscere
facilmente) dell'amico con il quale si vuole parlare. Ci sono moltissimi
che lanciano delle immagini (per la maggior parte personaggi o persone
del passato) e viene richiesto se si vuol diventare dei "fan". Mio figlio, poco tempo fa, ha rilanciato lo "SlurpFansClub"
(tratto dall'omonima ed indimenticabile "rivista demenziale" degli anni
'80 che realizzavo io, assieme ad un gruppetto di giovani
collaboratori) al quale si sono subito iscritti in moltissimi ex
lettori. Io invece, giorni fa, ho lanciato l'avviso con la richiesta di
partecipazione alla prossima edizione (la terza) della mia "PeroWebConvention" (che si svolgerà nell'ambito di Cartoomics,
la nota Fiera dei Fumetti che si svolge ogni anno a Milano, presso la
"vecchia" Fiera; nel 2009 si svolgerà dal 27 (dalle ore 10) al 29 (fino
alle ore 20) marzo. Le prime due volte, la PeroWebConvention
(cioè l'incontro di molti amici conosciuti via Web - con e-mail .- chat
- Facebook o simili, finalmente incontrati di persona) si svolgeva in
spazi rimasti casualmente liberi, come ad esempio nel 2008 presso lo "spazio giochi" che solitamente non è frequentatissimo, per il prossimo anno la terza edizione della PeroWebConvention si svolgerà ufficialmente nell'ambito di Cartoomics
e non so ancora se avremo un nostro spazio apposito e se ci saranno
degli incontri speciali organizzati ufficialmente dall'organizzazione di
Cartoomics: vedremo. Fatto sta che si sono già
iscritti in moltissimi e di conseguenza penso che dovremmo essere
veramente in tanti! Il tutto, però, svolto in maniera "ruspante",
cioè ci sarà chi porterà delle torte, chi del salame, chi del
formaggio, chi delle bevande, insomma, una cosa veramente alla buona,
come del resto lo siamo quando ci scriviamo su Facebook o su Skype: da amici! Allora la domanda d'obbligo è: "tu ci sei su Facebook?"...
Per recarsi presso le mie pagine su Facebook, basta cliccare sull'apposita colonnina qui a fianco. Vi aspetto!
(182 - Segue)
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (181)
Cirillo, un CLOWN per amico
Stavolta parlo
di molti anni fa, gli anni '40. Allora eravamo un bel gruppo di amici,
tutti ragazzi e non avevamo molti soldi da spendere per i divertimenti,
quindi non potevamo andare al cinema perché costava troppo, quindi ci
arrampicavamo spesso in posti strategici per poter vedere dei film
gratis... Quando in città arrivava il Circo, neanche a parlarne: c'erano
sempre molti guardiani attorno e non riuscivamo mai a cercare magari
solo a "sbirciare". Ma un giorno era arrivato un piccolissimo circo, ma
molto piccolo e senza nemmeno il tendone, c'era una specie di piccola
transenna circolare ed all'interno pochissime sedie (sgangherate). La
maggior parte della gente se ne stava fuori a vedere, come noi del
resto, chi voleva sedersi doveva pagare, ma la cifra era comunque molto
bassa. In quel Circo c'era un Clown (ma noi lo definivamo Pagliaccio (anche perché in giro si parlava dell'opera lirica "i Pagliacci", mi sembra di Leoncavallo) che si faceva chiamareCirillo. Per noi ragazzi, quando arrivava Cirillo,
era il momento di ridere. In effetti non si può dire che fosse
bravissimo come pagliaccio, ma a noi faceva ridere ugualmente. Il Circo
era formato solo da quattro persone: Cirillo, suo padre (che faceva la
parte del presentatore), sua moglie (che eseguiva qualche piccolo
esercizio, ma soprattutto serviva come spalla per quasi tutte le
scenette che facevano e poi c'era la figlia, molto giovane, che sapeva
fare pochissimi esercizi, specialmente quello in cui ci si sdraia su un
attrezzo costruito appositamente agendo con i piedi in aria e facendo
saltare con una certa destrezza degli oggetti di varie forme e tutti
molto colorati. Poi avevano un cagnolino che non sapeva fare degli
esercizi e Cirillo lo usava per fargli fare una specie di Clown-cane, cioè
gli metteva un grosso fiocco colorato attorno al collo e la
caratteristica di questo cane era che faceva sempre esattamente il
contrario di quanto gli ordinava il padrone... Noi ridevamo come pazzi,
ma poi, da grande, avevo pensato che quel cane sicuramente avrà sofferto
molto perché gli facevano fare la figura di uno stupido e sicuramente,
quando era da solo, si sentiva umiliato. Ma queste cose fanno parte
della vita dei circhi di tutto il mondo, anzi, in moltissimi circhi,
purtroppo usano ancora dei grossi animali (come gli elefanti) e li
obbligano a fare dei "numeri" che ne sviliscono le loro
potenzialità di animali dignitosi e di grandi dimensioni, obbligati, chi
lo sa con quali sistemi, a fare in modo che la gente rida alle loro
spalle; ma se potessero ribellarsi... chi lo sa che cosa combinerebbero,
e giustamente! Ad ogni modo, dicevo che nel circo di Cirillo (che tra l'altro non aveva un nome: aveva solo una povera insegna con scritto solo semplicemente "CIRCO")
riuscivano a far ridere e divertire la gente tutte le sere. Loro, poi,
durante l'intervallo, passavano con un cappello a chiedere una piccola
offerta. Noi avevamo solo pochi soldi e potevamo metterci solo
pochissimi di quelli. Insomma, quella famigliola riusciva a sopravvivere
in qualche modo ed evidentemente avevano scoperto che la gente della
nostra città era più generosa di quella di altre città vicine, tanto è
vero che alla fine si erano stabiliti in quel posto (che si trovava in
un piccolo prato abbandonato), così dopo qualche piccola pausa, durante
le quali questa famiglia si spostava in qualche cittadina vicina, alla
fine però ritornavano sempre da noi, sempre nello steso posto e sempre
con gli stessi "numeri"... Ma la gente affluiva ugualmente perché a quei
tempi la gente aveva pochi soldi da spendere e quel divertimento
costava talmente poco che ci si era affezionati. A quei tempi ovviamente
non esisteva la TV, c'era solo la radio, ma anche questa era seguita
pochissimo dato che i programmi erano piuttosto scadenti. E poi, anche
acquistare un apparecchio radio era una grossa spesa, per cui... si
andava al Circo. Un giorno io ed un amico, stavamo passando nei
pressi di quel piccolo Circo e provammo a vedere se c'era Cirillo, ma ci
trovammo un signore che stava eseguendo dei lavori nel Circo e che
molto vagamente somigliava a Cirillo. Gli chiedemmo informazioni e lui,
dopo una piccola pausa, ci disse che Cirillo era lui! Cioè,
in quel momento era senza il trucco da Clown... Per noi fu una grossa
sorpresa, non so come mai, ma nessuno di noi aveva immaginato che quel Pagliaccio fosse una persona normale truccata da Clown!. Eppure avrebbe dovuto essere una cosa ovvia, ma noi non ci avevamo pensato. Così facemmo amicizia anche con "questo" Cirillo (non
gli chiedemmo mai se quello fosse il suo vero nome oppure se era finto -
cosa molto probabile): preferivamo illuderci che lui fosse Cirillo e basta! Ma, diventando amici e recandoci spesso a trovarlo, ci confidò anche che la loro vita da "circensi"
era tale per cui non potevano permettersi nessun lusso, ed era già
tanto se riuscivano a sopravvivere. Ma loro avevano la passione per il
Circo, anche perché suo padre, da giovane, aveva un grosso Circo che
però una volta si era incendiato ed aveva racimolato le poche cose
rimaste intatte e pensò di continuare con un piccolissimo Circo,
che poi era quello che noi avevamo conosciuto.. Insomma, andavamo ai
suoi spettacoli serali, ma abbastanza spesso a trovarlo anche durante il
giorno quando era vestito "in borghese". Durante queste visite
ci raccontò diverse loro disavventure e che non in tutte le città erano
ben visti e finalmente avevano trovato un posto dove non venivano
cacciati via. Ma in quel periodo la guerra era agli inizi e poco tempo
dopo cominciarono ad arrivare i bombardamenti da parte degli "alleati" che cercavano di colpire le "basi militari" dei tedeschi,
il più delle volte senza riuscirci: a quei tempi la tecnologia era
ancora molto indietro e di conseguenza dovevano fare moltissimi
tentativi prima di riuscire nel loro intento. Ma intanto colpivano "per errore"
delle case abitate da civili... E da noi cominciò la paura. Un giorno
andammo a trovare, come al solito, Cirillo, ma non trovammo più il
Circo. Per noi fu una sorpresa molto spiacevole e non riuscivamo a
capire come mai se ne fossero andati così, all'improvviso, senza nemmeno
salutarci. Ma qualche tempo dopo ci fu qualcuno che sussurrava delle
strane voci e cioè che "dietro il Clown Cirillo si nascondesse una spia degli americani!"
Non sapemmo mai la verità, ma resta il fatto che da quella volta non
sapemmo più nulla del nostro amico Cirillo e noi eravamo molto
dispiaciuti . Ma gli eventi incalzavano e la guerra si faceva
sempre più attiva ed i bombardamenti erano sempre più fitti, fino al
punto in cui molta gente, compresi noi: mio padre, mia madre ed io
decidemmo di "sfollare", cioè scappare dalla città, e recarci
in campagna dove sicuramente non avrebbero bombardato. Anzi decidemmo di
portare con noi anche la fidanzata di mio fratello e la sua famiglia,
ma solo sua sorella accettò di unirsi a noi: gli altri avevano deciso di
"difendere" (non si sa come...) la loro casa. Furono inutili
le nostre insistenze, così partimmo noi cinque. E da lì verso la casa di
campagna di alcuni contadini che ci erano stati segnalati e che
avrebbero dovuto avere dello spazio per ospitarci. Ma il termine "ospitare"
era un po' improprio perché pretesero da noi una cifra piuttosto
alta... E non basta: non ci davano nemmeno qualcosa da mangiare (a
pagamento), tanto è vero che dovevamo recarci presso altri contadini per
acquistare da ciascuno qualcosa di diverso e dovevamo percorrere (a
piedi, ovviamente) molti chilometri al giorno... Qualcuno ci vendeva il
pane, altri il latte e così via. Ma di questo ne ho già parlato in una
puntata di questo PeroBlog e
altro su qualche altro avvenimento di quel periodo ne parlerò in una
prossima puntata, dove ho da raccontare diversi altri aneddoti di cose
accadute durante l'ultima guerra mondiale e alle quali ho assistito in
prima persona...
Una nota aggiuntiva. quando, nella fine degli anni '60 ed inizio anni '70, avevo disegnato le pagine di "CLOWN", il personaggio di Piercarpi e Peroni, pubblicato sulla rivista "Horror", per il personaggio mi ero ispirato proprio a Cirillo, il Clown che
avevo conosciuto: anche lui aveva una parrucca biondissima fatta quasi
come se fosse di paglia, poi un grande fiocco al collo ed una grande
giacca a scacchi grandi e così pure le scarpe molto lunghe; l'unica cosa
un po' diversa era l'altezza: il "mio" Cirillo era molto più alto, ma
per il resto gli somigliava molto. Beh, realizzare quelle tavole diCLOWN,
per me era un po' come ritornare ad un periodo triste per via della
guerra, ma bello per aver conosciuto una splendida persona.
(181 - Segue)