Benvenuti nel P e r o B l o g , il Blog di CARLO PERONI "PEROGATT" - diventiamo amici? :)
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ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (152)
Uno scoiattolo per amico
Ho già scritto in una puntata di questo PeroBlog
che noi viviamo (dal 1985, scappando... dal traffico, lo smog e la
violenza sempre crescente di Milano, recondoci in provincia di
Como) in mezzo al verde e spesso ci capita di divertirci a seguire
le vicende dei vari animali che arrivano nel nostro giardino: alcuni sono "ospiti fissi"..., altri invece, sono "arrivi casuali". Tra gli "ospiti fissi"
abbiamo i piccioni (anche qui, vedi un paio di puntate dove avevo
parlato della mia lotta per riuscire a sconfiggere i piccioni; a
proposito, un piccolo aggiornamento: dopo aver risolto il problema dei
piccioni sotto il tetto dalla parte del mio studio, ora si sono spostati
dalla parte opposta della casa, proprio sopra la finestra della camera
di mio figlio... il quale ovviamente ora si sta dando da fare per
cercare di risolvere lo stesso problema che avevo avuto io... Speriamo
che presto si trovi un sistema giusto anche per questa nuova
situazione), i merli, i passeri, ma abbiamo anche molti uccelli di razze diverse, anche esotiche: un vicino aveva una grande gabbia, una "uccelliera"
e, visto che i vicini avevano tutti protestato per lo schiamazzo
insopportabile da tutti questi uccelli, lui ha pensato bene di...
togliere la gabbia e far uscire liberi tutti gli uccelli. Ma, molti non
sapevano più dove andare avendo abitato per molto tempo in posti chiusi,
si erano trovati un po' persi... quindi ognuno si è cercato un suo
spazio nei terreni vicini. Lo sapete, vero che il detto "liberi come gli uccelli"
è una balla? Beh, è proprio vero: ogni uccello, o meglio ogni coppia,
si sceglie uno spazio e non accetta che altri loro simili arrivino sul
"loro" territorio, quindi spesso assistiamo a lotte, spesso violente con
i nuovi arrivati. Poi ci sono, a volte, dei ricci:
animali molto simpatici ed una volta uno di loro era entrato
addirittura dentro la nostra casa ed abbiamo fatto un po' fatica per
convincerlo ad uscire... Inoltre ci sono - purtroppo - le talpe
che, quando arrivano ci danneggiano il piccolo orto perchè, scavando le
loro gallerie, quando passano sotto le verdure piantate, tagliano le
radici e le piante si seccano. Quindi dobbiamo escogitare tutti i
sistemi possibili per farle andare via. Ma non basta, ci sono anche
altri animali che non sto qui ad elencare, ma stavolta vorrei parlare
dello scoiattolo. Da qualche anno è arrivato nel nostro giardino uno scoiattolo
di colore rosso, molto carino ed io, mia moglie e mio figlio abbiamo
trascorso molto tempo ad osservarlo in silenzio da una finestra.
Passando il tempo, piano piano abbiamo cominciato ad uscire piano piano
ed alla fine non si spaventava più e seguitava nella sua attività
frenetica che consisteva nell'accumulare più nocciole possibili.
Infatti, qualche anno fa, noi avevamo piantato un alberello di nocciole,
ma quando ci siamo accorti che questo scoiattolo mirava proprio a
quelle, abbiamo rinunciato - volentieri - a lasciargliele, tanto noi non
ne mangiavamo tante. Aveva due percorsi preferiti per arrivare alla sua
tana che si trovava su un grande albero, di una razza che non ricordo
bene come si chiama, so che appartiene alla famiglia dei "cedri",
anche se sembra che sia un po' a forma di abete; strofinando un poco le
sue foglie (ad aghi) si sente un piacevole odore di cedro. Comunque non
siamo mai riusciti a vedere la sua tana perchè evidentemente si trovava
molto in alto. Ma a questo punto faccio un piccolo "breack": vorrei parlare un pochino di questo albero. Ad
alcuni puo' sembrare un po' strano, ma io amo la natura sotto tutti gli
aspetti e mi affeziono non solo agli animali, ma anche alle piante,
agli alberi soprattutto. Quando ero piccolo mi piaceva moltissimo
arrampicarmi sugli alberi e rimanere lì, in mezzo ai rami per leggere i
miei fumetti preferiti; lì mi sentivo a mio agio, mi sentivo "protetto".
Ma la passione per gli alberi non è passata con il tempo, anzi è
aumentata e, quando faccio delle gite e scopro degli alberi di una razza
che non conoscevo, mi soffermo molto volentieri e, mentalmente, ci
salgo sopra... studiando i vari punti di appoggio sicuri... Comunque
quell'albero scelto dallo scoiattolo per costruirci la sua tana, quando
siamo arrivati qui da Milano per costruirci la nostra casa, facendo vari
calcoli (assieme al geometra di nostra fiducia) abbiamo stabilito il
punto dove occorreva eseguire lo scavo per le fondamenta. Era in un
punto dove non si trovavano alberi. Noi eravamo contenti, ma poi
scoprimmo che, proprio nel punto dove si trovava un albero (che ci
piaceva moltissimo) avrebbero dovuto costruire una rampa di accesso per
arrivare al nostro box per l'auto e, secondo il geometra, era
assolutamente necessario abbattere quell'albero. Noi ci opponemmo
energicamente, ma il geometra ci dimostrò che non esistevano
alternative. Allora ci rivolgemmo ad un giovane giardiniere che avevamo
conosciuto a Milano e che a volte ci consigliava e ci aiutava a
mantenere bello il nostro giardino pensile che avevamo costruito sul
terrazzo che si trovava sopra l'appartamento dell'ultimo piano. Questo
giovane, quando vide quell'albero, disse che era possibile "salvarlo"
e diede disposizioni al direttore dei lavori del cantiere per come
scavare per riuscire a toglierlo senza danneggiarlo e fare un'altra buca
in un punto sicuramente non dannoso alla casa, considerando anche il
passaggio del sole anche per evitare che ci portasse troppa ombra sulla
casa. Quindi, con una ruspa, l'albero venne spostato delicatamente in
poco tempo; il giovane giardiniere si preoccupò di legare attorno al
tronco, un po' in alto, alcune robuste corde (cercando di non
danneggiare la corteccia) per fare in modo che per i primi tempi non
soffrisse eventuali sbalzi di temperatura e non fosse piagato dal vento.
Infatti, qualche tempo dopo ci accorgemmo che quell'albero aveva
attecchito e stava cominciando a crescere (ora è cresciuto quasi il
doppio! Per noi quella è stata una grande soddisfazione. Ma poi, anni dopo, fu una soddisfazione anche per lo scoiattolo che aveva trovato quell'albero adatto per la sua "casa".
Così, come dicevo, divenne un nostro "amico" e ci permetteva di
avvicinarci e dargli delle nocciole noi. Le prendeva un po' titubante,
ma poi correva subito verso la sua tana o correndo direttamente verso il
tronco ed arrampicandosi oppure, a volte, saliva su un "bersò", un
posto che avevamo preparato per avere un po' di ombra d'estate, ma anche
"pratico": ci abbiamo piantato delle piante di Kiwi
(avevo scoperto, quando li abbiamo piantati, che ne esistono di due
tipi: maschi e femmine! Di conseguenza bastano poche piante "maschio"
per poter fecondare quelle "femmina") che ci forniscono moltissimi
frutti ogni anno. Lo scoiattolo a volte passa sopra i vari rami
intrecciati dei Kiwi ed arriavando così un po' più velocemente al "suo"
albero passando dai rami al tronco. Insomma, per noi era diventato un
amico che ci regalava giornalmente uno spettacolo molto più bello di
tanti documentari trasmessi in TV: quello era un "documentario vivo!". Il nostro scoiattolo (al quale non avevamo voluto dare un nome, era semplicemente "lo scoiattolo"
e non abbiamo mai saputo se viveva da solo o avesse una famigliola...
Avevamo saputo da alcuni nostri vicini che abitano di fronte a noi, che a
volte vedevano arrivare questo scoiattolo che si recava anche da loro
per accaparrarsi dei frutti anche lì. Questo continuo correre e lavorare
affannoso dello scoiattolo durò alcuni anni e per noi era il "nostro
amico scoiattolo". Ma qualche giorno fa, io e mia moglie, uscendo per
fare la nostra passeggiata quotidiana, abbiamo visto con orrore che,
proprio vicino al nostro cancello, c'era in terra lo scoiattolo morto!
Abbiamo pensato che magari poteva trattarsi di qualche suo simile, ma
dopo qualche giorno fummo certi era proprio lui perchè non si era più
visto nel nostro giardino! Per noi è stata una perdita enorme. E'
difficile spiegare cosa si prova a chi non ama gli animali. Quando manca
un animale, il dispiacere è talmente grande che è difficile da
descrivere. Lo avevo provato quando, da piccolo, mi era capitato che
qualche gatto,
che avevo io e che tenevo nel nostro cortile, moriva, ma per vecchiaia o
qualche malattia. Quando vedevo che non potevo proprio farci niente, mi
mettevo da solo a piangere in silenzio. I miei genitori cercavano di
consolarmi, ma tutto era inutile. Fino a quando non arrivavano altri
gatti... Poi quando ci è morto il cane Dago,
io ho pianto, come se fosse morto un figlio. Ma questa volta abbiamo
sofferto in completo silenzio perchè non sapevamo come la pensassero in
proposito i nostri vicini. Alcuni amavano gli animali, ma altri li
odiavano perchè "rubavano" della frutta... Non abbiamo mai saputo come
era morto: forse era stato colpito da un'auto mentre attraversava la
strada? Oppure ucciso da un gatto dei vicini che lo aveva scambiato per
un topo? Oppure... che sia stato addirittura qualcuno dei vicini che
aveva voluto disfarsene per proteggere la loro frutta?... Non lo abbiamo
mai saputo. Sappiamo solo che ora, affacciandoci verso il giardino, non
vediamo più il nostro amico scoiattolo. Oltre tutto abbiamo scoperto
che viveva da solo perchè non abbiamo visto altri scoiattoli grandi o
piccoli avvicinarsi a quell'albero, il nostro amato albero. Chiedo scusa
a chi non ama gli animali e capisco che non è colpa loro se non
capiranno il nostro stato d'animo: con tutti i bambini che muoiono
giornalmente e che la TV ci descrive, questa dello scoiattolo è una "sciocchezza", ma a volte la vita è fatta anche di "sciocchezze". Penso che l'amico Contix
possa di sicuro capirmi perchè so che a lui, poco tempo fa, è successa
una cosa quasi del genere, solo che si trattava del suo "amico gatto"
che mi aveva fatto anche vedere in foto. Sono certo che ci saranno
anche moltissimi altri amici che sapranno capirmi, ma se per caso
qualcuno non è d'accordo, può scriverlo qui, nei commenti, e capirò.
Mi
stavo dimenticando che, diversi anni fa, mi sembra verso la metà degli
anni '60, una ditta farmaceutica mi chiese una serie di disegni per far
realizzare dei pupazzi in panno che poi avrebbero regalato ai loro
clienti più affezionati; dato che si trattava di un prodotto per
bambini, ho proposto loro di fare alcuni animali - cuccioli ed erano: un
gattino, un cagnolino (che suonava anche una specie di ninna nanna tirando un filo), un leprottino ed un piccolo scoiattolo.
Questi pupazzi erano realizzati in panno ed erano alti all'incirca una
trentina di centimetri (comprese le orecchie) ed erano stati realizzati,
molto bene, ben curati, tutti in Germania. Beh, visto che non possiedo
una macchina fotografica digitale, ho tentato di fare una specie di foto
con la web-cam che non è proprio l'ideale per queste cose... Comunque
metto qui lo scoiattolo: gli altri pupazzi penso di
metterli sul PeroBlog appena verrà a trovarmi qualche amico con la
macchina fotografica digitale...
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (151)
Anche i Robot hanno un cuore
Nel 1983 delle persone dell'AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi)
mi contattarono per chiedermi se me la sentivo di scrivere ed
illustrare a mio modo un volumetto da distribuire nelle scuole per
spiegare in maniera semplice, ma scientificamente corretta, in cosa
consistesse l'opera dell'AIDO. Proposi loro di fare un volumetto a
fumetti, mi spiegarono che non avevano tanti soldi da spendere ed allora
dissi che avrei trovato uno stratagemma per fare questo volumetto in
maniera economic : fare a quattro colori solo la copertina e l'interno a
due, cioè il nero ed il rosso, con le varie gradazioni di chiaro e
scuro che, mescolati tra di loro, avrebbero formato uno speciale effetto
strano ma gradevole; quindi la stampa sarebbe costata meno. Quanto ai
miei compensi... (per i disegni e la sceneggiatura - per la quale mi
feci aiutare da un mio allievo: Roberto Anghinoni -
diventato successivamente a sua volta un Editore!) dissi che avrei fatto
un prezzo speciale, molto basso, per dare loro una specie di mio
contributo. Poi proposi di fare anche una specie di "giochetto"
scientifico, ma divertente: un dischetto (su due lati) dove, girando le
linguette c'era una domanda ed in una finestrella appariva la risposta.
La proposta a loro piacque moltissimo e ne venne fuori un oggetto
(chiamato "DISCO QUIZ") che i ragazzi gradirono e
serviva ad imparare bene tante cose utili. Anche gli insegnanti avevano
gradito sia il volumetto che il "Disco Quiz". Inoltre, quelli dell'Associazione preparavano una specie di bollettino,
solo che era molto triste... ed impaginato in una maniera non troppo
gradevole a vedersi. Allora dissi che, se volevano, avrei preparato loro
(gratis) una bozza di impaginazione e ne venne fuori una vera e propria
rivista. Il tutto senza spendere nulla di più, solo delle... idee che
miglioravano di molto l'aspetto e più invitante la lettura. Alla fine
del lavoro mi diedero la cifra pattuita (molto bassa) e loro di questo
mi ringraziarono molto e si presentarono in studio con un pacchetto.
Aprirono quel pacchetto e dentro c'era uno strano oggetto: era uno
speciale trofeo, il loro premio che consegnavano alle persone meritorie.
Lo gradii moltissimo perchè era un simbolo del loro speciale "grazie".
Io fui commosso nel ricevere questo premio: era la prima volta che
ricevevo un premio che, si notava chiaramente, era dato con molta
sincerità da persone veramente notevoli che si davano da fare per
un'opera veramente meritoria come quella di diffondere l'idea di
convincere la gente a disporre di dichiarare in anticipo di donare i
proprio organi, al termine della propria vita, per fare in modo che
altre persone che necessitano di certi organi, possano beneficiarne e
continuare a vivere. Un dono ad altra gente - sconosciuta - che potrà
vivere proprio a questo dono disinteressato. Lo so, questo è un discorso
un po' delicato ed a qualcuno può sembrare un po' strano che io scriva
queste cose in un blog, ma che, lo vogliamo o no, purtroppo non siamo
eterni... ed occorre pensare anche agli altri. Se qualcuno può vivere,
proprio grazie ad una donazione di organi, sarà un dono di un valore
enorme! Qui sotto metto le 16 pagine di quel volumetto (stampato con la
copertina su carta lucida e a 4 colori mentre le pagine interne su carta
bianca opaca ed un pochino spessa e stampa a due colori) ed i due lati
del "Disco Quiz" (stampato con la stessa tecnica).
Da
notare lo strano ed efficace effetto dei due colori. Spesso mi chiedo
come mai oggi non ci sono Editori che adottano questo sistema che è
sicuramente molto più economico dei 4 colori e poi, secondo me,
l'effetto è sicuramente strano e gradevole.
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (150)
Perogatt non è stato qui
Era l'anno 2005. Stefano Bonfanti e Barbara Barbieri, i due toscani che si fanno chiamare - non si sa bene il perchè, magari non lo sanno neanche loro - "Dentiblù" e che hanno come grave colpa... quella di aver creato un loro personaggio chiamato "Zannablù"
e con il quale realizzano ormai da qualche anno, un albo che presentano
alle varie Fiere dei Fumetti in giro per l'Italia, chiamato appunto "Zannablù" dove spesso realizzano anche delle succose e divertenti parodie di famosi film, come ad esempio "Il Signore dei Porcelli", "Harry Porker" (che poi venne copiato dai Simpson - nel film - e subito diffidata la Fox dai Dentiblù e l'hanno spuntata loro, ma...), "Star Porks", "Kill Pig", "Maiali dei Caraibi", "Spyder-Mad";
beh, non si sa come mai... ma questo loro personaggio ha un successo
incredibile di vendite e di critica. I due hanno creato una loro ditta
chiamata proprio "Dentiblù" con la quale editano il
loro albo. I loro numerosi fans li seguono festanti e scodinzolanti come
cinghialini (portandosi dietro anche autentico formaggio Parmigiano,
salame e pane.. che offrono volentieri agli amici più affezionati,
compreso il sottoscritto...) durante le varie Fiere dove i "Dentiblù"
hanno un loro vivacissimo, coloratissimo e frequentatissimo stand che è
anche diventato un punto d'incontro fisso da parte di numerosi
disegnatori italiani che hanno preso l'abitudine di darsi appuntamento
proprio presso questo cinghialesco stand.
Beh, fin qui non ci sarebbe quasi niente di strano ma un giorno i due mi telefonano e mi dicono: "O Pero, lo sai che abbiamo deciso di sposarci?" Così riescono ad estorcermi... la promessa di essere presente al loro crimine... ehm... volevo dire matrimonio. Bene, al giorno fissato, in settembre del 2005, io e mia moglie eravamo presenti al misfatto e, terminate le procedure che li "condannavano"
a vivere come marito e moglie, i due mi dicono che sarebbero andati in
viaggio di nozze negli Stati Uniti. Io approfitto per chiedere loro un
favore e cioè di scrivere da qualche parte una frase: "Perogatt non è stato qui"...
Stefano e Barbara mi guardarono con un'aria sbalordita come se avessi
detto una... castroneria, ma io ho insistito che ci tenevo molto perchè,
dato che non potevo andare anche io negli Stati Uniti, sarebbe stato
bello poter trovare il modo di lasciare un mio segno della mia "non presenza"! Un po' titubanti, i due mi promisero che avrebbero fatto quella scritta, ma io ho anche preteso che mi portassero la "prova"
dell'avvenuto fatto, e cioè una foto dove si leggesse quella scritta,
ma non solo, che si capisse che non l'avevano fatta in Italia, ma negli
Stati Uniti. Allora, al loro ritorno, i due novelli sposi mi fanno
vedere molte foto che avevano scattato durante il loro bel viaggio
all'interno degli Stati Uniti. Io guardai interessato le loro foto che
mi diedero modo di poter vedere anche io i luoghi più o meno fantastici
che avevano visitato, come ad esempio la solita, ma sempre affascinante New York e l'incredibile Hollywood con annessa la grande Los Angeles.
Io guardavo le foto, ma ad un tratto chiesi loro se avevano poi
mantenuto la promessa e cioè se avevano fatto la scritta che avevo loro
chiesto e se l'avevano fotografata. Loro mi tranquillizzarono: certo che
era stata fatta: "una promessa è una promessa, no?" Così trovano la foto "documento"
e me la mostrano. Si vede la spiaggia (mi sembra di Malibù) con un po'
lontano il mare ed un omino che si porta dietro la sua tavola da surf.
Effettivamente le onde fanno capire chiaramente che la spiaggia è quella
che dicono loro. Ma... e la scritta? Beh, la scritta effettivamente
loro l'hanno fatta, in inglese: "PEROGATT WASN'T HERE!", solo che... l'avevano fatta sulla sabbia :)
Eh,
i furbastri Dentriblù... sono riusciti a fregarmi! Ma, poi, parlando
seriamente i due mi hanno detto che hanno escogitato quel trucchetto
perchè negli Stati Uniti, dopo la faccenda del famoso 11 settembre,
tutto diventa rischioso e non se l'erano sentita di fare una scritta su
un muro o su una panchina o altro punto perchè avevano paura che la
polizia li avrebbe molto probabilmente fermati ed interrogati. E poi,
come si sarebbero giustificati di quella scritta? Come si fa a spiegare
ad un poliziotto americano il perchè di quella strana frase? Magari li
avrebbero presi per dei... terroristi che stavano scrivendo un messaggio
segreto... Così hanno avuto l'idea di mantenere comunque la promessa,
ma in maniera... non compromettente...
E bravi i Dentiblù!
Certo io avrei preferito che fosse stata scritta in modo che i posteri
potessero leggerla, ma chi lo sa, in America tutto è possibile e magari,
tra qualche centinaio d'anni, un pazzo archeologo troverà quella
scritta sepolta sotto la sabbia e tutti si sarebbero chiesti "ma chi era
questo strano Perogatt?"... Un enigma che magari
avrebbe ispirato degli autori di sceneggiature per dei film di tirarne
fuori una storia di grande successo: "Il mistero della scritta sulla sabbia" oppure "Ho scritto Perogatt sulla sabbia"...;)
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (149)
Senza nomi
Ci sono degli aneddoti interessanti che però sono indeciso se metterli qui, sul PeroBlog
oppure no. Non mi va di fare nomi perchè... Beh, facciamo in questo
modo: ora ne racconto qualcuno ma senza fare i nomi, del resto non hanno
molta importanza i nomi ma i fatti.
Era intorno alla fine degli anni '50 e l'inizio dei '60; un Autore famoso di Roma che collaborava al Vittorioso,
una sera mi confidò alcune sue disavventure. Una di queste era il fatto
che, pur collaborando regolarmente a quel prestigioso e famoso
giornale, non guadagnava abbastanza per poter sopravvivere. Gli
mancavano i soldi per riuscire a pagare l'affitto della casa, ma la cosa
più grave era che con quello che guadagnava non riusciva a sfamare
degnamente la famiglia. Mi raccontò che spesso, per racimolare dei soldi
e comprare qualcosa da mangiare, di notte dopo essersi tolte le scarpe entrava nella famosa Fontana di Trevi
e racimolava più monete che vi si trovavano immerse, ne prendeva il più
possibile e, rimesse le scarpe scappava via velocissimo, prima che lo
notassero i vigili. Quando questo disegnatore mi raccontò queste cose,
io rimasi allibito; ma come, un Autore così famoso, non guadagnava
abbastanza? Eppure sapevo che i disegnatori che collaboravano al Vittorioso
erano pagati piuttosto bene, soprattutto se erano famosi. Così, dopo
qualche attimo di silenzio mi disse una cosa che mi lasciò senza fiato.
Mi disse che in effetti lui non guadagnava tanto perchè "doveva"
dare ad un redattore una certa cifra per ogni tavola pubblicata,
altrimenti... addio lavoro! Una cosa incredibile, ma lui mi assicurò che
la cosa era vera e che era costretto ad agire in quel modo, altrimenti
non avrebbe avuto più lavoro. Tentai di convincerlo a ribellarsi a
questo stato di cose, ma lui mi disse di no: non se la sentiva. Sapeva
benissimo che la cifra mensile che incassava era molto bassa in
proporzione a quella degli altri Autori, ma se avesse protestato e lo
avessero cacciato via, lui sarebbe rimasto senza lavoro. Io tentai di
dirgli che avrebbe potuto cercare lavoro presso altri giornali, ma non
aveva il coraggio di fare quel "passo" così importante. In casa nessuno
sapeva niente di questa faccenda e pensavano che a lui forse pagavano di
meno perchè era meno conosciuto, oppure perchè era meno bravo. Io ero
tentato di dire tutto alla moglie, ma, con fatica, dovetti stare zitto.
Dopo diverso tempo, io ero ritornato a Milano ed avevo iniziato a collaborare con il Corriere dei Piccoli con il personaggio "Gianconiglio"
diventato famoso in molte parti del mondo. Era il periodo che al
Corriere dei Piccoli cambiavano i Direttori in continuazione ed ogni
volta era una fatica non indifferente riuscire ad andare d'accordo con i
nuovi direttori. Uno di questi mi rinfacciava sempre che io
guadagnavo una cifra superiore al suo stipendio ed un giorno mi fece
sedere nel suo ufficio e mi disse che, se volevo andare avanti con il
personaggio Gianconiglio, avrei dovuto dare a lui una certa cifra per
ogni tavola pubblicata. Io pensai che si fosse trattato di una battuta e
mi misi a ridere ed uscii salutandolo. Qualche giorno dopo quel
direttore mi richiamò in redazione per ordinarmi dei disegni pubblicitari
con Gianconiglio da pubblicare sul Corriere dei Piccoli. Io accettai
con piacere, ma gli feci notare che, ovviamente, trattandosi di
pubblicità, mi sarebbe spettata una cifra superiore. Lui si mise a
ridere ed anche io stavo per ridere con lui, ma scoprii che non stava
per niente scherzando: mi disse che, se volevo quel lavoro, una "fetta"
del guadagno doveva andare a lui. Io mi rifiutai energicamente e lui mi
minacciò che allora avrebbe fatto fare quel lavoro ad un altro
disegnatore. Però aveva fatto i conti... senza l'oste, nel senso che la
ditta (molto conosciuta) pretendeva che i disegni li facessi io e con il
mio personaggio Gianconiglio! Così, di malavoglia, il direttore dovette
accettare. Ma qualche giorno dopo ricevetti una lettera dove mi
minacciava che se volevo continuare a collaborare al Corriere dei
Piccoli, avrei dovuto dare una certa cifra a lui per ogni tavola,
altrimenti non avrebbe più pubblicato Gianconiglio.
Io rimasi di stucco: aveva avuto la sfrontatezza di mettere addirittura
per iscritto una cosa del genere! Io non gli risposi, ma andai da un
avvocato con quella lettera. L'avvocato mi disse che c'erano tutti gli
elementi per una bella denuncia. Così iniziammo le pratiche per la
denuncia, ma... improvvisamente seppi che quel direttore era stato
sostituito... Così la cosa cadde completamente. Forse feci male perchè
era giusto che un individuo del genere pagasse per un ricatto simile.
Solo che, nel frattempo, noi avevamo fatto un trasloco ed eravamo andati
ad abitare in una casa di nostra proprietà, acquistata con un grosso
mutuo che... ci faceva sudare per ogni pagamento mensile, però
finalmente non eravamo più in affitto ma abitavamo in una casa nostra,
cioè... che fra qualche anno sarebbe diventata nostra. Ma durante il
trasloco, molte cose andarono perse dalla ditta di traslochi, così non
riuscii più a trovare quella lattera. Ne parlai con l'avvocato che mi
chiese se almeno avevo fatto delle fotocopie. Gli risposi di no. A
quell'epoca non era tanto facile fare delle fotocopie: occorreva andare
in un laboratorio apposito nel centro di Milano e le fotocopie costavano
una cifra abbastanza notevole. Quindi tutto andò in fumo e
quell'individuo se la cavò senza alcuna denuncia, anzi, diventò
direttore di altri giornali di proprietà del Corriere della Sera. Dopo
vari cambi di direttori, infine il Corriere dei Piccoli divenne il Corriere dei Ragazzi, poi di nuovo il Corriere dei Piccoli, ma di formato molto piccolo (tanto è vero che per alcuni numeri si chiamava Corriere dei Piccolissimi...). Gianconiglio, piano piano scomparve dalle sue pagine (al suo posto nacque un personaggino, il Jolly, per una rubrica di giochi che curavo io chiamata "il Jolly si diverte") fin quando non uscì più nè il Corriere dei Ragazzi, nè il Corriere dei Piccoli, ma il Corrier Boy, di formato piccolo e realizzato in maniera semplicemente obbrobriosa, fin quando non uscì più del tutto.
Beh,
come avete letto, avrete scoperto un mondo che molto probabilmente non
immaginavate: il mondo dei fumetti è bello, ma ci sono degli individui
che ogni tanto saltano fuori e riescono a rovinare tutto... A volte mi
chiedo: ma siamo proprio sicuri che non esistano individui del genere
anche oggi? Mah, non lo so, so solo che quella è una "razza" che purtroppo non si estingue :(
Perogatt