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Craveri ritorna
(ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA - 133)
Sebastiano Craveri
è stato uno dei maggiori disegnatori italiani di fumetti del secolo
scorso (vedi varie puntate di questo PeroBlog). Purtroppo ho scoperto
che sono in moltissime le persone appassionate di fumetti non lo
conoscono ancora. Questa è proprio una grave perdita! Ma ci ha pensato
il Dott. Mauro Giubbolini, attuale detentore dei
diritti di tutto il materiale realizzato da Craveri (ed
appassionatissimo di fumetti, in special modo quelli realizzati da
Sebastiano Craveri), che ogni tanto realizza delle preziose ristampe.
Nel 2006 erano uscite le ristampe di "Az.77.913" (con la copertina magistralmente disegnata da Luciano Bottaro) e "Caporal Meo". Ora ci presenta due altri albi con due storie (splendidamente disegnate da Craveri e stampate con molta cura): "Lo scatolino magico" (1946) e " "La città dei cuccioli" (1958). La presentazione dei due albi è stata scritta dal super-esperto di fumetti (ed amico di tutti i fumettisti italiani) Piero Zanotto.
Da notare che contrariamente a tante ristampe di fumetti, questi due
albi sono stati stampati in maniera eccellente ed i colori delle tavole
sono stati rispettati molto bene. Molto bene! Quindi, un plauso a
Giubbolini, anche perchè si è sobbarcato da solo tutte le spese per la
stampa. Conviene avere nella propria fumettoteca questi albi-ristampa
poiché altrimenti sono quasi introvabili queste storie.
Gli albi (dei quali si può vedere qui la copertina) si trovano in
vendita in qualche fumetteria, ma soprattutto è consigliabile rivolgersi
direttamente al Dott. Giubbolini al suo indirizzo e-mail:
cgiubbo(at)tin.it . Ah, ovviamente si possono ancora richiedere anche
gli albi precedenti (vedi sopra). Ma conviene sbrigarsi prima che le
copie (stampate a tiratura limitata) spariscano...
Perogatt
Un Direttore speciale: Carlo Peirano
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (132)
Quando avevo pensato di iniziare una collaborazione con il settimanale Più (anni '80), fissai un appuntamento con il Direttore, un certo Carlo Peirano.
Mi vestii in maniera abbastanza bella e mi presentai presso la
direzione del giornale. Qui chiesi del dott. Carlo Peirano. Io mi ero
portato dietro una cartelletta con alcuni disegni di vari miei
personaggi. Peirano, al contrario di me, era vestito con dei
normalissimi jeans. La redazione era tutta in un grosso stanzone.
Peirano mi disse che gli avevano offerto di andare in un ufficio
accanto, ma lui disse che preferiva stare in compagnia. Nella redazione
c'erano la segretaria Susanna Tanzi ed il grafico Giancarlo Gatti, un noto disegnatore che prima aveva lavorato molto per Topolino
e lì disegnava un personaggio, un leoncino (non mi ricordo come si
chiamava) che realizzava lì in redazione. Peirano mi fece sedere in un
divanetto (un po' malridotto...) e diede una occitata veloce a quanto
avevo portato, ma si soffermò su un nuovo personaggio: Gipsy,
una ragazzina che viveva con il padre, un elettrotecico che le aveva
costruito uno speciale computer portatile (a tracolla): a quell'epoca
non esistevano ancora i computer portatili! Solo che questo, Dido,
aveva una faccetta nello schermo e parlava con Gipsy (che solo lei lo
sentiva...). A Peirano piacque quel personaggio e mi disse di cominciare
subito a fare delle storie. Abituato all'atmosfera "asettica" del
Giornalino (dove per parlare con il direttore bisognava prenotare il
colloquio e fare anticamera...), lì mi trovai subito a mio agio. Così
dopo qualche giorno portai la prima storia. Io avevo preparato le tavole
divise in due pezzi, poi facevamo delle buone fotocopie su cartoncino
ed incollavamo i due pezzi, uno sull'altro, dove ci si colorava e
siscriveva il lettering. Le tavole erano colorate sul davanti
(un bello e comodo sistema, al contrario degli altri giornali che
facevano fare il colore a parte). Per i colori mi dava una mano un amico
grafico (Fabio C.)
che si divertiva moltissimo in quel lavoro. Quella storia piacque molto
a Peirano che si meravigliò che gli avessi portato solo una storia...
Mi disse che gli servivano subito altre storie. Poi delle copertine con
Gipsy... Insomma, lavorare per Peirano era divertente, ma mi faceva
correre... Ah, con Peirano ci demmo subito del "tu".
Peirano era un tipo particolare, sempre molto allegro, ma pretendeva che
gli altri lavorassero in fretta... Spesso parlavo con Giancarlo Gatti
che, a bassa voce, si confidava con me lamentandosi che Peirano lo
costringeva a disegnare bene e velocemente! A volte mi era sembrato che
si fosse pentito di aver lasciato Topolino per lavorare presso la
redazione di Più, ma potrebbe essere una mia idea, infatti vedevo sempre
che disegnva volentieri, nonostante tutto... Peirano, poi, mi fece
realizzare anche moltissimi altri personaggi, come ad esempio "il Tenerone"
(tratto dalla nota trasmissione TV "Drive-in" - io dovetti far
accompagnare questo personaggio da un ragazzino dato che Ezio Greggio
non diede il permesso che si disegnasse la sua caricatura!) ed anche
molti fumetti pubblicitari, come il famoso "Michelin"
delle note gomme, realizzato a fumetti. Peirano era un tipo piuttosto
basso, con la barba. Diceva spesso che il suo sogno era di diventare un
giorno "imperatore" ed emettere un ordine: chiunque fosse più
alto di lui, tagliargli le gambe fino ad arrivare alla sua altezza... Un
giorno venne a trovarmi in studio. Qui conobbe mio figlio Paolo che,
essendo alto quasi un metro e novanta, Peirano si mise subito a fargli
quel discorso sull'altezza. Lui "odiava" tutti quelli più alti
di lui e si mise a fargli degli scherzi, alcuni un po' pesanti... Un
giorno portò me e mia moglie a vedere la casa che stava costruendo. Si
trovava abbastanza lontano dalla Domus
(l'Editrice dove si trovava Più). Stavano ristrutturando una cascina che
un tempo era il dazio tra una regione e l'altra (un tempo la Lombardia
terminava lì). Solo che la commissione per le belle arti avevano
considerato quella cascina come una bellezza storica da conservare,
quindi lo obbigavano ad usare gli stessi materiali di allora: cosa non
facile dato che alcuni materiali erano difficili da trovare. Scopersi
che il terreno che aveva acquistato era enorme e c'era un bosco che
nemmeno lui sapeva dove finiva. In mezzo al terreno scorreva il fiume
Ticino. Quando
la casa fu terminata e Perirano e sua moglie ci andarono ad abitare;
lui acquistò un piccolo aereo e si divertiva a volare sopra il Ticino,
seguendone il corso del fiume, fino al termine della sua proprietà. A
volte invece ci andava in barca per pescare. Peirano è sempre stato una
persona molto socievole e si è sempre adattato a qualsiasi evenienza.
Quando venne a trovarci, con lui non c'erano problemi per il mangiare:
mangiava di tutto, ma... specialmente il salame! Con Peirano abbiamo
realizzato il nostro sogno: la rivista "demenziale" SLURP!"
(ne ho parlato in precedenti puntate). Sono moltissimi quelli che mi
scrivono, dopo molti anni, che si ricordano tutto di quel giornale.
Eppure la proprietaria aveva deciso di far chiudere quell'obbrobrio... che non era "serio"
e rovinava l'immagine della Domus... Ho saputo da Peirano lui che dopo
qualche anno ha cambiato casa, mi è sembrato di capire perchè per sua
moglie quel posto era un po' troppo fuori mano (ma sinceramente non ho
mai saputo il vero motivo, ma l'ho immaginato). Ora non so dove abita,
ma mi sembra sia tornato a Milano. Purtroppo ora ci sentiamo di rado, ma
so che tipi come lui ce ne sono pochi e soprattutto Direttori di
giornali come lui: se ce ne fossero di più la stampa italiana sarebbe
molto migliore soprattutto perchè lui ha sempre dato libero sfogo agli
Autori, i quali di conseguenza hanno sempre dato il massimo. Le rare
volte che lo sento per telefono gli chiedo quando torna a fare il
Direttore, ma... ho l'impressione che a lui la cosa non interessi più.
Non so proprio come mai. Peccato!
Perogatt
La mia guerra contro i piccioni
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (132)
Io
amo gli animali, ma da qualche anno odio in maniera incredibile i
piccioni! Qualche anno fa due di loro hanno deciso di fare il loro nido
proprio sopra la porta del mio studio, cioè si sono sistemati in un
angolo di legno del tetto che si trova proprio sopra la porta del mio
studio. Primo non c'erano, ma poi... Un nostro vicino aveva una enorme
uccelliera strapiena di uccelli di tutti i tipi e di tutte le razze,
anche le più strane. Una nostra vicina aveva quella uccelliera proprio
accanto alla camera da letto, ad un paio di metri di distanza e c'erano
continue litigate. Questi individui sono un po' strani: qui, nella
nostra zona, hanno quasi tutti il cane, ma un giorno vidi in strada quel
proprietario dell'uccelliera andare in giro con uno strano cane al
guinzaglio. Ho guardato meglio ed ho scoperto che era una capra nana! La
usava come se fosse un cane... Dopo varie litigate con la vicina, ma
soprattutto per il fatto che, per tenere quella uccelliera loro erano
costretti ad assumere una persona che la curasse durante il periodo
estivo quando loro se ne andavano in vacanza con la loro roulotte. Beh,
un giorno quella persona ha deciso di aprire le sbarre dell'uccelliera e
tutti gli uccelli se ne sono andati. Ma erano uccelli abituati a stare
in gabbia e si trovarono un po' persi. Si sistemarono nei giardini
vicini e qualcuno si sistemò nel nostro giardino. Così improvvisamente
ci siamo trovati con uccelli di tutti i tipi ed alcuni di razze mai
viste che
nessuno sapeva scoprire che cosa fossero. Però si sistemarono nel
nostro giardino anche due piccioni che, guarda caso, avevano deciso di
mettersi proprio sopra l'entrata del mio studio, come ho detto prima.
Quel punto si trova piuttosto in alto e non abbiamo trovato scale adatte
per poter arrivare fino a quel punto. Così è cominciata una nostra
"guerra"... Come si sa i piccioni hanno il vizio di... sporcare
abbondantemente lo spazio sottostante. Noi puliamo e loro risporcano.
Così, dopo vari tentativi, io avevo trovato un sistema che sembrava
funzionare: usando delle lunghe canne di bambù, si sistemavano in quel
punto dei sacchi di plastica grandi neri, accartocciati e messi in modo
che occupassero interamente quello spazio. Così i piccioni si
trasferirono da un'altra parte. Ma solo per studiare il modo di riuscire
a togliere quei sacchi! Così dopo pochi giorni quei sacchi erano a
terra e loro, felici, erano tornati al "loro" posto. A volte tentavano
anche di fare un nido, ma erano completamente incapaci (oltre tutto
questi sono due piccioni scemi!): prendevano dei rami che regolarmente
scivolavano ed andavano a finire proprio davanti alla porta del mio
studio. A volte mi ritrovavo con montagne di legnetti; ma assicuro che
non si trattava di "qualche legnetto": una vera montagna di legnetti!. A
volte ci trovavo anche qualche uovo che, non avendo nessuna protezione,
cadeva giù, rompendosi e contribuiva anche a sporcare ulteriormente
l'ingresso dello studio. Chi viene a trovarmi ha sempre il problema di
stare attenti a dove mettere i piedi e... fare un salto. Noi laviamo e
loro (i piccioni) sporcano. Ogni volta che rimetto quei sacchi di
plastica, passa qualche giorno lasciandoci in pace, ma poi... Un po' con
il becco ed un po' a volte aiutati dal vento, io ritrovo quei sacchi in
terra e il davanti della porta dello studio sporco! Gli amici mi danno
consigli, i più vari. Solo che, come ho detto, è abbastanza difficile
arrivare fino a quel punto, quindi ogni progetto andava in fumo.
Qualcuno suggeriva di usare dei ponteggi, quelli che usano gli operai
per la costruzione delle case, ma... avrei speso una fortuna... Oltre
tutto, proprio davanti allo studio il terreno è molto più basso perchè
ci sono dei gradini per scendere ed attorno c'è un muretto, per cui la
cosa è ancora più difficile. Ne
ho parlato con i miei vicini accanto e mi hanno detto che non hanno la
minima idea di come farli andare via. Loro in compenso hanno un paio di
nidi di rondine (che tornano ogni anno), solo che le rondini sporcano
molto meno... Quei piccioni non hanno nemmeno paura dei numerosi gatti
che circolano nel nostro giardino, anzi un gatto aveva tentato di andare
sul tetto, ma non riusciva ad arrivare nel punto dove si trova il nido
(chiamarlo "nido" e' un eufemismo...). Inoltre, dopo essere salito,
passando da un sottile ramo di un albero, quel gatto non riusciva più a
scendere. Noi abbiamo provato in tutti i modi, ma non conoscendoci,
diventava cattivo. So che era rimasto senza mangiare e senza bere per
tre o quattro giorni ed intanto miagolava come un disperato. Non
sapevamo chi fosse il proprietario, quando infine una vicine ci telefonò
chiedendoci se per caso avevamo visto la sua gatta... Così lei arrivò
subito con una gabbietta, si avvicino' un pochino al tetto passando da
una finestrina e la chiamò. Quella gatta docilmente entrò nella
gabbietta. Un umorista, visto il problema, mi suggerì di usare le fave.
Non capivo. Mi disse allora: "non lo sai il detto? Prendere due piccioni
con una fava..." Un amico ha suggerito di portarsi dietro il suo fucile
a pallini e... Io sono contro la caccia, ma in certi momenti... Ad ogni
modo, stamattina ho scoperto che per l'ennesima volta i piccioni sono
riusciti a far cadere la plastica e sono tornati nel "loro" posto. Mia
moglie mi ha suggerito di mettere del nastro adesivo sui sacchetti di
plastica in modo che rimangano attaccati. Ma... i sacchetti con
l'adesivo si attaccano alle canne di bambù, così tutto è inutile. Cosi'
ho rimesso quei sacchi di plastica, cercando di incastrarli il piu'
possibile. Stamattina ho provato a cercare su Google
se per caso qualcuno era riuscito a trovare qualche sistema efficiente,
ma più o meno si trovano tutti nella stessa mia situazione; in un sito
ho trovato scritto "e poi non sono neanche buoni da mangiare"... Così
fra un po' dovrò tentare (inutilmente) di rimettere quei sacchi di
plastica, ma so già che la "guerra" la stanno vincendo loro...
Dimenticavo, nel frattempo i due piccioni sono aumentati: i loro figli
(tanti) hanno occupato altri spazi in giro attorno alla casa... Non dico
più niente: getto le armi!!
NOTA:
Mentre sto ultimando di scrivere quasta puntata (e' notte fonda), ho
visto passare dalla finestra dei sacchi di plastica: i piccioni hanno
vinto ancora una volta. Ma hanno vinto un'altra battaglia, non la
GUERRA!
Beh, devo dire che, vedendo questa foto, penso che forse a volte i piccioni qualcosa di utile lo facciano...
Perogatt
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (131)
Si parla ancora di Slurp
Negli anni '80 io ho avuto una intensa collaborazione con il settimanale Piu' con vari personaggi (dei quali parleremo in un'altra puntata) e fra questi c'era anche Slurp: prima - per molto tempo - sotto forma di "Microinserto" (da staccare e montare - una fatica notevole per realizzare questi microinserti...). Ad un certo punto il Direttore Carlo Peirano
mi chiamo' in redazione e mi fece una proposta e cioe', visto l'enorme
successo che stava riscuotendo quel microinserto con Slurp, perche' non
farci addirittura una rivista mensile tutta dedicata a lui? Io,
inconsciente come al solito, dissi subito di si'. Solo che avevo fatto i
conti senza l'oste... Cioe' non avevo tenuto presente che avrei dovuto
andare in ospedale per una operazione, dicevano abbastanza
usuale, che pero' mi lascio' con una convalescenza abbastanza
notevole. Un giorno arrivo' a casa mia Peirano in persona e si arrabbio' con me perche' non avevo ancora cominciato con il numero uno di Slurp!
(ah, il titolo della rivista era scritto con il punto esclamativo); io
ero in vestaglia con ancora molte ferite da curare e dei dolori
notevoli dove mi avevavo operato. Ma lui mi disse, beh, invece di stare
in salotto a guardare la TV, vai subito in studio e comincia a disegnare
il numero uno di Slurp! Avrei avuto voglia di cacciarlo di casa ma mi
obbligai a stare calmo. Poi, in seguito, scoprii che Peirano era una
persona fatta in modo diverso da tutti gli altri direttori che avevo
conosciuto durante la mia carriera, quindi in seguito diventammo amici e
ci capivamo a meraviglia: ce ne fossero di direttoeri cosi'! A
quell'epoca io avevo messo su' una ditta (la CPPC =
Carlo Peroni Produzione Comics) ed avevo dei giovani che mi davano una
mano (a volte 3, altre 4) ed in quei giorni avevo lasciato a casa questi
collaboratori dicendo loro che li avrei chiamati appena sarei tornato
in forma. Cosi'... il giorno dopo telefonai a quei giovani e dissi loro
che il giorno dopo si tornava a lavorare, ma lavorare sul serio e... di
corsa: occorreva iniziare a fare una nuova rivista, la rivista Slurp!.
Certo quella non era l'atmosfera ideale per realizzare un mensile da
far ridere... Io avevo poca voglia di ridere, ma mi autocostrinsi a
cercare di tirare fuori il "mestiere" e confidavo molto
sull'aiuto dei miei giovani collaboratori che si misero subito a
studiare, con molto entusiasmo, che cosa si poteva e si doveva fare.
Solo che loro non lo sapevano... dato che avevo tutto in testa io di
come avrebbe dovuto essere quella rivista... Cosi' ci sedemmo tutti
attorno ad un grande tavolo ed io esposi le mie idee dando libero sfogo
ai ragazzi di dire ciascuno la sua. Fatto sta che, in distanza di poco
tempo le idee erano chiare e ci mettemmo tutti al lavoro: chi scriveva,
chi schizzava, chi squadrava le tavole, chi prendeva le misure, chi
cercava delle foto. Insomma, dopo avere molte idee pronte, io mi misi a
disegnare la copertina che venne subito bene. Nonostante le ferite
dell'operazione, riuscivo a lavorare bene anche perche'... non avevo il
tempo per pensarci... Insomma, la rivista stava cominciando a prendere
piede, ma... Peirano telefonava in continuazione per chiedere come
andava la lavorazione del numero uno e mi dava anche dei suggerimenti di
rubriche da inserire. Io gli dissi subito che Slurp era una rivista
particolare e non poteva darmi lui delle idee, dato che poi dovevo
realizzarle io e non tutti i suoi suggerimenti erano buoni. Cioe'
sarebbero stati buoni, forse, per un'altra rivista, ma non per quella
che necessitava di una concezione nuova di "demenzialita'"!
Cosi', di giorno in giorno la rivista cominciava a prendere forma e
sfornavamo una montagna di tavole (tutte molto grandi, specialmente
quando facevamo i fumetti con fotomontaggi, usando moltissime foto che
ci aveva "prestato" Peirano, foto poi ritagliate, pasticciate,
modificate...). Scoprimmo che in studio ci divertivamo sempre di piu' e
l'atmosfera era sempre molto allegra. Cominciavano a frequentare lo
studio alcuni appassionati di fumetti, come ad esempio un famoso
avvocato di Genova che poi ci invito' ad andare a trovarlo a casa sua,
dove sua madre ci fece assaggiare una montagna di specialita' liguri,
ma... soprattutto noi gradimmo le loro speciali focacce (acquistate in
una "focacceria", un negozio dove vendevano solo focacce di tutti i tipi
e tutti i sapori, ma erano tutte ugualmente buone, buonissime! Insomma,
eravamo riusciti a disegnare con molto divertimento e molte idee
nascevano proprio dai nostri scherzi... Beh, io cominciavo ad essere
soddisfatto di come andava il lavoro per questa strana rivista. Un
giorno, finalmente, dissi a Peirano che poteva venire a vedere com'era
venuta la rivista. Ma mi raccomandai: niente cambiamenti, altrimenti non
saremmo rientrati nelle date previste. Lui, stavolta mogio mogio, disse
che andava bene. Infatti, venuto in studio, ci fece i complimenti:
quella era la rivista del secolo! Chiese ad un famoso scienziato, il Prof. Ceccato
che in quei tempi si vedeva quasi tutti i giorni in TV, ma in programmi
culturali e Peirano gl ichiese di preparare un testo di presentazione
del primo numero di quella strana rivista. Il Prof Ceccato non aveva
ancora visto nemmeno degli studi della rivista: si fido' ciecamente di
quanto gli aveva raccontato Peirano e scrisse un bellissimo articolo,
che poi... noi ci demmo da fare per rovinarlo impaginandolo in maniera
particolare e con la foto del Prof. Ceccato un po' modificata...
Devo pero' dire che, contrariamente alle altre riviste a fumetti, "Slurp!"
era realizzata in maniera particolare. Tanto per cominciare si usava
moltissimo la fotopiatrice e con quella si potevano creare degli
effetti. Oppure si facevano dei disegni molto grandi e si riducevano con
la fotocopiatrice. Insomma, le tavole di Slurp, in pratica quasi non
esistono dato che sono fatte quasi tutte con una valanga di cose
appiccicate. C'era una ragazza che era specializzata proprio per quello.
Ma l'anima dei miei collaboratori era Roberto (che preferisce firmarsi Orby ed attualmente realizza tutti i giorni - o quasi - la vignetta principale del quotidiano di Como e disntorni: La Provincia)
che, lasciato a briglia sciolta, faceva galoppare il cervello con le
idee piu' pazze, piu' incredibili. Moltissime di queste idee sono poi
state realizzate ed un po' modificate, ma la "pazzia" di Orby era quella
giusta. Lui riusciva a dare un tocco di pazzia anche sulle cose quasi
serie. L'idea di preparare la "Slurpnovela" era sua e
su ogni numero si faceva una puntata, ma.. lui stesso non aveva la
minima idea di come sarebbe potuta andare avanti... Ma a me stava bene
cosi': in una rivista del genere, ogni "pazzia" era lecita, anzi benvenuta! Ci eravamo talmente immedesimati nella rivista Slurp che tra di noi parlavamo anche in maniera "slurposa"...
e ci divertiva anche a fare dei disegni di uno Slurp che non sarebbero
mai stati pubblicati, ma per puro divertimento nostro. C'era Diana,
che appena arrivata nello studio la prima volta era vestita tutta
elegante, ma poi capi' che aria tirava nel mio studio durante la
lavorazione della rivista Slurp... Poi a volte c'era Patrizia:
una artista con la A maiuscola che sapeva fare di tutto e li' comprese
bene che cosa era l'umorismo... e si adeguo' subito! Poi c'era Monica
(una delle prime ad arrivare nel gruppo) che aveva studiato
all'accademia di Belle arti di Brera (Milano) ed aveva il padre che
faceva il grafico per una importante Agenzia Pubblicitaria di Milano,
per cui lei li' era specializzata per tutto quello che riguardava le
misure e la parte tecnica (cose per le quali io sono sempre stato
"allergico"...) Ma era anche addetta ai colori, come del resto Diana. Roberto (Orby)
si era dedicato di piu' ai testi ed a dei disegni a matita: disegnava a
ruota libera... ed ogni tanto ero costretto a fermarlo dato che ormai
si era scatenato e tutto diventava lo spunto per una battuta, per uno
scherzo. Ah, un grosso problema era la posta: avevamo invitato i lettori
a scrivere (a quell'epoca non esistevano ancora i computer ed
ovviamente non esistevano le e-mail e non si sapeva nemmeno che cosa
fossero...), cosi' ci ritrovammo immediatamente con migliaia e migliaia
di lettere (alcune con foto, altre con disegni - all'incirca 3-4000 a
numero: un quantitativo incredibile! Io che ho lavorato per anni nei
giornali, so che quando arrivano 3, 4 lettere da parte dei lettori sono
tante...) e io mi misi in testa di rispondere a tutti: ad alcuni si
rispondeva per lettera, ad altri, quelli che avevano mandato delle
lettere piu' "slurpose", rispondevamo nella rivista utilizzando
tutti gli spazi immaginabili, anche i bordi esterni delle pagine (in un
numero, non ricordo quale, mi aveva scritto una lettera anche un certo Stefano Bonfanti, allora ragazzino (che in seguito sarebbe diventato uno dei due Dentiblu')
e gli risposi proprio nel bordino esterno di una pagina. Questo me lo
ha detto un giorno Stefano e mi ha indicato in quale numero si trovava,
corsi a vedere e mi ricordai vagamente di quella risposta fatta in
maniera un po' stramba... Ma una delle caratteristiche era che in quella
rivista il "lettering" era fatto tutto a mano, anche le parti "serie"
(come ad esempio il nome del direttore, dei dipendenti, della
tipografia, della distribuzione, ecc.) erano tutte scritte a mano! Su
tutta la rivista l'unica cosa che non era scritta a mano era una frase
che appariva in copertina: "Spedizione in abbonamento postale".
Io mi arrabbiai perche' avrei voluto scrivere a mano anche quella
scritta, ma mi spiegarono che certe frasi sono obbligatorie per legge...
Ma io feci notare che nella legge non c'e' scritto che non deve essere
scritta a mano. Comunque dovetti cedere...
E dopo il numero 1, ci mettemmo a preparare il 2 e cosi' via, fino al
giorno, tristissimo, in cui Peirano ci comunico' che eravamo costretti a
chiudere (vedi puntata precedente) passando dalla rivista ad un nuovo
tipo di inserti su Piu' e poi su Maxi Piu' (dove realizzai anche un nuovo personaggio: Mister Magus. Questo personaggio, poi, l'ho ritirato fuori nella serie di fumetti di Tippy per il Giornalino)
. Nel frattempo sono passati una ventina d'anni ed i lettori di allora
(che andavano dai 6 ai 40 anni!) mi scrivono ancora: molti hanno
ritrovato per caso Slurp con il suo sito su Internet (www.perogatt.com/slurp!). Ormai siamo diventati un bel gruppo di amici che si scrivono e-mail oppure ci si parla usando il programmino MSN Messenger
e ci si ricorda certi numeri di Slurp quando... Ma io non ricordo
proprio tutto quello che era stato fatto, loro invece si ricordano di
tutto. A proposito, chi volesse fare una chiacchierata usando MSN sappia
che e' facilissimo da scaricare (basta cercare con Google l'indirizzo esatto) ed inserirmi come amico; il mio indirizzo li' per farmi rintracciare e': ispettore-perogatt@hotmail.it Dai che piu' siamo e piu' ci divertiamo!
NOTA: Qui sotto si possono vedere le copertine uscite della rivista SLURP! Cliccando sulle immagini si possono visualizzare ingrandite; si consiglia di usare come browser "Mozilla Firefox"
(che si puo' scaricare gratis da Internet al sito www.mozilla.com o
qualcosa del genere. Magari si può cercare meglio il sito su Google)
perche' permette anche di ingrandire maggiormente le immagini. Per
motivi di spazio e di... tempo, qui ci volevano anche le centinaia di
copertine dei Microinserti... Beh, sara' per un'altra volta ;)
Perogatt
PARLIAMO UN PO' DI SLURP...
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (130)
Dopo tanti anni dalla strana e incredibile chiusura del mensile "Slurp",
sono in tantissimi gli ex lettori che mi scrivono con molta nostalgia e
tutti mi chiedono quando tornera' in edicola questo strano ed assurdo
personaggio. Ma la mia risposta e' sempre quella: se dipendesse da me...
potrebbe tornare in edicola anche domani, ma... mancano gli Editori "coraggiosi".
Infatti devo ammettere che ci vuole del coraggio ad essere Editori di
una rivista demenziale come quella di Slurp, ma farebbero anche un
affare perche' nel panorama attuale delle edicole italiane si nota la
mancanza di riviste di questo tipo. Mi hanno contattato diversi Editori,
solo che nessuno di questi - finora - aveva i requisiti giusti: o erano
dei piccoli Editori che avrebbero stampato un quantitativo troppo
esiguo di numeri, oppure degli Editori che pretendevano che io
apportassi dei cambiamenti. Non se ne parla nemmeno: Slurp era cosiì e
se si riprendono le pubblicazioni deve essere esattamente uguale. Oddio,
allora non c'era ancora il computer e di conseguenza farei il lettering con il computer (ma il mio lettering e' molto simile alla mia calligrafia poiche', grazie agli amici Dentiblu'
che mi hanno elaborato un font particolare, ed ora c'e' poca differenza
tra i caratteri fatti a mano e quelli fatti con il computer. Il fatto
e' che in quel modo farei molto orima. Inoltre i colori: li eseguirei
con il computer: allora si faceva tutto a mano, un lavoraccio che
portava via molto tempo ed il risultato non sempre era eccellente. Ma
per il resto sarebbe esattamente la continuazione dal numero in cui mi
avevano fatto interrompere. Ma esistera' questo Editore? Io seguito a
cercarlo e sono convinto che esiste, solo che non e' tanto facile
trovarlo... Nel frattempo, non sono rimasto completamente con le mani in
mano ed ho realizzato da solo (ovviamente con poche copie che sono
andate esaurite) dei numeri un po' strani, come ad esempio il "Calendario slurposo di Slurpo Indovino" (nel 1990), un calendario fatto quasi alla maniera di "Frate Indovino"
(cm. 29,5 x 41,5), solo che questo era tutto solo in bianco-nero (per
motivi di... soldi) solo che... il tutto era farcito con molti scherzi
ed anche molti proverbi slurposi (uno al giorno!) e poi rubrichette tipo
quelle che ci sono abitualmente su Frate Indovino, ma trasformate in
maniera... slurposa, con anche una illustrazione (alla Slurp) dedicata
al mese (completamente andato esaurito e me ne e' rimasta solo una
copia...; poi "La Settimana Slurpistica" (me ne e'
rimasta una sola copia e... in questo momento non ricordo dove l'ho
messa... Se riesco a trovarla, prometto di inserirla su questo PeroBlog); si trattava di una specie di "Settimana Enigmistica", (con le stesse misure e colori... solo che... ovviamente fatta in maniera slurposa, cioe' completamente "pazzoide"... Inoltre, prima che anche il settimanale Piu' ed il mensile Maxi Piu' chiudessero definitivamente, io avevo proposto a Carlo Peirano un inserto
del formato di cm. 13 x 18,5 (metto qui la bozza della copertina ed il
retro). Questo inserto avrebbe dovuto essere di 20 pagine tutte a
colori. Questa idea piacque moltissimo a Peirano (che era il direttore
di Più ed era stato anche il direttore di Slurp), ma... quella idea non
era piaciuta alla proprietaria dell'Editoriale Domus.
Quindi fu bocciata e pochi mesi dopo fece chiudere anche il mensile Maxi
Piu': insomma, ha voluto chiudere il settore ragazzi per fare in modo
che questi giornali non facessero sfigurare le altre riviste "serie" come ad esempio "Domus" (una prestigiosa rivista sull'arredamento letta, penso, solo dagli architetti) ed il famoso "Quattroruote". Poi avevo utilizzato Slurp sui fumetti dei Casi dell'Ispettore Perogatt (vedere il sito apposito: www.perogatt.com/ispettore-perogatt) pubblicati sul Giornalino
per alcuni anni e Slurp gli stava quasi sempre vicino e faceva le sue
solite... pazzie... In un numero c'era addirittura una indagine
particolare: era intitolata "Chi ha slurpato la Slurperia?".
Ma... ad un certo punto il direttore del Giornalino mi ha chiesto di
"accorciare la lingua a Slurp!" Io mi sono opposto energicamente: senza
lingua, Slurp non aveva piu' motivo di esistere dato che e' la sua
caratteristica principale! Il direttore fu inflessibile. Cosi' andai
avanti a realizzare i fumetti delle inchieste pazze dell'Ispettore
Perogatt. Poi in quel periodo illustravo la rubrica chiamata "Internet" dove si trattavano argomenti di siti particolare scoperti su Internet e quelle illustrazioni erano tutte interpretate dall'Ispettore Perogatt (ogni
tanto mi sfogavo facendo Slurp da qualche parte...); una caratteristica
di questi fumetti era che scrivevo dei biglietti che stavano in giro
per quasi tutte le vignette, in questi biglietti approfittavo per
salutare i numerosissimi amici lettori che mi scrivevano. Inoltre
mettevo su tutte le vignette un biglietto (sempre in maniera scherzosa e
nei posti più strani...) con la mia firma e l'indirizzo del mio sito
principale (www.perogatt.com). Ma... ad un certo punto e' cambiato il
direttore che prima mi disse di non mettere piu' quei bigliettini ed
infine mi impose di non mettere piu' il mio indirizzo internet. Mi disse
che in quel modo io mi facevo pubblicita' e la pubblicita' andava
pagata! Cercai di spiegargli che io avevo quel sito solo per puro
divertimento, non era un sito commerciale! Anzi, approfittavo spesso per
fare pubblicita' (gratis!) al Giornalino. Ma dopo qualche tempo mi
chiuse i fumetti dell'Ispettore Perogatt e cambio' tutta l'impostazione
del Giornalino e mi tolse anche tutte le illustrazioni che facevo
settimanalmente. Al suo posto ci mise molte foto. Io gli spiegai che ai
ragazzi piacciono di piu' i disegni che le foto, ma fu un discorso
inutile: lui era (ed e') convinto che invece i ragazzi vogliono vedere
la "realta'", quindi meglio le foto! Non c'e' stato niente da fare: non
ascolta mai nessuno, specialmente quelli che... non sono d'accordo con
lui... Beh, non mi rimane che sperare di poter rifare Slurp; io sono
sempre in attesa di riuscire a trovare finalmente un Editore "giusto".
Intanto vediamoci qui alcune cose slurpose... Meglio che niente,
no? Per chi volesse vedere altre immagini, consiglio di recarsi sul sito
ufficiale di Slurp: www.perogatt.com/slurp
Ecco qui sotto la copertina di Slurpo Indovino in versione colori. Poi, una pagina di un mese (settembre) del calendario di Slurpo Indovino.
NOTA:
dato che l'argomento SLURP e' piuttosto ampio, ho pensato di continuare
anche nella prossima puntata! In questo modo i fans di Slurp saranno
accontentati :)
Perogatt