Benvenuti nel P e r o B l o g , il Blog di CARLO PERONI "PEROGATT" - diventiamo amici? :)
fumetti, disegni animati, illustrazioni, grafica, cinema, TV, teatro, umorismo, ecc.
il tutto raccontato con inediti aneddoti su questo
magico mondo vissuti in prima persona!
Vai a visitare la... P
E R O S I T E R I A e scoprirai una ventina di link di altrettanti siti
perogattiani!
Conosci il sito... russo di Perogatt? Eccolo qua: www.perogatt.narod.ru
Nome: Perogatt
Carlo Peroni "Perogatt" - per gli amici "Pero"...
sito ufficiale: www.perogatt.com
se vuoi inviare GRATIS delle cartoline virtuali per tutti i gusti, per tutte le occasioni, vai su PEROCARDS
Ah, se hai un attimo di tempo, ti consiglio di andare a visitare anche il Perogatt-PeroBlog su BlogSspot:
PeroBlog - bis...
dove potrai trovare anche altri aneddoti, ma... con qualche differenza come ad esempio, prossimamente ci troverai anche le prime puntate del PeroBlog!
Ed ora...
scopri questo sito:
utente anonimo in IL PRIMO CALIMERO
utente anonimo in IL PRIMO CALIMERO
utente anonimo in IL PRIMO CALIMERO
utente anonimo in CHE CALDO!...
utente anonimo in IL PRIMO CALIMERO
utente anonimo in CHE CALDO!...
AFNEWS
AtComix
Banda PM
Carlo Peroni "Perogatt"
Comics Blog
Dentiblù
DIVINA FOLLIA: le poesie di Silvia Denti
Furrymania
Giovanni Beduschi
GIUSEPPE SASO: il sito
gli alieni di Moise
Goria: FOTO-BLOG
il BLOG di LINUS
il sito ufficiale di Jacovitti
Ispettore Perogatt
l'altro PeroBlog...
LAUREL e HARDY
LUCA BOSCHI BLOG
Newsletter Perogattiana
PeroCards
PEROGAMES
PEROPORTALE
PEROPOSTA
POCHESIE
Remo Fuiano
SLURPBLOG
SLURPOSTA
THE SIMPSONS
Uomo Col Megafono
VisualVision
YOU TUBE Italia
oggi
luglio 2010
maggio 2010
aprile 2010
febbraio 2010
dicembre 2009
novembre 2009
ottobre 2009
settembre 2009
agosto 2009
luglio 2009
giugno 2009
maggio 2009
aprile 2009
marzo 2009
febbraio 2009
gennaio 2009
dicembre 2008
novembre 2008
ottobre 2008
settembre 2008
agosto 2008
luglio 2008
giugno 2008
maggio 2008
aprile 2008
marzo 2008
febbraio 2008
gennaio 2008
dicembre 2007
novembre 2007
ottobre 2007
settembre 2007
agosto 2007
luglio 2007
giugno 2007
maggio 2007
aprile 2007
marzo 2007
febbraio 2007
gennaio 2007
dicembre 2006
novembre 2006
ottobre 2006
settembre 2006
agosto 2006
luglio 2006
giugno 2006
maggio 2006
aprile 2006
marzo 2006
febbraio 2006
gennaio 2006
dicembre 2005
novembre 2005
ottobre 2005
settembre 2005
agosto 2005
luglio 2005
giugno 2005
abbasso la nostalgia
abbasso milano
abruzzo una tragedia che si pote
alfredo castelli
altre lumache
amicizia
amici del vittorioso
amici unici
anche i robot hanno un cuore
ancora gianconiglio
ancora il cane dago
ancora jacovitti
ancora seconda guerra mondiale
angoletta
animali & animali
anni 90 - quando mi divertivo a
arrivano i paciocci
arrivano i putipoti
asterix
auguri fumettosi
a proposito di giornalino - come
befana degli anni 50
bocca chiusa
buona peropasqua
buone vacanze
buon ferragosto
cambio lavoro
campioni del mondo
carlo peirano
cartolina dal passato
cartoni animati
cartoomics 2007
censura
censure
cera una volta spugna
che caldo
che maroni
chicchiricchi - riso gallo
chi li ha visti
cinecitta
cirillo un clown per amico
claudio lippi
compare orso e i mostri
corriere dei piccoli
corriere dei ragazzi - corriere
craveri - bottaro
craveri ritorna
dago e dino
disegno animato
edo
ehm scusatemi
elezioni - ultimissime
fabbrica idee
fabbrica sacchi di carta
faccia da schiaffi
facebbok
fastweb ci prende in giro
ferruccio alessandri
figurine calimero
fumetti - musica - gaffe
furry - animali antropomorfi
gatti tartarughe lumache
gervasio
gervasio - hanna-barbera - nostr
gervasio antipaperone
gervasio antipaperone - 2
gervasio antipaperone 2
gialli perogattiani
gianco-gianconiglio
gianconiglio - il pianeta mortad
gianconiglio - i ianeta deiquiz
gianconiglio - ritorno a belpelo
gianconiglio - unaltra storia
gianconiglio fantascientifico
gianconiglio pubblicitario
gianconiglio storie
gianconiglio su marte
gianfranco goria
gioconda
giornaletti
grandi umoristi
grossista medicinali
guai con il telefono e con inter
guerra contro i piccioni
hanna-barbera
hanna-barbera al giornalino
harry porker
herr peronen
hum
il giornalino
il giornalino - 1948
il primo calimero
il primo gianconiglio
il ritorno di slurp
incredibile jacovitti - bis
io sono di dove mi trovo
ispettore perogatt
jacovitti - landolfi
jacovitti e i suppli
landolfi inedito
la mia prima tavola
luca boschi
luciano bottaro
manca
milano - parigi
mio padre
missione impossibile
mistero dei lampioni
mi pento
moise
mona lisa
mondo lumaca
natale anomalo
negativita - positivita
nerofumo
nerofumo - zannablu
occhio al giornalino
oche - formiche
orchestrida di gianconiglio
organizzazione - disorganizzazio
osvaldo cavandoli
osvaldo cavandoli - cava
padre pio
panini - de maria
parliamo un po di slurp
pecore nere
peroavviso
perogatt a cremona
perogatt non e stato qui
perowebconvention
personaggio senza nome
piccioni sconfitti
piero tonin e la descoverta dele
provolino
pubblicita
ritorna gianconiglio
ritorna nerofumo sul pm
ritorno del vittorioso
roma - milano
rubino
sara un caso
scoiattolo amico
seconda guerra mondiale
senza nomi
sgrilli
si parla ancora di slurp
si ricomincia
sonni e sogni
sonny
sottomarino
superstizione
teatro
tecniche disegnatori
thats fumetti
the flintstones - carlo peroni
tofano
ufficio peropostale
ufficio peropostale 2
ugo
una giornata calda e nera
uomo della notte
vacanze - mare - pietra ligure -
vacanze montagna
vaturate
video-intervista a carlo peroni
vi presento belpelo
zio boris a colori
zio boris ragazzi
visitato
2.524.865
volte
ehm... un po' meno...
ma i visitatori sono moltissimi e spero che aumentino sempre piu'!
==> Vedi in fondo a questa pagina
LA "P E R O P O S T A !"
|
Carlo Peroni Perogatt | Crea il tuo badge
__N E W S__ | |
Gadgets powered by Google |
il sottomarino
Erano gli anni della seconda guerra mondiale (anni '40) e per un certo periodo da noi (a Senigallia - AN) non c'erano pericoli imminenti (i bombardamenti sarebbero arrivati dopo) e di conseguenza noi ragazzi ci recavamo quasi tutti i giorni alla spiaggia per fare il bagno; ma la spiaggia era quasi vuota: la gente non aveva troppa voglia di andare a divertirsi. Una mattina, io ed un mio amico, appena arrivati in spiaggia notammo che c'era qualcosa di strano... Nel tratto di spiaggia dove solitamente noi andavamo c'era un sommergibile! Si trattava di un piccolo sommergibile che si era un po' incagliato sulla sabbia. Lo sportello era aperto e noi, dopo esserci assicurati che dentro non ci fosse nessuno, entrammo. Quello per noi era un grosso divertimento: giocavamo nel fare a turno il comandante e ci davamo gli ordini di immersione, ma non avevamo la minima idea di come si manovra un sottomarino... per cui il divertimento consisteva solo nel "fare finta" di immergerci. usavamo i vari attrezzi che c'erano: eravamo piuttosto incoscienti perché avremmo dovuto stare molto attenti, ma eravamo dei ragazzi e non pensavamo ai pericoli. Giocammo con il sottomarino per tutta la giornata e scoprimmo, da varie scritte che c'erano all'interno, che era americano. Eppure lì da noi in quel momento c'erano i soldati tedeschi. Che fine avranno fatto quelli dell'equipaggio (minimo, dato il poco spazio) del sottomarino? Sinceramente in quel momento non ce lo eravamo chiesto. Ma nei giorni seguenti, cono noi sempre a giocare con questo sottomarino, cominciammo a chiederci come mai quel sottomarino si trovasse lì. Ma non riuscivamo a trovare nessuna risposta: avrebbe potuto trattarsi di spie... oppure di soldati che, trovandosi impigliati con la sabbia, avevano cercato di svignarsela non visti, oppure... Insomma, facemmo mille congetture, ma non riuscivamo a darci una risposta. Pensavamo che un momento o l'altro sarebbero venuti i soldati tedeschi per controllare quel sottomarino, ma non si è mai visto nessuno. Ma noi, ce ci recavamo sulla spiaggia tutti i giorni, avevamo notato che ogni volta c'era qualche elemento all'interno che mancava: evidentemente di notte arrivava qualcuno per arraffarsi di pezzi magari di valore. Fatto sta, che dopo un po' di tempo, dentro non c'era quasi più nulla. Inoltre l'acqua aveva cominciato ad entrare un po'; evidentemente quando il mare era un po' più mosso, l'acqua entrava dentro al piccolo sottomarino. Noi ci entravamo ugualmente, ma non riuscivamo più a giocarci come prima: non c'era quasi più niente con cui giocare... Una mattina vedemmo che al sottomarino cominciavano a mancare anche delle parti esterne. Pochi giorni dopo non era rimasta altro che una carcassa di ferro... Il nostro gioco era finito. Tornammo ancora in spiaggia ma solo per fare dei bagni ma seguitavamo a farci delle domande su chi aveva guidato fin lì quel sottomarino ed ogni risposta che ci davamo portava a far lavorare la fantasia....
(116 Segue)
Animali & animali...
A casa nostra abbiamo sempre avuto a che fare, in un modo o in un altro, con gli animali. Nella puntata precedente ho parlato delle mie oche e delle mie formiche, ora vorrei parlare anche di altri tipi di animali. Mio padre non uccideva mai le mosche, le faceva uscire fuori dalla finestra, delicatamente. Ora mio figlio Paolo lo imita... E lo fa non solo con le mosche ma anche con ogni altro tipo di insetti (escluse le... zanzare ed insetti dannosi per la casa). E pensare che qualche anno fa io avevo creato e realizzato il personaggio chiamato "Zikko" per la trasmissione TV "Zitti e Mosca" (con Maurizio Mosca). Zikko era una mosca umanizzata e... avrebbe rischiato di essere cacciato fuori dalla finestra anche lui ;)....
Sempre
mio figlio Paolo, diversi anni fa andava ogni anno in Inghilterra per
fare delle vacanze ma soprattutto per imparare bene l'inglese, cosa che
poi è accaduta e cioè è riuscito a parlare bene l'inglese tanto che a
volte gli inglesi non capivano nemmeno che fosse italiano. Andava in
Inghilterra con una organizzazione apposita che pensava a tutto per il
viaggio, l'alloggio e lo studio dei ragazzi a loro affidati.
Successivamente, da allievo, Paolo è diventato dirigente ed era lui che
seguiva i ragazzi ed era un compito abbastanza difficile dato che
spesso gli capitavano anche dei ragazzi un po' piccoli e qualcuno di
loro era indisciplinato. Una volta, a Londra, era con tutto il gruppo
dei ragazzi e ad un certo punto si è accorto che ne mancava uno. Lo
cercò, disperato, per quasi tutta Londra e non sapeva più che cosa fare
quando ad un certo punto ha pensato di rivolgersi alla Polizia e qui
gli hanno detto che un ragazzo italiano - che non conosceva la lingua
inglese - si era perso e si era rivolto ad un poliziotto. Loro lo
avevano portato nei loro uffici sperando che qualcuno venisse a
cercarlo lì. Infatti quel ragazzo era proprio quello che si era perso!
Dopo un grossa sgridata, mio figlio ha ripreso il viaggio, ma poi stava
con gli occhi aperti al massimo; ma ha anche deciso che quello era
l'ultimo anno che si sarebbe preso un impegno così gravoso: aveva avuto
troppa paura per la perdita di un ragazzo a lui affidato in una città
così grande come quella di Londra che non ha nulla a che vedere con le
nostre più grandi città. Una volta andarono a visitare un maneggio ed i
ragazzi potevano divertirsi ad andare a cavallo.
Anche a mio figlio Paolo venne voglia di provare (non era mai stato a
cavallo) e ne parlò con gli addetti al maneggio. Quelli lo osservarono e
si grattarono la testa: mio figlio era un po' troppo alto (circa un
metro e 90) per poter salire in groppa ad uno dei loro cavalli per via
delle sue gambe troppo lunghe in base all'altezza dei loro cavalli. Ad
un certo punto venne in mente a loro un'idea: avevano un grosso cavallo
di taglia gigante e lo fecero montare su quello. Paolo riuscì a salire
e, da quell'altezza gli sembrava assai difficile riuscire a guidare il
cavallo. Ma per fortuna questo cavallo era grosso ma molto docile, così
riusci' a cavalcare con molto divertimento.
Mia figlia Luisa una volta dovette andare in Tunisia per lavoro e qui la invitarono ad andare sul cammello,
solo che lei non aveva mai provato a cavalcare un cammello... Ma cercò
di non farlo notare e tutto filò liscio. Solo che, dopo un'oretta
passata anche in mezzo alle dune del deserto, mia figlia era veramente
stanca e non vedeva l'ora di scendere e sdraiarsi sul letto per
riposarsi, finalmente! Ha detto che è stata un'esperienza unica, ma che
non ci avrebbe più provato: andare sul cammello non è la stessa cosa
che andare a cavallo perchè il cammello mentre cammina, dondola in
maniera impressionante...
Quando ero piccolo mi avevano molto meravigliato le lucertole
perché scoprii' che se per caso a volte la si tenevano per la coda,
poteva capitare che la lucertola riuscisse a scappare, ma... senza la
coda che mi rimaneva in mano. Ma poi avevo saputo che non era un grosso
guaio perchè alle lucertole la coda gli ricresce. Qualche anno fa una
piccola lucertola entrata in casa ed era difficile farla uscire. Io e
mia moglie abbiamo studiato tutti i sistemi per convincerla ad uscire,
ma lei aveva paura ed andava a nascondersi sotto i mobili. Una volta
avvicinata noi evitammo di prenderla per la coda per evitare che si
spezzasse: sapevamo benissimo che poi la coda gli ricresce ma non
sappiamo se per loro questo comporta un dolore o una difficoltà fino a
quando non è ricresciuta completamente. Ad un certo punto abbiamo
pensato di mettere dei fogli di carta da giornale in terra e, dopo
parecchio tempo, la lucertola era andata proprio sopra uno di questi
giornali. Allora era abbastanza facile arrotolare un pochino il
giornale e portarla fuori...
Nel nostro giardino si vedono spesso degli scoiattoli
(dal pelo rosso). Ebbene abbiamo scoperto che spesso vanno negli altri
giardini dei vicini per prendere le noci (noi non abbiamo piante di
noci). Lo abbiamo scoperto perchè in giro per il giardino, ma
soprattutto sotto un grosso albero, si trovano dei gusci di noce
tagliati perfettamente a metà. Evidentemente gli scoiattoli sono capaci,
con i loro denti, di tagliare a metà (in misura perfetta) le noci per
poter poi mangiare tranquillamente il contenuto.
Ma oltre agli scoiattoli, arrivano molti uccelli: oltre ovviamente i passeri, ci sono molti merli, una coppia di gazze e molte colombe.
Queste colombe sono la mia disperazione... perchè da anni due di loro
hanno deciso di fare il nido proprio sopra la porta d'ingresso del mio
studio e questo comporta il fatto che davanti allo studio c'è sempre
sporco... Inoltre non mi risulta che siano animali intelligenti dato
che quando preparano il loro nido non hanno capito che i rametti che
mettono sopra uno stretto legno (sul quale si sono stabilite),
scivolano e cadono in terra. Così io mi ritrovo con una montagna di
rametti inutilizzati. Non sono mai riusciti a fare un nido ed una volta
un loro uovo è scivolato a terra (ovviamente rompendosi). Ma io da
anni cerco di far capire loro di cambiare punto per nidificare; dato
che non è possibile riuscire ad arrivare con una scala vicino a quel
punto, ho adottato un sistema: usando delle lunghe canne di bambù,
riusciamo - con molta fatica - a mettere dei sacchi di plastica nera
accartocciata proprio nello spazio dove loro hanno deciso di stare,
cioè sopra l'ingresso del mio studio. Dopo vari tentativi, finalmente
riusciamo a mettere quella plastica ben aggrovigliata. A quel punto,
quando arrivano, le colombe capiscono che devono cambiare posto che si
trova ad un paio di metri di distanza. Ma quando a volte c'è del forte
vento, la plastica se ne vola via e le colombe tornano subito in quel
punto. Evidentemente per loro quella è la loro casa. Ma non mi pagano
l'affitto...
Da qualche tempo nel nostro giardino si vede anche un uccello strano,
cioè di un tipo che non avevamo mai visto. E' molto bello, tutto verde
(chiaro e scuro) ed un ciuffo rosso in testa. Abbiamo cercato su varie
enciclopedie ma non lo abbiamo trovato. Se qualcuno sapesse darmi
informazioni riguardo questo animale gliene sarei grato.
Ma nel nostro giardino anni fa c'erano le talpe. Disegnate da Silver su Lupo Alberto,
le talpe sono animali simpatici, ma... trovarsele in giardino
significava trovarlo pieno di buche con molta terra mossa, ma la cosa
peggiore era quando si decidevano ad andare nell'orto: qui scavavano le
loro gallerie e mangiavano tutte le radici delle piante dell'orto, ma
la cosa peggiore era quando avevo piantato le carote: ogni tanto
scoprivo che le foglie delle carote cominciavano ad appassire e
scoprivo che sotto... non c'erano più le carote perchè se le erano
mangiate le talpe. Per fortuna siamo riusciti a far capire al nostro cane Dago (ne ho parlato più volte in questo PeroBlog...)
che, quando le vedeva, doveva spaventarle e convincerle ad andarsene.
Infatti poco tempo dopo non avevamo più le talpe. (In questi ultimi
giorni ho fatto una scoperta: le talpe sono tornate! Devo studiare un
modo per "convincerle" ad andarsene...)
In cambio sono arrivati i ricci. Però i ricci non fanno danni, quindi non mi interessava cacciarli via. Ma
il nostro cane evidentemente aveva pensato che fosse una specie un po'
diversa di talpe... dava loro la caccia; ma quando arrivava vicino a
loro i ricci si arrotolavano
ed il nostro cane, incuriosito, andava ad annusare e per un paio di
volte ci ha rimesso perchè le spine dei ricci si erano conficcate sul
naso del cane. Abbiamo tentato in tutti i modi di fargli capire che
quei ricci facevano male, ma lui aveva capito la lezione: quelle spine sul naso erano troppo dolorose...
Una volta era entrato nel nostro giardino un pavone.
Ho scoperto che il pavone è molto bello quando fa la ruota -
bellissima - ma quando non fa la ruota è un po' bruttino e poi è
anche... stupido... Non riuscivamo a capire da dove venisse fin quando
un vicino (lontano da noi diverse case avanti) ci chiese se avevamo
visto un pavone. Lui teneva un pavone in giardino, ma ogni tanto questo
spiccava il volo (piccoli voli, ma quel tanto per riuscire a superare
delle siepi divisorie. Poco dopo quel tizio è arrivato munito di una
grossa rete, tipo quelle per le farfalle, ma molto più
grande. Si è avvicinato piano piano al pavone per poterlo mettere
nella rete, ma proprio all'ultimo minuto il pavone ha spiccato un volo
un po' più in alto del solito ed è finito proprio sopra al tetto dei
nostri vicini. Così il proprietario del pavone poco dopo era sul tetto,
sempre con la sua rete e stavolta è riuscito a prendere il pavone
perchè evidentemente lo stare sopra un tetto gli aveva messo un po' di
paura; ma anche il nostro vicino aveva avuto paura perchè, per riuscire
a prendere il pavone, stava per scivolare ed ha rischiato di arrivare
fino a terra con un volo un po' troppo alto. Ma l'operazione è riuscita
ed ha riportato il pavone nel suo giardino. Ho poi saputo che se ne è
disfatto del pavone: in cambio ha preso dei cani che se non altro... non volano ;)
(115 Segue)
Dago e Dino...
Sul numero 19 del Giornalino (del 13 maggio scorso), è pubblicata una storia dei Flintstones
alla quale sono particolarmente affezionato. In pratica siamo riusciti
a realizzare una situazione con i Flintstones che è ispirata ad un
fatto vero, cioè il titolo è "La vaccinazione" e parla di Dino (il dinosauro dei Flintstones che in pratica rappresenta moglio un nostro cane Dago - del quale ho parlato in altre puntate di questo PeroBlog)
e in questa storia Dino deve essere vaccinato. Ebbene, anche il nostro
Dago si comportava da fifone... alla vista della siringa. Quando
andavamo presso l'ambulatorio della veterinaria, diventava un agnellino
e tremava tutto. Ebbene, anche Dino trema e Wilma
riesce a fargli una iniezione usando però uno stratagemma... Metto qui
proprio la pagina in questione. Chi volesse leggere la storia intera
gli conviene procurarsi quel numero che si trova anche ora in edicola.
Ho realizzato una marea di storie con i Flintstones, ma questa mi fa un
po' tenerezza perchè mentre disegnavo Dino pensavo al nostro Dago,
anche nelle espressioni... Niente di speciale, ci sono storie migliori,
ma a questa ci tengo in modo particolare. Tutto qui.
Testi di M. Zanga - Disegni di C. Peroni (C) Copyright Warner Bros
(114 Segue)
Oche e Formiche
Quando
ero piccolo giocavo spesso in una specie di cortile: in effetti era
uno spiazzo abbastanza grande dove un tempo c'erano delle case che però
erano crollate molti anni prima per un grosso terremoto ed avevano poi
tolto le macerie e costruito un muro tutto attorno. Qui venivano a
trovarmi molto spesso molti amici ed avevamo lo spazio necessario per
riuscire ad eseguire una montagna di giochi. Ad esempio, avevano
depositato moltissimi mattoni che erano rimasti lì inutilizzati per molto tempo. Noi ragazzi li usavamo per costruirci delle nostre piccole "case"
ed anche dei tunnel. Lì ci incontravamo e nello spazio più grande
c'era il nostro "quartier generale". I vicini a volte ci osservavano
dalle finestre ed allora noi ci rifugiavamo nel nostro quartier
generale per poter parlare fra di noi senza essere osservati e sentiti.
Ci si raccontava le proprie esperienze, le proprie paure, i propri
dubbi, ma soprattutto ci leggevamo i nostri fumetti. Non
avevamo pensato che le nostre non erano vere e proprie case dato che i
mattoni non erano cementati ma appoggiati semplicemente in una specie
di muri che non sempre riuscivano a stare in piedi... Avevamo costruito
il tutto in base alle nostre altezze, anche perchè in quel modo non
potevano venire i "grandi". Spesso
vedo nei film e fumetti americani che in America i ragazzi si
divertono molto con le case costruite sugli alberi, noi non avevamo
alberi... quindi avevamo inventato quel sistema. Peccato che dopo
qualche anno quel terreno fu venduto e ci costruirono altre nuove case,
questa volta vere e non fittizie come quelle che avevamo costruito
noi...
Una volta mia madre comprò due piccole oche
che pensò di mettere nel cortile per farle ingrassare. Io stavo molto
spesso assieme a queste oche e le vedevo crescere a vista d'occhio.
Loro mi amavano e si lasciavano fare tutto quello che volevo, ma i miei
amici non potevano avvicinarsi, altrimenti correvano loro incontro per
beccarli. Io avevo costruito con il cemento una specie di piscina dove
mettevo sempre dell'acqua per le oche che si divertivano molto a farci
il bagno. Ogni tanto facevo loro anche la doccia e le oche si erano
abituate a tirare su le ali per farsi bagnare anche lì. Avevo allenato
le oche ad eseguire i miei ordini con dei fischi: erano una serie di
motivetti e ciascuno significava un ordine. Le oche impararono subito
quella specie di linguaggio ed obbedivano. Quando facevo ritorno da
scuola io eseguivo il mio solito fischio da lontano
e le due oche mi sentivano e cominciavano a corrermi incontro facendo
un baccano incredibile; solo che c'era il muro del quale ho parlato
prima e dovevano attendere che entrassi da una porticina e loro venivano
a farmi le feste. Io le ricompensavo dando loro qualcosa da mangiare.
Per me erano delle vere amiche e ci parlavo anche spesso e loro
sembrava che mi capissero.
Ma un brutto giorno i miei genitori mi chiamarono per farmi un
discorso: mi spiegarono che quelle oche loro le avevano prese solo per
aspettare che ingrassassero per poterle... cucinare! Io non potevo
crederci, come si poteva pensare a cucinare delle amiche? Ma i miei
genitori erano inflessibili ed io piansi per diversi giorni. Alla fine
arrivammo ad un compromesso: loro avrebbero portato le mie due oche da
un contadino che ne aveva tante e ne avrebbero portate via altre due.
Io, sempre piangendo, fui costretto ad accettare. Quando il contadino
mise le due oche in mezzo alle altre, queste non ne volevano sapere di
rimanere lì: volevano seguirmi. Allora
i miei genitori mi obbigarono ad andarmene senza nemmeno voltarmi a
guardarle. Io rimasi con il muso lungo per diverso tempo e ne avevo
anche parlato con i miei amici e questi ebbero un'idea: dopo circa un
paio di mesi ci recammo tutti in gruppo in bici presso la fattoria di
quel contadino e, quando vidi le numerosissime oche mi persi di
coraggio. I miei amici mi dissero che c'erano pochissime speranze che
le "mie" oche fossero ancora lì. Ma io feci la mia prova: mi misi a
fischiare i motivetti che avevo insegnato loro ed improvvisamente dal
gruppo delle oche ne uscirono due che mi corsero incontro. Io non stavo
più in me dalla gioia. Ma io contadino ci obbligò ad andarcene perchè
stavamo disturbando le sue oche. Io me ne andai via a malinquore, ma
contento che fossero ancora vive e che non si erano dimenticate di me. E
poi c'è gente che dice che le oche sono animali stupidi!
Nel cortile c'erano anche diverse formiche,
di una razza che non so come si chiami, ma so che erano un pochino più
grandi delle altre. Ebbene io mi misi a studairle, cercare di capire
le loro abitudini e le loro usanze. Il loro mondo mi aveva sempre
affascinato. Allora mi venne in mente di costruire una speciali città,
la "città delle formiche"...
In questa specie di città io avevo costruito (con il cemento) delle
strade, delle piazze e dei negozi: qui mettevo vari tipi di semi. Le
formiche andavano quindi a "fare la spesa" nei negozi che avevo
costruito io. Ma non mi bastava. Mi affascinava scoprire il loro mondo,
quindi mi misi delicatamente a scavare da un lato del formicaio e
scoprii così i vari cunicoli, le loro stanze, i vari reparti per il
deposito dei semi ed anche la "nursery", cioè una specie di stanza dove
venivano allevate le piccole formiche. Trovai un vetro e lo misi in
verticale, in maniera che si potesse vedere bene dall'esterno la vita
delle formiche all'interno del formicaio. I miei amici venivano spesso
ad osservare ammirati questo strano ed affascinante mondo, il mondo
delle formiche! Allora non sapevo che poi, da grande, avrei eseguite
delle animazioni proprio sulle formiche: fui assunto per un certo
periodo per realizzare una buona parte del lungometraggio "Putiferio va alla guerra" (della Gamma Film). Allora ero in contatto con Piffarerio (il notissimo e bravo fumettista
che per molto tempo aveva continuato le storie di Alan Ford, imitando
perfettamente lo stile di e a tutt'oggi, quando glielo chiedo, mi
disegna con molta facilità e velocità alcuni personaggi di Alan Ford).
Allora Piffarerio era un dipendente interno della Gamma Film (anche io
ero dipendente ma lavoravo a casa) ed era incaricato di seguire i vari
animatori e spiegare loro che cosa occorreva fare. In pratica lui
aveva in mano tutto il lungometraggio che era stato suddiviso in varie
parti che eseguivano diversi animatori. Io dovetti preparare le
sequenze di due o tre parti del film, compreso una specie di sogno che
era realizzato con uno stile particolare. Purtroppo (tanto per
cambiare...) non ho con me nemmeno un disegno delle numerose animazioni
che avevo realizzato per quel lungometraggio. Ho solo la serie di
libri che sono stati realizzati utilizzando anche molti disegni presi
dal film.
(113 Segue)
Pecore nere
Ho
detto più volte che la nostra categoria di disegnatori di fumetti ha
una particolarità: andiamo tutti d'accordo, siamo tutti amici oltre che
colleghi, ci si aiuta l'uno con l'altro. Insomma è un bel gruppo
(nutritissimo) di persone che vanno molto d'accordo. Purtroppo però
esistono pochissime persone, delle "pecore nere" che
si comportano in maniera diversa, che non rispettano le regole - non
scritte - della vera amicizia. Per fortuna non sono tante e noi tutti
conosciamo bene i loro nomi e cerchiamo di tenerci alla larga da questi
individui che rovinano la categoria. Io ho avuto a che fare con alcuni
di questi individui e qui non posso fare i nomi, ma i miei colleghi
immagino che capiscano di chi sto parlando. Ad esempio, molti anni fa
per un certo periodo ho lavorato in uno studio di un disegnatore
milanese; qui c'erano un paio di disegnatori con i quali andavo
d'accordo e ci confidavamo le scorrettezze di questo individuo. Ad
esempio, a volte non ci pagava o ci pagava una cifra inferiore a quella
pattuita e comunque con molto ritardo. Ma la cosa che più mi aveva
fatto arrabbiare era che uno dei due disegnatori era sordomuto (lo
chiamerò semplicemente "E"), però da un orecchio ci sentiva un po' ed i
genitori erano riusciti a fargli mettere un apparecchio all'orecchio
per fare in modo che ci sentisse un po' di più. Però faceva un po'
fatica a parlare, ma riusciva a farsi capire. Noi due eravamo molto
amici ed io cercavo di aiutarlo per imparare alcune cose sul disegno
quando ne aveva bisogno. Il "capo" ci faceva lavorare sodo e
specialmente con E che gli faceva fare i lavori più difficili e più
noiosi e pesanti. Ma la cosa che mi disturbava molto di più era che,
ogni volta che E entrava in studio pretendeva che facesse il "saluto
fascista": il "capo" aveva appeso sulla parete dietro la sua seggiola
un ritratto di Mussolini e pretendeva che E facesse il saluto fascista
ogni volta che passava davanti a quel ritratto. Inoltre, spesso il "capo"
si avvicinava di nascosto dietro E e gli strillava proprio verso
l'orecchio dal quale sentiva un po'. Ogni volta E saltava in aria per
lo spavento. Una volta gli ha gridato più forte del solito ed
improvvisamente E mi ha detto che non ci sentiva più del tutto. Io ho
cercato di fargli capire che molto probabilmente quella'apparecchio si
era guastato e sicuramente i suoi genitori sarebbero riusciti a farlo
mettere a posto. Ma mi ero sbagliato: non solo si era danneggiato
l'apparecchio, era partito completamente l'orecchio dal quale prima
riusciva a sentire un pochino. Da quel giorno era diventato
completamente sordo. Lui odiava il "capo" e non vedeva l'ora
di andarsene, ma aveva molta paura di lui. Io cercavo di fargli capire
in qualche modo che non dovava avere paura: doveva andarsene e basta. E
era molto titubante. Ma un giorno il "capo" mi ha fatto un
discorso molto offensivo ed io non gli ho nemmeno risposto: non ci sono
andato più, anche se lui mi doveva ancora dei soldi. Non ce la facevo
proprio più. Questo fatto però è stata la mia fortuna poiché mi sono
deciso a presentarmi presso i Fratelli Pagot (che
avevano una grossa ditta di animazioni a Milano). I due fratelli,
quando videro i miei disegni mi dissero che ero subito assunto come
animatore, con un buon stipendio. Poco tempo dopo mi nominarono capo
animatore ed ovviamente anche lo stipendio era stato aumentato. Ma
questa è un'altra storia. Parlavo delle "pecore nere".
Quel tizio non aveva accettato il fatto che io me ne fossi andato, ma
non solo: subito dopo avevo fatto in modo che anche E se ne andasse e
venisse assunto anche lui presso la ditta dei fratelli Pagot dove io
gli ho subito insegnato tutto sul sistema di come si fanno le
animazioni. Con E poi mi sono sempre trovato molto bene e scherzavamo
spesso, anzi avevao anche inventqato una specie di nostro linguaggio a
gesti solo per ridere un po'. Quel tizio mi minacciò, ma io gli
dimostrai che non avevo paura di lui e che non volevo più vederlo e
nemmeno sentirlo nominare. So che la sua carriera si è chiusa
abbastanza presto: la voce della sua prepotenza si era sparsa
velocemente e nessuno voleva più lavorare per lui. Ma non c'era solo
lui... A Roma, per esempio, c'era un altro disegnatore (che chiamerò R)
che ad un certo punto aveva deciso di fare anche l'Editore ed ordinava
disegni a molti disegnatori, così si rivolse anche a me. Io non sapevo
nulla di lui ed accettai. Preparai per lui moltissimi fumetti ma i
pagamenti si facevano attendere moltissimo e la stessa cosa accadeva
anche con diversi altri disegnatori, così ad un certo punto ho deciso
di non collaborare più con lui: dato che non c'era niente di scritto,
non mi diede più soldi. e la stessa cosa la fece anche con gli altri
disegnatori. Noi non potevamo fare altro che spargerci la voce e lo
lasciammo solo, tanto che alla fine chiuse l'Editrice. Ma non riuscimmo
nessuno a riavere indietro i nostri disegni originali. A tutt'oggi non
li ho ricevuti ed a volte mi è capitato di vedere pubblicati quei
disegni da altri Editori che dicevano che li avevano regolarmente
acquistati da un certo R. Tempo fa ho trovato su E-Bay diversi miei
disegni messi in vendita: si trattava di disegni che R aveva venduto ad
altri. Ho scritto ai venditori che si sono giustificati dicendo che
quei miei disegni li avevano regolarmente acquistati da altre persone.
Ho solo ottenuto che i miei disegni venissero tolti dalla vendita su
E-Bay. Solo una persona ha ritenuto opportuno ridarmi alcuni miei vecchi
disegni originali ed io in cambio gli ho regalato alcuni miei disegni
un po' piu' recenti. Un altro ancora (che chiamo G) aveva la
brutta abitudine di "sfruttare" i disegnatori e moltissimi ci
erano cascati (e ci cascano tutt'ora, purtroppo): faceva realizzare dei
fumetti assumendosi lui la paternità e di conseguenza tutto era suo e
poteva farne ciò che voleva e pagare cifre irrisorie. Anche io ci ero
cascato, prima di sapere che tipo fosse. Per fortuna fui avvertito
abbastanza presto e lo lasciai perdere. Ma per fortuna le "pecore nere"
sono poche e si conoscono quasi tutte, per cui fra di noi si sparge la
voce. Rimane però il fatto che queste persone riescono a rovinare la
bella atmosfera che esiste nella nostra categoria di fumettisti. Per
concludere, vorrei dire ai giovani disegnatori che si stanno affacciando
in questo favoloso mondo di stare attenti, molto attenti e se è il
caso, provare a chiedere in giro informazioni prima di accettare
dei "presunti" lavori.
(112 Segue)
Jacovitti e i supplì
Una sera a Roma (anni '50), noi del gruppo di disegnatori vicini di casa (Lino Landolfi, Ruggero Giovannini, Nevio Zeccara
ed io) mentre eravamo in giro a passeggiare nella nostra zona, ad un
tratto vedemmo un'ombra scura voltata verso un angolo interno di un
muro. Il punto era poco illuminato e la cosa ci incuriosiva. Così
cercammo di avvicinarci un po' per vedere un po' meglio e scoprimmo che
si trattava di Jacovitti! Gli chiedemmo che cosa
stesse facendo e lui, sentendoci, si voltò di scatto un po' spaventato e
ci disse che stava mangiando i supplì (specialità romana: delle
deliziose polpette di riso con dentro la mozzarella - esistono gli
"arancini" ma non sono la stessa cosa... i supplì sono inimitabili!).Ci
disse anche di non dirlo a sua moglie e noi ovviamente gli chiedemmo
il perché; lui ci spiegò che il medico gli aveva detto di non mangiare
cibi grassi o fritti, ma lui non resisteva alla tentazione, quindi
doveva mangiarli di nascosto come faceva quella sera; ma sua moglie
glielo aveva proibito... Noi gli promettemmo di stare zitti, anche se eravamo tentati di fargli una piccola raccomandazione, ma lasciammo stare. Insomma Jacovitti era anche un grosso "bambinone",
le volte che si lasciava andare, quando eravamo tra di noi, una
ristrettissima cerchia di colleghi, era veramente uno spasso e ci
proponeva ogni tanto delle idee assurde, impossibili. Tutti noi ci
mettevamo a ridere, ma io vedevo che lui ci rimaneva un po' male:
evidentemente lui ci credeva in quelle proposte assurde... Altre volte
ci illustrava alcune sue idee, tipo quella di fare un giornale chiamato
"il coso", solo per il gusto di vedere come avrebbero reagito i giornalai quando la gente gli chiedeva "Vorrei il coso, Mi dia il coso"...
Ma alcune idee erano buone, peccato che erano irrealizzabili perché
sarebbero costate una montagna di soldi... Ad esempio, il "giornale da leccare":
giornali fatti al gusto di fragola, di cioccolato, di vaniglia, ecc.
Insomma, la gente avrebbe letto i fumetti ed anche leccato il giornale
gustandosi il "sapore", ogni numero un sapore diverso... In un primo
momento ci mettemmo a ridere, ma poi ci accorgemmo che forse avrebbe
potuto essere una buona idea. Ma come al solito non era facile da
realizzare. Ma poi, in futuro, qualcuno ha pensato di fare dei gelati
con due biscotti e dentro c'è il gelato. Beh, sui biscotti sono
disegnate delle barzellette... Quindi l'idea di Jacovitti forse non era
poi così tanto pazzesca. Quando però, sempre di sera, ci incontravamo
tra di noi, a volte ci andava di parlare di cose serie e Jacovitti
spesso sbuffava e dopo un po' se ne andava. Ma quando eravamo in vena
di dire delle battute, lui si arrabbiava: non sopportava le battute.
Diceva che era tempo perso. Proprio lui che ha passato una vita a fare
battute... Ma lui le disegnava nella solitudine del suo piccolissimo
studio, le studiava più per sè che per far ridere gli altri: mentre
disegnava, raramente pensava ai lettori, pensava a divertirsi lui
oppure a volte a fare degli scherzi, con i fumetti, ai colleghi o a
quelli della redazione (come ho scritto in una puntata di questo PeroBlog).
Quindi i suoi scherzi erano solo per pochi, ma non sapeva che poi i
lettori, moltissimi lettori, centinaia di migliaia, ridevano delle sue
battute. Lui si meravigliava sempre che ai lettori le sue "pazzie"
divertissero, era convinto che non le capissero. Io continuavo a
dirgli che i "suoi" lettori si divertivano moltissimo e gli dicevo che
erano in moltissimi i suoi fans. Lui non ci credeva, era convinto che
io glielo dicessi solo per tirarlo su di morale. Non sono quasi mai
riuscito a fargli capire che grande umorista era. Del resto era fatto
così e spesso lo lasciavo nella sua convinzione: in fondo lui si
divertiva molto anche in quel modo: divertimento personale. Che poi
questo divertimento venisse condiviso da centinaia e centinaia di
migliaia di lettori, a lui poco importava. Insomma, Jacovitti era un
tipo strano, veramente strano. Ma a noi, del nostro gruppo, piaceva
così.
Le immagini che si trovano in questa puntata sono state prese dal SITO UFFICIALE di Jacovitti (www.jacovitti.it/jacovitti/public/home.jsp)
- © JACOVITTI 2007 - Consiglio a tutti gli appassionati di Jacovitti
di andare a visitare questo sito dove si trovano moltissime
illustrazioni e filmati oltre a curiosità da non perdere!
Un consiglio: dato che le immagini (ingrandite) non sono ad alta definizione, forse risulta un pochino difficile riuscire a visualizzarle bene, quindi suggerisco di usare, al posto di Internet Explorer, il browser Mozilla Firefox (si scarica gratis: www.mozilla.com/en-US/firefox/) poiché con questo si può fare uno zoom ed ingrandire le immagini; altrimenti si possono salvare e visualizzarle con un proprio programma che permetta appunto di ingrandirle un po'.
(111 Segue)