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martedì, 29 agosto 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (78)

Pubblicità "antica"... 




  In questo periodo va in onda su quasi tutti i canali una pubblcità che penso dovrebbero aver visto un po' tutti: si tratta della pubblictà del "Riso Gallo".

carosello-sigla-p.jpg (3794 bytes)Cosa c'è di strano? Come mai oggi Perogatt parla di questo?! Beh, il motivo è abbastanza semplice: la prima pubblicità di quel riso, con il personaggio "Chicchiricchi" l'avevo fatta io. Allora era per "Carosello" ed a quei tempi la Tv era ancora in bianco-nero, quindi anche quei Caroselli erano fatti con varie tonalità di grigio. Ma avevo realizzato anche una versione a colori per i cinema.

Nella versione a colori quel gallo aveva la cresta ed i bargigli in una maniera particolare: era a "pallini rossi"! Ora lo hanno realizzato in verde e rosso, ma allora io dovevo faticare e non poco per poter animare tutti quei pallini colorati...

Beh, nella pubblicità di oggi, realizzata in animazioni a 3D, ogni tanto trasmettono uno spot dove parlano dei 150 di vita della loro azienda e, per impressionare maggiormente gli spettatori... si vede dietro un campo di coltivatori di riso con davanti il gallo (Chicchiricchi) che parla mentre cammina e muove le mani (ali...) indicando se stesso. Poi, in primo piano, il gallo verde a 3D ripete lo stesso gesto che faceva quel gallo in bianco-nero. Allora: hanno usato la mia animazione, ma... per far credere (direi "stupidamente") che quel "vecchio" cartone animato fosse stato eseguito ben 150 anni fa! Hanno cercato di rendere un po' difettosa la pellicola di quel cartone che si vede dietro e, come se il resto non bastasse, hanno aumentato l'effetto modificando ogni tanto qualche fotogramma in modo da far credere che si trattasse di un vecchissimo cartone animato che ogni tanto fa dei piccolissimi "salti di pellicola", quando gli animatori... non sapevano ancora disegnare...

Ebbene, dico la verità, ogni volta che mi capita di vedere quello spot, mi verrebbe voglia di spegnere la TV!

Ma è possibile che giudichino i telespettatori così deficienti e non sappiano che 150 anni fa era impossibile che ci fossero i disegni animati? Oppure far credere che io avevo realizzato quei disegni animati 150 anni fa? ;) Insomma, indubbiamente l'effetto di "vecchio" c'è, solo che hanno esagerato...

Purtroppo non ho i disegni originali del tempo: ho rintracciato solo un paio di disegni in bianco-nero e, qui sotto, si può confrontare con il nuovo personaggio. Senz'altro più colorato, ma... a me sembra proprio un "gallo di plastica"... Che sia una cosa voluta? Che intendano che quel tipo di riso sa di... "plastica"? Non lo credo proprio, ma intanto chi ci fa una brutta figura sono io con quel "brutto" cartone animato...

Pazienza.
 



Ultimo minuto: l'amico Contix e' riuscito a rintracciare l'indirizzo dove si possono andare a vedere quegli spot. La qualita' lascia un po' a desiderare, ma occorre accontentarsi, no?... Basta accendere il proprio impianto auto, cliccare sulle varie immagini ed ecco gli spot animati! (anche quello dei 150 anni del quale parlavo qui sopra...) 

Allora, basta
cliccare qua!



chicchiricchi1.jpg (3485 bytes) chicchiricchi2.gif (10418 bytes)

Chicchiricchi - Riso Gallo anni '60





risogallo-p.jpg (8834 bytes)

Chicchiricchi - Riso Gallo 2006




Ma non è finita qui: prossimamente parlerò anche di altre pubblicità più o meno... antiche. Quindi l'appuntamento è qui fra qualche giorno...



Perogatt






(77 Segue)

Postato da: Perogatt a agosto 29, 2006 19:43 | link | commenti (6)
chicchiricchi - riso gallo

domenica, 27 agosto 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (77)

Facciamo un fumetto?


  Qualche anno fa, nel 1996, allegato ad un numero del Giornalino c'era un inserto: "Copertina di Come nasce un Fumetto - 1996Come nasce un fumetto". Io avevo preso molto parte a quell'inserto sia come testi e sia come disegni (dentro ovviamente c'erano - a titolo di spiegazioni - anche dei disegni di altri disegnatori). Qui si era tentato, di spiegare ai lettori, in maniera abbastanza semplice, come si svolge il lavoro per realizzare un fumetto. Detto così sembrerebbe una cosa abbastanza semplice, ma... non era facile spiegare ai ragazzi una procedura simile in poche pagine... Ad ogni modo so che quell'inserto era molto ben riuscito ed i lettori lo avevano molto apprezzato: molti avevano scritto congratulandosi, altri lo avevano adottato come "libro di testo" per imparare a fare i fumetti... In seguito, poi, alcuni di questi si presentarono proprio al Giornalino con delle sceneggiature e delle tavole di fumetti che avevano realizzato seguendo proprio quelle istruzioni. Così... mi sono ritrovato, qualche anno dopo, ad avere dei... concorrenti ;) Ma la cosa mi fece piacere perchè voleva dire che tutto quel lavoro era servito a qualcosa. Qualche anno dopo è stato realizzato, sempre dal giornalino, un altro inserto con più o meno lo stesso contenuto, ma... senza interpellarmi e senza ovviamente usare i miei disegni ed i miei testi. Il risultato? forse quell'inserto era un po' più completo dell'altro anche perchè nel frattempo era subentrato il computer e di conseguenza alcune proceudre nel frattempo erano cambiate un pochino, ma il risultato grafico, cioè il primo impatto era una cosa piuttosto "fredda". Io sono per le cose "calde" e di conseguenza non mi era piaciuto molto quell'inserto, ma - come immaginavo - non fui nemmeno ascoltato... Beh, si sa, quello che dicono i "vecchi" è tutta roba da "buttare via"... quindi a cosa servivano i miei disegni e i miei suggerimenti? Ma il risultato è che con quell'inserto non mi risulta che ne siano saltati fuori dei bravi disegnatori, al contrario. "Ognuno raccoglie quello che semina", si diceva un tempo, ma questo proverbio vale ancora: se si insegna bene, poi chi impara realizza delle buone cose. No?

Ma lasciamo stare queste "inutili" osservazioni e vediamo un po' meglio, da vicino, che cosa c'era in quell'inserto.

Beh, la copertina (si può vedere qui) l'avevo realizzata io imitando i vari principali personaggi dei fumetti (da notare che NON avevo messo nessun mio personaggio... per evitare che si pensasse che lo avevo fatto per una mia pubblicità personale...)

All'interno: innanzitutto una piccola storia del fumetto: da Yellow Kid (nella copertina, il personaggio con un camicione, a sinistra), il primo personaggio dei fumetti (del 1896) ai personaggi del momento, compresi Topolino, Paperino, Asterix, l'Uomo Ragno, Tintin, Tarzan, Tex Willer, ed altri, fino ad arrivare ai "Manga".

Sceneggiatura tavole Ispettore Perogatt Wanted Yellow KidIspettore Perogatt - Wanted Yellow Kid





























Inoltre c'era un esempio di sceneggiatura (per poter leggere meglio questa tavola conviene visualizzarla in formato PDF: cliccare qui) con - nella pagina accanto - una tavola disegnata in base a quella sceneggiatura. La sceneggiatura e la tavola le avevo fatte io, utilizzando il mio personaggio "Ispettore Perogatt" (che si può vedere qui, in questa puntata), quindi c'era un elenco di "rumori" che solitamente si usano nei fumetti. Quindi degli studi di personaggi: dallo schizzo al disegno completo (con disegni di M. Dotti).. Poi una sequenza di disegni: "dalla matita al colore" con una tavola di Pallino (il personaggio di Roberto Rinaldi - notissimo disegnatore anche della Bonelli) nelle varie fasi di lavorazione.

Yella Kid Descrizioni tavola Yella Kid



Nelle pagine seguenti: una tavola a fumetti del personaggio "Yella Kid" (prima e unica tavola di questo mio personaggio che si ispira, in maniera umoristica a Yellow Kid). Questo personaggio era servito per indicare poi, di lato le varie descrizioni delle vignette, come ad esempio: TESTATA, DIDASCALIA, CAMPO LUNGO, PRIMO PIANO, ecc. (vedi disegni). (per poter leggere meglio questa tavola conviene visualizzarla in formato PDF -
cliccare qui)



Stanza del disegnatore



Al centro dell'inserto c'era una ipotetica stanza di un disegnatore di fumetti: avevo fatto la mia autocaricatura con dentro uno studio (non il mio vero, ma uno inventato che desse l'idea di quanto possa esserci in uno studio ideale di un disegnatore di fumetti (vedi disegno). Ma... le cose non stanno sempre così: ad esempio Jacovitti non aveva uno studio, lui usava un piccolissimo tavolo situato al centro della stanza, proprio davanti alla finestra; sul tavolo c'erano solo: la tavola che stava disegnando, l'inchiostro di china, il pennino, una gomma (quasi mai usata) ed una matita (che usava pochissimo). Nient'altro! Ma Jacovitti era un disegnatore anomalo: non faceva quello che fanno solitamente i disegnatori di fumetti in quesi tutto il mondo, cioè attorniarsi di molte cose che "potrebbero" essere utili (ed a volte lo sono). In questo disegno avevo curato molto i particolari perchè volevo che chi osservava cercasse le varie cose e capisse che, per disegnare dei fumetti, spesso occorrono molte cose, come ad esempio delle buone documentazioni. Quindi, in questo inserto, per renderlo meno... noioso, c'era anche un piccolo quiz dove occorreva indovinare le risposte a domande riguardanti il mondo dei fumetti. Nel retrocopertina c'era una tavola di Pinky: so di farmi molti nemici... ma a me personalmente quel personaggio non è mai piaciuto tanto, ma so che ai lettori piace, quindi non ho nulla in contrario che ci sia stato. Ah, spero proprio che l'amico Massimo Mattioli (che comunque stimo moltissimo) non veda questa puntata, altrimenti me la farà pagare cara, magari vendicandosi con una puntata di Pinky contro Perogatt... ;)



 Bene, ora concludiamo. Qualcuno magari si chiederà: come mai Perogatt ha parlato di questo inserto in questa puntata? I motivi sono diversi: uno perchè mi era capitato sottomano...  e volevo condividerlo con gli amici, poi perchè così facendo magari i giovani disegnatori (vedi ad esempio l'amico Remo...) potrebbero trarre una spinta per avere un entusiasmo ancora maggiore per fare i fumetti e poi anche perchè ritengo che comunque c'è sempre da imparare: se si osservano bene alcune cose, come ad esempio lo schema della sceneggiatura e le indicazioni per le varie descrizioni di una tavola di fumetti, ci si può accorgere che magari si può imparare qualcosina, no? Ma non basta: qualcuno ricorda il "concorso" del quale aveva parlato l'amico Luca in una scorsa puntata? Ebbene, se si va a visitare il sito dell'Ispettore Perogatt, si scopre che c'è effettivamente un piccolo/grande concorso: c'è l'invito a realizzare una sceneggiatura di una tavola dell'Ispettore Perogatt. Chi invia la migliore verrà premiato con un disegno originale mio (autografato e consegnato a mano in occasione di una prossima manifestazione dei Fumetti, possiblimente "Cartoomics") ed inoltre potrà avere l'onore di vedere poi la tavola disegnata con la sua sceneggiatura e con scritto: "Testo di ............ , disegni di Perogatt". Cosa che non capita tutti i giorni!

Allora, cosa aspettate futuri sceneggiatori? Recatevi subito nel sito dell'Ispettore Perogatt (
www.ispettore-perogatt.suinternet.it), leggete le istruzioni, scrivete una bella sceneggiatura e... in bocca al PeroLupo!



Ah, prima di chiudere, vorrei dire che questa puntata e' dedicata a tutti, anche a chi non vuol scrivere sceneggiature e non sa disegnare: e' dedicata a tutti quelli che amano i fumetti!


 



Perogatt






(77 Segue)

Postato da: Perogatt a agosto 27, 2006 11:56 | link | commenti (5)

martedì, 22 agosto 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (76)

Gli "Amici del Vittorioso"



Diversi anni fa - non ricordo l'anno, ma comunque molti anni dopo la chiusura del settimanale il Vittorioso (ed anche   di quell'obbrobrio che avevano chiamato "Vitt"...) era nata l'Associazione Nazionale Amici Vittorioso. Un gruppo di amici che ricordavano con piacere (ed anche un po' di nostalgia...) il settimanale che da giovani leggevano ed al quale erano molto affezionati, si sono incontrati per raggrupparsi intorno ad una Associazione di ex lettori.

All'inizio erano molto pochi, ma poi si è sparsa sempre più la voce e sono aumentati moltissimo un po' da tutte le parti d'Italia; in seguito si sono iscritti a questa Associazione anche molti appassionati di fumetti che, pur non avendo letto il Vittorioso da giovani, lo hanno conosciuto in seguito grazie alle ristampe ed alle raccolte che sono riusciti a rintracciare nelle numerose fiere-mercato dell'antiquariato di fumetti che si svolgono un po' dovunque. Avevano preparato una costituzione dell'Associazione ed inviavano anche agli associati un "Notiziario" chiamato "NostalVitt" (ed agli inizi era fotocopiato, poi in seguito stampato), poi ha cambiato nome in "Informa Vitt" ed il Bollettino era diventato una vera e propria rivista molto ben fatta   - la grafica era curata dal disegnatore Renato Vermi - ma il tutto era diventato un po' troppo costoso..., quindi ultimamente si è formato un nuovo consiglio di direzione e la Rivista ha cambiato nome in "Vitt & Dintorni". Sono cambiati il direttore ed i consiglieri ed è cambiato anche il tipo di stampa ed impaginazione: un po' più sobria ed un pochino più economica: i costi di gestione di questa Associazione erano diventati notevoli.... Però devo dire che, man mano che si va avanti, anche questa nuova rivista sta prendendo forma e migliora molto di numero in numero.



Agli inizi, il Notiziario "NostalVitt" era fotocopiato ed i primi numeri li avevo impaginati io per cercare di riuscira ad ottenere almeno qualche piccolo effetto grafico un po' gradevole (successivamente, anche se con notevoli sforzi economici, veniva stampato). Inoltre - verso la fine del 1990 - avevo proposto di realizzare un apposito "Calendarietto Vitt" (per il 1991) con lo stile di quelli che preparava ogni anno il Vittorioso ai tempi d'oro. La proposta è stata accettata e l'impaginazione di questo calendarietto è stata completamente mia. Lo avevo impostato alla stessa maniera dei Calendarietti Vitt autentici (molto diffusi e ricercati a quei tempi), cioè si piegava su se stesso per quattro volte, fino a diventare un piccolo calendarietto tascabile.

Per le illustrazioni avevo ricevuto da Jacovitti le immagini e l'autorizzazione a pubblicarle su questo Calendarietto Vitt. Appena pronto, gli sono state subito inviate alcune copie del Calendarietto Vitt 1991 e lui mi aveva telefonato dicendomi che, quando lo ha visto, gli era sembrato di avere fatto un balzo indietro di diversi anni perchè gli era sembrato che fosse proprio la continuazione di quelli degli anni d'oro del Vittorioso! Lui, il mitico Jac, lo aveva apprezzato con molto piacere ed io ne ero rimasto soddisfatto: in fondo lo avevo fatto per gli amici iscritti a questa Associazione e poi un po' anche per me....



 


Calendarietto Vitt 1991 - fronte

Calendarietto Vitt 1991 - lato esterno

Calendarietto Vitt 1991 - retro

Calendarietto Vitt 1991 - lato interno



NostalVitt - 1989 InformaVitt - giugno 2003







C'era una volta Il Vittorioso e... Informa Vitt Vitt e Dintorni - giugno 2006 


Qui sopra ci sono: una copertina del Notiziario "NostalVitt" (maggio 1989), una copertina della rivista "Informa Vitt" (giugno 2003), la copertina di "C'era una volta il Vittorioso... e Informa Vitt" (uno strano titolo... in attesa di trovare quello nuovo - febbraio 2005) ed una di "Vitt & Dintorni" (giugno 2006).

Per quanto riguarda la copertina di "Vitt & Dintorni" che ho messo qui si può leggere nel rettangolo giallo in basso l'elenco di alcuni articoli che ci sono all'interno di quel numero e si legge tra gli altri anche "PEROGATT": sono stati riportati i testi di alcune puntate del mio PeroBlog (con la mia autorizzazione all'amico Stefano Gorla - che è attualmente il direttore) dove si parla proprio di aneddori riguardanti il Vittorioso ed i collaboratori principali, come ad esempio Jacovitti, Landolfi, Giovannini, Zeccara, De Luca... (queste puntate si possono trovare facilmente nell'"Archivio", cercando soprattutto fra le prime di questa "Aneddoteria Perofumettosa").



 La sede di questa Associazione all'inizio era situata presso l'abitazione del presidente dell'Associazione, Ernesto Porta di Lesmo (Milano), ma dopo diversi anni ha dato le dimissioni ed il nuovo direttore è diventato Stefano Gorla (gostefan@tin.it) e la redazione è formata da: Piergiorgio Gallinoni (gallinoni@libero.it), Pietro Pazzi (pietro.pazzi@poste.it) e Loris Cantarelli (cantarelli@tiscalinet.it).

La rivista è inviata ai soci dell'Associazione Amici de "il Vittorioso". La quota associativa annua è di Euro 40,00. - Conto Corrente Postale: n. 58349192 intestato a Piergiorgio Gallinoni - Via Palermo, 1 - 20121 Milano -

Per chi fosse interessato ad iscriversi a questa Associazione si può tranquillamente scrivere per chiedere informazioni ad uno degli indirizzi qui sopra indicati.


Chiedo scusa in anticipo per eventuali errori circa i dati qui sopra elencati, ma ho copiato il tutto da un numero di questa rivista e... non so altro di preciso. Se qualcuno degli "addetti ai lavori" riscontrasse delle inesattezze, è pregato di avvertirmi e al più presto possibile cerchero' di correggere ove fosse necessario. Grazie.




Perogatt

 


(76 Segue)

Postato da: Perogatt a agosto 22, 2006 16:14 | link | commenti (10)
amici del vittorioso

sabato, 19 agosto 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (75)

Si parla ancora di ZioBoris







Qualche puntata fa di questo PeroBlog avevo parlato di Zio Boris e dei suoi autori (Castelli e Peroni) e poi avevo anche rintracciato una tavola a colori, sempre di questo personaggio, ma... l'IDC (Ispettore della Liguria - Luca) ha indagato, ha cercato ed ha trovato... Sì, ha trovato una seconda tavola a colori di Zio Boris! La precedente (uscita su Horror N. 15, in occasione del numero di Pasqua) l'avevo già messa in un'altra puntata, ma... per gli eventuali distratti, ho pensato di rimetterla anche qui; questa invece era stata pubblicata sul N. 13 e ha come argomento l'amore.  Ovviamente, trattandosi di Zio Boris, queste tavole non poteva essere "dolciastre" come di solito si usa, no?...







Si possono vedere qui sotto (cliccando per vedere le immagini ingrandite).








Zio Boris - Horror N. 13Zio Boris - Horror N. 15



Ma non basta, eseguendo i miei soliti... scavi archeologici, mi è saltata fuori per caso anche una storia di Zio Boris che, con Castelli, avevamo preparato per "Cucciolo" (ottobre 1972). Si trattava ovviamente di una versione un po' diversa di Zio Boris, per ragazzi: uno Zio Boris un pochino meno... cattivo, ma era pur sempre Zio Boris, no? ;) Anche il tipo di disegno lo avevo adattato un pochino per poterlo rendere un pochino più "gradevole" ai lettori di Cucciolo, ma l'atmosfera generale era comunque la stessa della serie pubblicata su Horror.

























Ecco qui la storia intera di "Zio Boris e i Mostri" - 8 tavole.

Come al solito, basta cliccare sulle immagini per visualizzarle ingrandite.


Zio Boris 1


Zio Boris 2


Zio Boris 3


Zio Boris 4


Zio Boris 5


Zio Boris 6


Zio Boris 7


Zio Boris 8

Occorre precisare che, a quei tempi, su Cucciolo (ed anche su Tiramolla e su molti altri giornali) era d'uso la stampa a colori "alternati", cioè: due pagine a colori e due in nero, e così via. Il tutto per risparmiare un po' per la stampa... Ma i lettori ormai ci erano abituati e non si lamentavano.

Se succedesse oggi... non so in quanti comprerebbero un giornale che usasse quel sistema...



O
vviamente ringrazio moltissimo Luca per queste sue preziose ricerche, anzi... mi ha promesso presto anche altre "scoperte"... Vedremo e... scopriremo anche noi ;)



Perogatt






(75 Segue)

Postato da: Perogatt a agosto 19, 2006 16:48 | link | commenti (13)
zio boris ragazzi

giovedì, 17 agosto 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (74)



Vacanze in montagna (con il cane...)



Diversi anni fa andavamo tutti gli anni in vacanza "doppia": un po' di tempo al mare e poi in montagna. Quello per me era il sistema migliore per rilassarsi completamente. Il mare è bello, soprattutto per i bambini: quando avevamo i bambini piccoli ovviamente per loro la vera vacanza era quella trascorsa al mare. Andavamo tutti gli anni a Pietra Ligure, in Liguria, provincia di Savona (vedi puntata 74), ma la montagna a me e mia moglie piaceva molto di più ed inoltre il nostro medico ci aveva detto che quell'aria ci avrebbe fatto meglio.

Madonna di CampiglioMadonna di CampiglioCosì, quando i figli erano diventati un po' più grandi, ci recavamo nel trentino, in
Val di Sole.

Agli inizi andavamo a Madonna di Campiglio: un posto molto bello e molto attrezzato, ma poi mi era aumentata un po' troppo la pressione sanguigna ed il medico del posto mi aveva consigliato di cercare il modo di scendere un po' più in basso.

Ne parlai con il proprietario dell'albergo e quello ci disse che non c'era problema: avremmo potuto recarci presso un altro suo albergo che si trovava a 900 metri di altezza (che per me andava molto meglio), a Marilleva 900Marilleva 900. Infatti, lì io mi sentivo molto meglio ed anche mia moglie ne risentì in meglio; ci siamo andati per diversi anni di seguito: il posto era bello, l'albergo gradevole e la cucina era fenomenale: il cuoco era romagnolo...

Diventammo anche amici del proprietario (che era socio del proprietario dell'altro albergo di Madonna di Campiglio).

Dago
Noi a quell'epoca avevamo il cane, Dago (vedi una puntata precedente dove parlo di gatti e cani...) e quelli dell'albergo ce lo avevano fatto portare perchè avevano visto che, pur essendo un pastore tedesco di taglia grande, era molto buono e non abbaiava mai.

Portavamo spesso a passeggio con noi il cane e lui si divertiva molto, anche se noi eravamo abituati a fare molti chilometri di percorso (
Sentieroattraverso sentieri e sentierini); a volte Dago era stanco e si sdraiava su un prato: in quei casi non c'era possibilità di convincerlo a proseguire, fino a quando non si era riposato non si muoveva.

E non era possibile prenderlo in braccio: era pesantissimo...

Ormai tutti i clienti dall'albergo lo conoscevano e lo coccolavano, ma piano piano lo conoscevano anche le persone del vicino paese (chiamato Mezzana  -  MarillevaMezzana) che, quando eravamo a passeggio, lo chiamavano e lo accarezzavano. Ovviamente lui era felicissimo di questo: si sentiva un po' un... divo ;)

Un giorno però avevamo deciso di recarci presso la valle accanto alla nostra, la Val di Rabbi, e qui vedemmo che la gente ci guardava con sospetto. Dato che il cane aveva sete, ci recammo in un bar per chiedere se potevano darci un po' di acqua per il cane, ma ci cacciarono via in malo modo, così pure in una osteria poco lontano. Insomma, non riuscivamo a capire perchè tutti si comportassero in quel modo, fino a quando una persona ci disse che in quella valle avevano paura dei cani, ma non paura perchè temessero i cani, ma perchè si era sparsa la voce (completamente infondata) che i cani trasmettessero le malattie! Così dovemmo fare marcia indietro e ritornare al paese dove ci trovavamo, anzi, visto che il cane aveva molta sete, decidemmo di approfittare per andare a visitare un vicino laghetto, il
Lago dei Caprioli - ponticello"Lago dei CaprioliLago dei caprioli". Un piccolo lago caratteristico per la limpidezza della sua acqua e per trovarsi in mezzo ad una conca, con una specie di baita all'inizio dove potemmo finalmente trovare un po' d'acqua da dare da bere al cane e poi si potevano far fare dei magnifici panini e dovemmo farcene preparare anche alcuni per il cane (ma non con la carne di maiale che avrebbe fatto male) che divorò golosamente.

Intanto lo avevamo lasciato libero dal guinzaglio e poco dopo lui ne approfittò per avvicinarsi al laghetto e... tuffarcisi dentro.

Io accorsi chiamandolo, ma non mi ascoltava: era troppo felice di nuotare in quell'acqua fresca! Però... più che fresca, quell'acqua era proprio gelida!... Io volevo andare a prenderlo, ma i proprietari della baita me lo sconsigliarono: lì l'acqua era troppo gelata e poi quel gahetto ingannava perchè sembrava un po' piccolo, ma l'acqua era piuttosto profonda. Così i proprietari della baita mi diedero una mano per riuscire a prendere il cane, per poi portarlo dentro la baita e ci diedero delle vecchie coperte per asciugarlo: anche se era estate, quell'acqua era troppo gelida ed era prudente asciugarlo presto.

Gervasio: starnutoMa il giorno dopo Dago cominciò a starnutrire: con quel bagno si era preso un grosso raffreddore!

Ci recammo in farmacia e ci diedero un medicinale apposito per cani, una specie di aspirina, ma il farmacista ci disse che quel raffreddore gli sarebbe passato non prima di una settimana. Infatti, per diversi giorni noi eravamo costretti ad andare in giro con molti fazzoletti di carta: dovevamo soffiargli il naso molto spesso. La gente che ci vedeva rideva: non avevano mai visto asciugare il naso ad un cane, ad un pastore tedesco così grosso, poi... era una scena unica!

A me, poi, era anche tornato in mente il mio personaggio "Gervasio" (pubblicato su Capitan Walter, Jolly, Uomo Mascherato, Urka, Cucciolo, Più) che, con la sua "allergia al denaro" starnutiva sempre in maniera clamorosa...

Passato finalmente il raffreddore, riprendemmo a fare le nostre passeggiate per i sentieri. In montagna i sentieri solitamente sono segnati con un colore sistemato con una specie di piccola macchia, su una roccia o su un albero, in quel modo non ci si poteva perdere. Ma una volta io e mia moglie decidemmo di inoltrarci in un altro sentiero che non avevamo mai percorso. Di conseguenza lì non trovammo nessun segnale colorato e, dopo molta strada, non sapevamo più da quale parte andare e decidemmo di ritornare indietro. Ma... il guaio di quei sentieri in mezzo ai boschi è che sono quasi tutti uguali... ed è abbastanza facile perdersi. Ma ad un certo punto vedemmo che Dago annusava moltissimo in giro e noi decidemmo di seguirlo: dopo diverso tempo ci ritrovammo esattamente al punto di partenza! Eh, sì, il fiuto dei cani è molto migliore del nostro...

In quel periodo nostro figlio, quello più piccolo, lo mandavamo in vacanza-studio in Inghilterra, così poteva anche imparare meglio la lingua inglese. Infatti, dopo qualche tempo era diventato bravissimo in inglese ed anche oggi riesce a parlare molto bene l'inglese, anche se... con gli americani fa un pochino più fatica: loro parlano un inglese molto diverso... Ed io, da giovane, mi ero esercitato proprio con i soldati americani, quindi mio figlio mi critica spesso per la mia pronuncia completamente "sbagliata": dice che quello non è vero inglese. Ma... non accetta il fatto che ormai (purtroppo), in quasi tutto il mondo, l'inglese usato è diventato quello degli americani più che quello degli inglesi. (Diventato un po' più grande. poi, quelli di quella organizzazione internazionale, gli chiesero se se la sentiva di andare in Inghilterra per una stagione come "leader", cioè avere cura dei ragazzi in vacanza.
LondraVista anche la cifra che lo avrebbero pagato, lui accettò con entusismo. Ma quell'entusiasmo svanì proprio il primo giorno che arrivarono in Inghilterra e l'organizzazione aveva previsto che nostro figlio doveva far visitare
Londra ai ragazzi, prima di portarli presso il paese di destinazione (solitamente una città in riva al mare). Ma, dopo un po' che giravano per Londra e nostro figlio spiegava ai ragazzi i vari luoghi famosi ed approfittava anche per cominciare ad insegnare loro un po' di inglese, ad un tratto si accorse che mancava un ragazzo del gruppo!

Era disperato.
Londra - Piccadilly Circus
Lui ed i ragazzi si misero a chiamarlo, ma inutilmente, ripercorsero all'inverso la strada percorsa, ma senza risultato. Dopo ore di inutili ricerche, nostro figlio si decise di recarsi presso un ufficio di Polizia dove raccontò l'accaduto, ma qui lo tranquillizzarono: quel ragazzo che si era perso aveva chiesto siuto ad un poliziotto che lo aveva portato subito in ufficio in attesa che qualcuno lo cercasse. Infatti, poco dopo finalmente potè riaverlo. Ma nostro figlio era felice ed arrabbiato nello stesso tempo: approfittò per fare una grossa ramazina ai ragazzi che non si dovevano assolutamente allontanare da lui! Insomma, quell'anno trascorse delle vacanze molto "nere": era diventato una specie di "guardiano", sempre preoccupato che i ragazzi non si perdessero e quando, dopo diverso tempo la vacanza terminò, lui diede un sospiro di sollievo e decise che da quel momento non ne avrebbe più voluto sapere di andare a fare il "leader"!)

A volte nostro figlio ci raggiungeva in montagna una volta tornato in Italia dall'Inghiletrra, così lui si faceva una doppia vacanza...

Ci trovavamo sempre nello stesso albergo ("Marilleva 900") ed un pomeriggio io e mio figlio ci accorgemmo che avevamo un po' fame e pensammo di recarci presso il bar dell'albergo per vedere se per caso avremmo trovato qualcosa di buono da mangiare. Mentre la cameriera stava sistemando alcune cose sul bancone, noi vedemmo che al di là del bancone, sotto un vetro, c'era un bellissimo dolce: lo "
Strudelstrudel" (una specialità del posto, importata dal Tirolo, a base di frutta, specialmente mele), così chiedemmo alla cameriera di darci due porzioni di quello strudel. Lo assaggiammo e rimanemmo tutti e due sbalorditi: era proprio fenomenale! Così, terminate le due porzioni, chiedemmo alla cameriera altre due prozioni, sempre di quello strudel.

Era una vera delizia e lo dicemmo anche alla cameriera che ci guardava soddisfatta. Alla fine, io misi mano al portafogli e chiesi quanto dovevo pagare e la cameriera ci disse: "Niente, perchè quello strudel era di mia nonna che mi aveva regalato...". Io e mio figlio diventammo rossi dalla vergogna e le chiedemmo scusa: avevamo creduto che si trattasse di un dolce dell'albergo, ma lei ci tranquillizzò: tanto la nonna gliene avrebbe preparato di certo un altro. E comunque era felice che ci fosse piaciuto così tanto. Ci disse che lo avrebbe riferito a sua nonna che di certo ne sarebbe rimasta felice. Ma noi ce ne stavamo uscendo con la coda fra le gambe, molto di più del nostro cane quando lo sgridavamo per quando ne aveva combinata qualcuna... Ma il giorno della partenza decidemmo di portare una bella mancia a quella cameriera che nonaveva osato fermarci quando le avevamo divorato tutto il suo strudel. Ma ci dissero che se ne era andata perchè il suo turno era terminato. Inoltre le ragazze che si trovavano lì non sapevano nemmeno come rintracciarla. Così ripartimmo con molta delusione, ma nello stesso tempo con un bel ricordo: quello dello strudel più buono che avessimo mai mangiato! E anche oggi, ogni tanto quando si parla di strudel, ci ricordiamo quella scena che abbiamo fatto quella volta con quella cameriera, ma nello stesso tempo ci torna alla mente il sapore delizioso che aveva quel dolce!...

DagoMa ritorniamo un momento al nostro cane Dago. Lo avevamo abituato a fare con noi una passeggiata tutte le sere: il più delle volte io lo lasciavo libero dal guinzaglio, tanto non si allontanava mai. Ma una sera, mentre eravamo in un prato poco lontano dall'albergo, mi ero distratto un attimo e ad un tratto lo vidi correre verso la strada. Gli intimai subito di fermarsi perchè di lì spesso passavano delle auto e non volevo che potesse causare guai, ma "lui" non si fermava. Allora cominciai ad inseguirlo chiamandolo: "Dago! Dago, fermati! Dago, vieni subito qui!". Ma niente da fare: correva sempre più veloce. La strada per fortuna era in discesa ed io riuscivo a correre abbastanza veloce, ma "lui" correva molto più velocemente. Per fortuna in quel momento non passavano macchine ed io seguitavo a correre ed a chiamarlo. Non riuscivo proprio a capire che cosa gli fosse successo: non si era mai comportato in quel modo... Ad un certo punto vidi (con la fioca luce della luna: quella strada non era illuminata) che si dirigeva verso un ponte (avevo già corso per qualche chilometro), cercai di correre ancora più veloce, ma ad un tratto mi sembrò che il cane si dirigesse verso una piccola discesa che portava al fiume, che poi non era un fiume ma un torrente: il Torrente Nocetorrente Noce (famoso perchè lì spesso ci fanno dei campionati mondiali di canoa e rafting). Ero proprio sconvolto e, quando arrivai lì, non vidi più il "mio" cane!

Lo cercai, seguitai a chiamarlo, ma tutto era inutile. Non sapevo più che cosa fare: era annegato nel torrente? In quel punto la corrente era molto veloce ed era pericolosissimo avvicinarsi. Mi misi a piangere disperato: ormai il mio cane era perso, definitivamente perso! Ma... ad un tratto vidi mia moglie che stava arrivanto tutta tranquilla. Non riuscivo a capire: il nostro cane se ne era andato e lei se ne stava tranquilla? Ma subito dopo vidi che mia moglie aveva al guinzaglio Dago! Non credevo ai miei occhi. Mia moglie mi spiegò che, quando mi sono messo a correre dietro a quel cane sconosciuto, non capiva che cosa stavo facendo e poi, perchè lo chiamavo "Dago" se il nostro Dago era lì, accanto a lei?... Insomma, avevo rincorso un cane che non era il nostro e dopo capii perchè correva così tanto: evidentemente qual cane aveva avuto paura di me che lo rincorrevo così velocemente!...

Così abbracciai il nostro Dago e mi misi a piangere di gioia. Subito dopo però ero preoccupato per "quell'altro" cane: dove era finito?! Ma lo vidi in lontananza: aveva attraversato il ponte ed ora se ne stava andando sempre più lontano: non voleva correre il rischio... che io lo prendessi...

Beh, l'errore era stato causato un po' dalla scarsa luce e poi quel cane era molto simile al nostro, quindi...

Ma subito dopo abbracciai Dago che mi ricambiò con una grossa leccata! Non capiva il perchè, ma era felice...

Perogatt



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Postato da: Perogatt a agosto 17, 2006 00:18 | link | commenti (6)
vacanze montagna

martedì, 15 agosto 2006
BUON FERRAGOSTO!





 Buon Ferragosto con... sorprese :)



Oggi - dicono - dovrebbe essere FERRAGOSTO. Ho guardato attentamente diversi calendari e nel giorno 15 Agosto non ho trovato la parola FERRAGOSTO. Si saranno sbagliati i calendari? Non credo, penso piuttosto che si tratti di altro: il calendario in effetti dice "Assunzione Maria Vergine", di conseguenza dovrebbe essere la festa dell'Assunta. Ma in giro ormai si usa di più dire che è FERRAGOSTO e ci si augura tutti "Buon Ferragosto", nessuno dice "Buona Assunzione" anche perchè... in pochi capirebbero di cosa si tratta.



Sono andato a leggere sul dizionario e su "Ferragosto" dice: "Festività che ricorre in agosto, in origine il primo del mese, quindi il quindicesimo, festa cristiana dell'Assunta; estens., breve periodo di vacanza alla metà di agosto.
[Lat. feriae Augusti]
".



Non si può proprio dire che il dizionario parli molto chiaro... Eppure si tratta di un dizionario fra i migliori, il famoso "Devoto - Oli".



Comunque resta il fatto che anticamente era una festa pagana (dal latino significa più o meno, se non sbaglio "Ferie d'agosto"), poi diventata una festa religiosa (l'Assunta)
. Ma penso che il termine Ferragosto sia una libera contrazione delle parole romane, "Feriae Augusti" e da qui "Ferr-agosto" (attenzione: devo avvertire che io non ho studiato il latino, per cui non sono certissimo della mia interpretazione....



Beh, a questo punto ci rinuncio: visto che si usa augurare Buon Ferragosto, lo faccio anche io, magari in una maniera un po' diversa: regalando qualche piccola "sorpresa"...



Si tratta 3 copertine del mitico "Diario Vitt" (estate 1949 - Jacovitti), "Diario Vitt" (estate 1050 - Landolfi), "Diario Vitt" (estate 1052 - Jacovitti). Da notare che la qualità di alcune immagini ingrandite non è delle migliori: la colpa non è mia... il fatto è che, non riuscendo a rintracciare le copertine originali (che ho sicuramente da qualche parte, ma dove?... Beh, proprio all'ultimo minuto ho rintracciato la copertina dell'Almanacco Vitt del 1050: almeno la qualità di questa è un pochino migliore...), ho usato delle riproduzioni stampate dulla rivista "Informa Vitt" (dell'Associazione Amici del Vittorioso - vedi una delle prossime puntate).



Poi metto una copertina -realizzata da me - di "Giochi sotto l'ombrellone" (una serie di inserti di Famiglia Cristiana), questa è la numero 3 del 18 luglio 1990. Beh, si parla di estate anche qui, no?...



Inoltre, per questa occasione,
ho messo anche una mia tavola tratta dalla serie dei "Casi dell'Ispettore Perogatt" pubblicata diversi anni fa sul Giornalino (prima che il nuovo direttore non "eliminasse" anche questo personaggio...).
Questa tavola non è di carattere estivo... E allora come mai si trova qui? Be, volevo fare un piccolo omaggio ai tanti ex lettori del mio personaggio Ispettore Perogatt, e poi... volevo fare una piccola "sopresa" ad un grande amico che temevo di avere perso dato che da tempo non mi scriveva più e non rispondeva nemmeno alle mie e-mail, ma ora, finalmente è ritornato! Ha avuto un periodo di "sbandamento" causato, penso, soprattutto dall'inizio del suo primo lavoro... Come lo capisco! Comunque le sue e-mail ricevute in questi giorni mi hanno fatto molto piacere: un amico che "ritorna" non è cosa di tutti i giorni! Questo amico si chiama Luca e vive in Liguria... No, non l'ho conosciuto durante le mie vacanze in Liguria, ma durante una manifestazione di fumetti ad Acqui Terme (Acqui Comics - VI edizione), qualche anno fa (non mi ricordo l'anno: ormai chi mi legge sa che io sono "allergico" alle date... e non me le ricordo tanto...), comunque siamo subito diventati amici! Luca è un grande appassionato di fumetti e, quando può, ne colleziona alcuni, solo quelli che gli piacciono... Lui dice che gli piacciono i miei disegni ed ad Acqui Comics aveva acquistato ad un'asta di beneficenza una tavola originale del mio personaggio Gianconiglio. Da allora ha cominciato anche a conoscere ed amare anche altri miei personaggi, ma soprattutto l'Ispettore Perogatt"...



I "Casi dell'Istettore Perogatt" erano una serie di "mini-gialli demenziali" che avevano riscosso moltissimo successo: i lettori si divertivano a cercare di indovinare chi fosse ogni volta il "colpevole" e la soluzione, in alcuni casi, si trovava in un'altra pagina del giornale, ma in alcune tavole l'avevo messa, capovolta, in fondo alla pagina stessa.
La pagina che ho scelto è intitolata "Dov'è finit Internet?".La soluzione è in basso capovolta: anche per questo motivo ho scelto questa pagina... Solo che, per non "appesantire" troppo l'immagine, potrebbe darsi che non sia facilissimo riuscire a leggere bene tutto: in questo caso, se mai, conviene lavorare un po' di "immaginazione" e "immaginare" che cosa poteva esserci scritto :)



Ma se per caso a qualcuno venisse... l'acquolina... si possono vedere moltissime pagine sul sito dell'Ispettore Perogatt che si trova a questo indirizzo: http://www.ispettore-perogatt.suinternet.it dove si trovano anche moltissimje notizie su questo mio personaggio (grazie anche all'amico Luca (nominato anche l'Ispettore della Liguria...) che mi ha fornito moltissimi dati a questo proposito e che ringrazio).

















Almanacco Vitte estate 1049





Almanacco Vitt estate 1050





Almanacco Vitt estate 1952





I casi dell'Ispettore Perogatt





















 


I casi dell'Ispettore Perogatt









Bene, a questo punto non mi rimane che augurare BUON FERRAGOSTO a tutti:



right a chi è già stato in vacanza



right
a chi è già tornato dalle vacanze



right a chi si appresta a partire per le vacanze



right a chi (come me...) non va in vacanza e magari sta anche... lavorando



Comunque sia: buon divertimento!












Perogatt


Postato da: Perogatt a agosto 15, 2006 01:10 | link | commenti (14)
buon ferragosto

sabato, 12 agosto 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (73)

Vacanze al mare (con fantasma...)


     Manca pochissimo a ferragosto... e mi è tornato in mente che per molti anni io, mia moglie ed i figli, ogni anno per le vacanze ci recavamo al mare, a Pietra LigurePietra Ligure - in provincia di Savona.

    In quel periodo noi abitavamo a Milano e per arrivare fino a Pietra Ligure impiegavamo abbastanza poco tempo: si trovava abbastanza vicino.

    I primi anni ci andavamo in treno (e spedivamo per corriere un baule con il necessario per la stagione) e poi, quando mia moglie aveva preso la patente (io no: mi avevano bocciato... Ma di questo magari ne parlerò in un'altra puntata - se me lo ricorderò...) e di conseguenza un'auto, ci andavamo con le valige al seguito: l'auto era sempre stracolma di vestiti, oggetti, ma soprattutto... giocattoli.

    Nei primi anni cercavamo ogni volta un appartamento in affitto, ma ogni volta dovevamo cercarne uno nuovo. Dato che non ci piaceva l'idea di prenotare per l'anno successivo, spesso capitava che poi quell'appartamento non lo trovavamo libero, così eravamo sempre alla continua ricerca. La cosa non era molto facile, dato che noi eravamo in cinque (io, mia moglie e quattro figli) e di conseguenza l'appartamento ci serviva abbastamaza grande ed - ovviamente - comodo, ma anche non troppo costoso...

    Un anno, mentre eravamo alla ricerca di un appartamento (nella zona da noi preferita, chiamata "le mimose" (poiché tutto intorno era appunto pieno di mimose) perchè aveva vari requisiti: in collina, ma non troppo lontano dal mare e poi in quella zona i nostri figli avevano conosciuto diversi amici che si incontravano ogni anno per giocare ed anche noi avevamo fatto amicizia con diverse persone che ogni anno venivano anche loro nella stessa zona, quando incontrammo una signora, piuttosto anziana, che ci disse che lei ci capiva: anche lei aveva da sempre preferito quel posto (loro due erano di Torino), tanto è vero che lei e sua sorella (quasi coetanea) qualche anno addietro avevano fatto costruire in un terreno, da loro acquistato, una villetta quasi "gemella", cioè un appartamento di fianco all'altro, ognuno per una delle due sorelle. Erano sorelle che andavano abbastanza d'accordo, ma quella signora ci disse che tutte e due avevano un caratterino... un po' particolare, per cui avevano preferito avere ciascuna un appartamento separato. Quindi l'avevano fatta costruire
    con un solo ingresso, ma due appartamenti attaccati, molto simili. Quella signora ci invitò nella villetta (su due piani) per offrirci un tè; così approfittò per farci visitare il suo appartamento. Non era molto grande, ma gradevole. Davanti c'era un piccolo giardino (comune a tutte e due le sorelle) e così pure un piccolo, ma sufficiente, spazio per il parcheggio ed un orto nel retro che però era diviso in due parti: ciascuna delle due sorelle ci teneva a curare l'orto per conto suo e facevano sempre una specie di gara per chi lo faceva meglio...

    Salutata quella signora, che nel frattempo ci aveva fornito alcuni indirizzi dove sapevano che molto probabilmente avremmo potuto trovare l'appartamento in affitto adatto alle nostre esigenze, ci demmo appuntamento ad un'altra occasione. Infatti riuscimmo a trovare l'appartamento per quell'anno proprio in uno degli indirizzi che ci aveva fornito quella signora. Ma ogni anno cercavamo di riuscire a trovare il tempo per andare a trovare quella signora, però non ci era stato possibile: con tre figli abbastanza piccoli, non era facile riuscire a trovare del tempo libero.

    Una volta io e mia moglie ci eravamo recati a Pietra Ligure qualche tempo prima alla ricerca dell'appartamento, ma senza risultato. Eravamo avviliti ed ormai quasi rassegnati a tornarcene a casa: quell'anno sarebbe stato senza vacanze. Così ci recammo in un ristorante che si trovava vicino alla zona che noi preferivamo (un po' lontano dal mare, ma non troppo). Mentre stavamo pranzando, la proprietaria del ristorante ci aveva sentiti parlare ed aveva capito che eravamo avviliti per non aver trovato un appartamento da affittare per quell'anno. Quindi questa ci disse che forse ci sarebbe stata una occasione: aveva saputo che a pochi passi da lì c'era una villetta che affittavano, solo che il proprietario l'affittava senza mobili e l'affittava con un contratto di alcuni anni, rinnovabili; ci disse anche che aveva saputo che la cifra richiesta non era tanto alta.

    Ringraziammo e ci recammo presso la persona proprietaria di quella villetta che subito ci accompagnò a visitarla. Scoprimmo così che si trattava proprio della villetta delle due sorelle che avevamo visto diversi anni prima con una delle due! Il nuovo proprietario ci disse che le due sorelle, molto vecchie, erano morte ed i parenti avevano venduto quella villetta e lui l'aveva acquistata.

    Ci disse che, dei due appartamenti, era libero quello a sinistra: proprio quello che noi avvevamo visitato anni prima! Gli dicemmo subito che lo prendevamo perchè conoscevamo già qualla casa. Così, firmato il contratto, cercammo alcuni mobili essenziali da portare lì: alcuni li avevamo già, erano dei mobili che ci eravamo portati dietro da Roma e che non usavamo quasi mai, altri li acquistammo in un negozio dove si trovavano mobili molto economici. Così, in poco tempo quell'appartamento era pronto: praticamente c'era tutto quanto ci sarebbe potuto servire.

    Così da quel momento, per anni quella casa era sempre più usata da noi e spesso mia moglie ci andava anche d'inverno con il figlio più piccolo (dato che non andava ancora a scuola), mentre a volte io e gli altri figli rimanevamo a Milano. Altre volte, invece, in occasione di qualche festa, ci riunivamo tutti lì, nella villetta al mare: lì ci trovavamo veramente bene.

    Durante l'estate invece l'appuntamento era sempre pieno di figli,
    allegria
    e... sgobbate per tenere tutto pulito.

    Io mi ero anche attrezzato per poter lavorare anche lì: avevo trovato un picolo tavolo che avevo sistemato in camera (con vista sul mare...) e, per colorare le tavole (dato che a quell'epoca andavano colorate sul retro) mi ero costruito una specie di "tavolo luminoso".

    L'unica cosa che ci mancava era il telefono: a quei tempi era molto difficile ottenere una linea telefonica per i non residenti (come lo eravamo noi). Ma questo non ci creava troppi problemi: avevamo dato istruzioni ai parenti ed anche alla redazione del Corriere dei Piccoli (per il quale in quel periodo lavoravo intensamente) che, in caso di necessità ci avrebbero inviavato dei telegrammi e ci saremmo recati in paese, presso un locale dove c'era un centralino telefonico con diverse cabine: si prenotava la telefonata, e poco tempo dopo, quando si veniva chiamati, ci recavamo nella cabina indicata per poter parlare.

    Ma la maggior parte dei telegrammi li ricevevamo dal Corriere dei Piccoli: spesso mi chiedevano dei lavori speciali, come illustrazioni, copertine oppure del lavoro extra, che io realizzavo e spedivo poi con il corriere (a loro spese) ed al Corriere dei Piccoli ricevevano (sempre puntualmente) quanto da me realizzato. Quindi, chi da piccolo aveva letto le mie storie di Gianconiglio (ed altri disegni), ora sa che moltissimi li avevo realizzati proprio a Pietra Ligure! (e magari anche proprio l'atmosfera marina di quelle parti, in molte storie mi aveva influenzato un po'...)

    Al contrario di mia moglie ed i figli, a me non piaceva troppo la "vita da spiaggia": io approfittavo per lavorare, fare qualche passeggiata ed andare a prenderli verso l'ora di pranzo: facevo anche io un bel bagno (alcuni dei miei figli approfittavano per fare un bagno supplementare...) e poi andavamo a fare un po' di spesa ed a piedi (la strada era tutta in salita, ma la facevamo sempre molto volentieri: ci faceva aumentare l'appetito...) facevamo ritorno a casa.

    Io curavo molto l'orto (in Liguria tutto cresceva in maniera fenomenale: l'aria e l'acqua aiutavano molto) e molti ortaggi li prendevamo da lì. Io avevo imparato a preparare il "pesto", ma fatto alla "maniera ligure"... Avevo acquistato uno speciale mortaio di marmo dove il basilico ed i pinoli venivano "pestati". Ci voleva un po' di tempo, ma il risultato era eccellente: quel pesto era veramente fenomenale! (Ora coltiviamo il basilico nell'orto - nella nostra casa in provincia di Como - ma non ha proprio lo stesso profumo...).

    Il giardino della villetta di Pietra Ligure era abbastanza piccolo, fatto a "gradini" (da una conosciutissima usanza ligure), cioè il terreno in salita lo avevo preparato in maniera che fosse diviso in larghi "gradini" in modo che i vari spazi dove poter coltivare fossero piani. In questo modo ero riuscito ad ottenere moltissimi ortaggi di tutti i tipi, comprese delle zucchine (una caratteristica ligure, chiamate da quelle parti "trombette", piante rampicanti) che erano molto lunghe e con un sapore particolare, leggermente dolce, molto diverso dalle altre solite zucchine.

    Avevo detto che quella villetta era "doppia", quindi era abitata da altre persone.

    Purtroppo non siamo mai riusciti a "legare" con questi vicini: loro erano calabresi ed evidentemente le loro abitudini ed usanze non combaciavano tanto con le nostre... Loro avevano tre figli piccoli (più o meno dell'età del nostro figlio più piccolo): una ragazzina e due gemelli. I gemelli erano proprio delle... pesti. Giocavano molto con mio figlio e lui ci andava molto d'accordo, però i ragazzi avevano l'abitudine di svegliarsi prestissimo, all'alba, e scendere le scale (tutti e tre) con gli "zoccoli" che provocavano un rumore incredibile e ci svegliavano di soprassalto (anche perchè il muro divisorio
    evidentemente
    era sottilissimo...). Io ne parlai con il padre, ma questi (appuntato carabiniere) disse solo che i suoi erano ragazzi e bisognava lasciarli fare...

    Ma dopo diverso tempo che quei rumori di zoccoli ci svegliavano continuamente di soprassalto, una mattina io mi affacciai al balconcino e mi rivolsi alla moglie (che si trovava nel piccolo giardino sotto) dicendole che doveva dire ai suoi figli di non fare tutto quel baccano: noi avevamo altre abitudini: loro lì ci abitavano tutto l'anno mentre noi ci andavamo in vacanza e desideravamo riuscire a riposare un po'. Lei non mi rispose, ma entrò in casa.

    Carabiniere alta uniformeCarabiniere
    Verso l'ora di pranzo sentii suonare alla porta. Era il nostro vicino che, in divisa ed in "posa da sfida" ed aveva in mano un lungo coltello (che teneva quasi nascosto dietro la schiena), mi disse: "Signor Peroni, vuole che facciamo a coltellate?" (qui occorrerebbe immaginare un forte accento calabrese). Io rimasi meravigliato e gli dissi che non avevo capito che cosa fosse successo. Lui mi disse che avevo "osato" parlare con sua moglie: se c'era qualcosa da dire, avrei dovuto dirla a lui e non a sua moglie! Io mi limitai a chiedergli... scusa e tutto finì lì. Ma da quella volta mi guardai bene di parlare a sua moglie.

    Ho scoperto poi che era gelosissimo e non faceva mai uscire sua moglie di casa, nemmeno per fare la spesa: ci pensava lui.

    La portava fuori, vestita adeguatamente, solo una volta l'anno in occasione della festa cittadina: lui era in divisa da cerimonia (in alta uniforme, con il pennacchio sul cappello). Ma sua moglie doveva tenere lo sguardo basso e non osservare nessuno e... nessuno doveva guardarla. Cercavamo di capire le loro usanze, ma non ci riuscivamo comunque: erano troppo diversi da noi.

    Nostro figlio (il più piccolo), invece, andava molto d'accordo con i tre ragazzi dei nostri vicini ed assieme realizzavano molti giochi ed anche degli speciali "spettacoli" dove nostro figlio presentava dei numeri ed i ragazzi eseguivano delle acrobazie e la bambina invece cantava (cantava veramente bene e spesso mi chiedo se poi, da grande, avrà coltivato quella sua dote).

    Un giorno, però, nostro figlio entrò in casa piangendo; ci disse che i due gemelli gli avevano rubato i giocattoli (quasi tutta la serie dei pupazzi di "Big Jim" - che a qell'epoca andava moltissimo di moda). Lui glieli aveva chiesti, ma loro non ne volevano sapere di ridarglieli. Io pensai che, in quel caso, occorreva che ne parlassi con i genitori, ma... vista l'esperienza passata, attesi il ritorno del papà e gli raccontai dell'accaduto. Lui si imbestialì: i suoi figli non erano ladri: erano figli di un carabiniere! Però, visto che nostro figlio seguitava a piangere ed insisteva che quei giocattoli li avevano loro, il padre si decise a prendere i due ragazzi ed andare assieme nella loro stanza. Poco dopo sentimmo dei forti rumori e delle urla, seguite da pianti dei due gemelli. Il padre mi raggiunse con una scatola: dentro c'erano tutti i giocattoli di nostro figlio. Mi diede quella scatola e mi chiese scusa. Io lo ringraziai, ma poi vidi, poco dietro di lui, i due gemelli che piangevano ed  avevano degli evidenti segni di schiaffi sulle guance: evidentemente li aveva picchiati. Io ne fui molto dispiaciuto e gli dissi che non era poi così importante, ma lui mi rispose che i figli avevano "macchiato"I di vergogna lui e la sua casa (seppi poi che pochi anni dopo aveva chiesto il trasferimento: era ritornato dalle sue parti).

    Durante gli anni che abbiamo abitato in quella villetta, io e mia moglie avevamo fatto amicicizia con delle persone, dei contadini, che abitavano poco lontano ed assieme ci divertivamo spesso a chiacchierare ed a fare delle belle partite a carte tutti assieme. Una volta il marito, in occasione dello sbarco sulla Luna da parte degli americani (che era avvenuto pochi giorni prima e che io avevo visto in diretta TV da Milano assieme a mia figlia, la più grande dei fratelli), ci disse che noi eravamo "sciocchi" a credere che quelli fossero sbarcati davvero sulla Luna, disse che si vedeva chiaramente che era tutto "finto", che si trattava solo un film che avevano preparato per far credere di essere stati davvero sulla Luna! Noi facemmo finta di dargli ragione, ma poi, quando eravamo da soli, dicemmo che evidentemente quel tizio era proprio un ignorante, molto di più di quanto non avessimo creduto.

    Ma poi, molti anni dopo, scoprimmo che quella "teoria" del nostro vicino di casa di Pietra Ligure era stata fatta anche da altri, molti altri. Anche alcuni studiosi hanno tuttora dei dubbi ed anzi qualcuno sostiene - con delle prove - che quel fatto dell'arrivo sulla Luna da parte degli americani era tutta una truffa. Se ne parla spesso anche ai giorni d'oggi. E se quel "contadino ingnorante" avesse avuto ragione?...

    Molte volte, dopo cena, io e mia moglie avevamo preso l'abitudine di fare un piccolo giretto all'interno del giardino, mentre i figli se ne stavano a guardare la televisione. Una sera, passando davanti alla finestra della cucina (che si trovava a pianterreno), io vidi una cosa strana: una
    Vecchia sedutavecchietta era seduta proprio nella cucina, mi osservava e mi sorrideva: scoprii subito che si trattava della vecchietta che avevamo conosciuto, l'ex proprietaria di quella casa!

    Mi venne la pelle d'oca ed avvertiti subito mia moglie, ma fatti un paio di metri indietro, quella vecchietta non c'era più. Mia moglie si mise a ridere: evidentemente era stato un effetto di luce della luna che mi aveva fatto credere di aver avuto quella visione.

    Ma io avevo visto troppo chiaramente quella scena e corsi dentro la casa, e mi diressi subito in cucina: nel puno dove avevo visto quella veccietta, non c'era nemmeno la seggiola
    Sedia sulla quale l'avevo vista seduta... Rimasi in dubbio: forse aveva ragione mia moglie, forse era stato tutto solo un effetto di luce ed ombra. Ma seguitai a pensarci.

    Poco tempo dopo venne a trovarci mia cognata, la sorella di mia moglie: lei non era mai stata lì ed era la prima volta che veniva in Liguria.

    Ci sistemammo in modo da poter liberare una stanza per farci dormire mia cognata. Quel giorno, dopo mangiato, la cognata disse che era un po' stanca e che si sarebbe recata nella camera che le avevamo assegnato (che si trovava al piano superiore) e si sarebbe sdraiata per riposare un po'.

    Un'oretta dopo vedemmo la cognata arrivare tutta sconvolta: ha detto che, quando si era svegliata, aveva visto una
    Vecchia seduta"vecchietta" seduta accanto al suo letto che la stava osservando e le sorrideva.

    Io mi ricordai subito della scena alla quale avevo assistito qualche sera prima e mi venne in mente che avrebbe potuto trattarsi della stessa vecchietta che avevo visto io. Chiesi subito a mia cognata di descrivermi quella vecchietta e, dalla descrizione, scoprii che era esattamente la stessa che avevo visto io.

    A questo punto non avemmo dubbi: era il fantasma della vecchietta che avevamo conosciuto anni prima, ed evidentemente era soddisfatta che noi tenevamo con molta cura il suo appartamento. Sia a me che a mia cognata era "apparsa" sorridente! Mia moglie è sempre stata un po' scettica su questa storia, ma io e mia cognata eravamo certi che avevamo veramente visto il "fantasma" dell'ex proprietaria di quell'appartamento!

    Gli anni passavano e nel frattempo i nostri figli erano cresciuti ed ogni anno che si parlava di "vacanze al mare" ci dissero che loro erano stanchi di andare sempre nello stesso posto, quindi le vacanze le facevamo tutti separati: in quella casa ci ritrovammo solo io, mia moglie ed il figlio più piccolo.

    Ad un certo punto decidemmo che forse non era più giustificata la spesa dell'affitto di quella casa: forse ci conveniva cambiare abitudini... Così lasciammo quell'appartamento ed ogni anno ci recavamo da altre parti: sull'Adriatico, a Senigallia - spiaggiaSenigallia, ma qui, nonostante la spiaggia bellissima, d'estate c'era moltissima afa ed anche... moltissime zanzare (al contrario della Liguria, dove non ne avevamo proprio trovate). Inoltre, per noi, il viaggio era un po' troppo lungo; l'unica cosa era il fatto che, andando a Senigallia, approfittavamo anche per andare a trovare i parenti che abitano lì.

    Poi scegliemmo la Liguria di levante, cioè dalla parte opposta a quella di Pietra Ligure, ma non ci trovammo bene: la sabbia era nera e la gente del posto non ci era sembrata ospitale come quella di Pietra Ligure...

    Alla fine, nostra figlia, che nel frattempo si era sposata ed aveva avuto una figlia, ci disse che aveva trovato un residence a Pietra Ligure e ci invitò lì, dove era alloggiata lei. Così trascorremmo assieme le vacanze ed inoltre... così potevamo fare anche i "nonni"...

    Nostra figlia ci fece osservare che... forse avevamo fatto male a lasciare quell'appartamento nella villetta a Pietra Ligure. Io e mia moglie facemmo fatica a non risponderle male:era stata proprio lei quella che ci aveva convinto, ancora di più dei fratelli, a lasciare Pietra Ligure!...

    Comunque, da allora, ogni anno eravamo tornati anche noi a Pietra Ligure, cercando delle pensioni: non era la stessa cosa dell'appartamento, ma almeno ci ritrovavamo a Pietra Ligure.



    Finale Ligure
    Residence OlivottiResidence Olivotti











    Poi, in seguito, scoprimmo che, a pochissimi chilometri da Pietra Ligure, a Finale Ligure, esisteva un Residence (il Residence Olivotti) e molto più attrezzato, così ci recammo per diversi anni lì e io diventai anche amico di uno dei proprietari: un giovane e molto appassionato di computer come me, ed assieme creammo il sito del loro Residence; preparai anche il "logo" e realizzai poi, nel 1999, alcuni disegni pubblicitari usando proprio due miei personaggi: l'Ispettore Perogatt e Slurp...

    Quel "Residence" era molto bello (anche se occorreva fare una strada in salita e molti scalini per arrivare fino all'ascensore ed arrivare nel nostro appartamento...), solo che, per noi era diventato un po' troppo costoso, dato che i primi anni ci andavamo in due famiglie: la nostra e quella di mia figlia, ma poi rimanemmo solo noi tre: io, mia moglie e nostro figlio...

    Marilleva 900Inoltre il nostro medico ci disse che avevamo bisogno di un po' di aria di montagna, così decidemmo per l'anno successivo di recarci in vacanza sulle Dolomiti, a Marilleva 900 (in provincia di Trento).



    Ma di questo ne parlerò in una prossima puntata...



    Dico solo che, diversi anni dopo, io e mio figlio tornammo a fare un viaggetto a Pietra Ligure per rivedere dal di fuori la "nostra" casa, la "villetta del fantasma", ma avemmo una spiacevole sorpresa: quella villletta era stata venduta e trasformata in uffici per una ditta di non sappiamo quale tipo, solo che, al posto del "mio" orto, ora c'erano dei grossi bidoni, piuttosto sgradevoli a vedersi.

    Io e mio figlio ci rimanemmo molto male e decidemmo di non tornare più in quei posti: ormai tutto era cambiato completamente, e forse... anche noi.





    Perogatt






(73 Segue)

Postato da: Perogatt a agosto 12, 2006 13:10 | link | commenti (2)
vacanze - mare - pietra ligure -

mercoledì, 09 agosto 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (72)





Negatività - Positività



  Ci sono momenti in cui sembra che vada tutto male, altri - per fortuna- in cui va quasi tutto bene... Per cui si avverte "nell'aria" una certa "negatività", ma per fortuna a volte c'è anche una certa "positività"...



NONegatività

In questi ultimi giorni giorni ero molto arrabbiato per vari motivi.

Motivi di salute (dovevano farmi un piccolo intervento alle gambe, ma per colpa del caldo notevole di questo periodo, è stato rimandato ad altra data).

Motivi di lavoro; tempo addietro mi avevano fatto rifare un disegno - una copertina. Il motivo? Abbastanza semplice, ma... complicato allo stesso tempo... Quando io faccio dei disegni, eseguo moltissime prove, studi ed esperimenti, insomma, studio tutti i pro e contro pur di eseguire un disegno "senza errori"; tengo presente le "regole" d'oro per ogni disegno: la prospettiva (cioè i "piani prospettici", l'anatomia, i colori e gli "effetti" di colore. Ad esempio, se una scena si svolge in un luogo buio, tengo presente quali sono le fonti di luce e faccio degli "effetti" di colore di conseguenza. Ma queste semplici "regole" evidentemente gli americani non le conoscono... Fatto sta che una copertina (con i Flintstones) è stata rifiutata dagli americani perchè il disegnatore (cioè io...) aveva fatto un grave errore: aveva messo sui personaggi due luci al posto di una! In quella copertina c'erano due fonti di luce, cioè una bianca da un lato ed una gialla dall'altro ed io avevo fatto appunto degli effetti di luce sui personaggi tenendo presenti quelle due fonti di luce. Ma gli americani, o meglio le persone che sono state adibite al controllo dei disegni provenienti dal "terzo mondo" (cioè noi italiani...), non conoscono quelle regole fondamentali... Di conseguenza sono stato "obbligato" a modificare quegli "effetti di luce" perchè - secondo loro - erano "sbagliati". Ho "dovuto" eseguire le modifiche, ma la mia rabbia aumentava dato che non mi avevano nemmeno ascoltato: avevo spiegato i motivi per cui avevo fatto quegli effetti di luce, ma loro, inflessibili, hanno preteso i cambiamenti voluti da loro, senza accettare spiegazioni.

Fred Flintstone - (C) Copyright WarnerIn questi giorni, poi, sono stato costretto a rifare una copertina per ben 6 volte perchè... i colori che avevo fatto io erano "sbagliati"... Il senso del "giusto" e "sbagliato" non sempre è facile da spiegare e da far capire. Se ad esempio, c'è una scena al buio di uno studio televisivo ed esiste solo un grosso fascio di luce, ovviamente tutto quanto si trova al di fuori dell'intenso fascio luminoso rimane in ombra. Questo però non è un "difetto", ma un "pregio": si possono ottenere degli effetti di luci ed ombre che fanno risaltare maggiormente i personaggi inquadrati dal fascio di luce. Ma, come ho detto, ho dovuto ugualmente rifare quella copertina per ben 6 volte: ogni volta dovevo modificare i colori, sempre di più e con colori sempre più "luminosi", fino a quando il tutto era diventato luminoso, "troppo luminoso"; mi ero dimenticato di dire che il fascio di luce che io avevo fatto bianco (per dare l'idea di una luce molto forte) ho dovuto modificarlo in un raggio di luce giallo!). Il risultato? Secondo me era venuto un disegno sbagliato, ma... a loro andava bene in quel modo. Ad un certo punto ho dato un sospiro di sollievo quando mi è stato comunicato che "finalmente" avevo "capito" come andava fatta quella copertina... Ormai era troppo tardi, poiché quel disegno era già andato in stampa, ma mi ero pentito di essermi dimenticato di togliere la mia firma: i lettori, poi, avrebbero giudicato me e si sarebbero chiesti come mai avevo fatto quel tipo di colori "sbagliati"...

Durante la mia carriera di fumettista, animatore, pubblicitario, illustratore ed anche pittore, mi è capitato - purtroppo - a volte di avere a che fare con gente che non ne capisce niente di disegno. Non è facile spiegare a gente inesperta certe "regole" che riguardano il disegno, come ad esempio la "prospettiva", cioè disegnando, un oggetto o una persona o... un personaggio in primo piano, si deve disegnare più grande rispetto a ciò che si trova più lontano; questo anche i bambini spesso lo sanno, ma... in certi posti di comando spesso ci sono persone che non conoscono nemmeno queste "regole d'oro" (conosciute in tutto il mondo): purtroppo capita un po' troppo spesso che certe persone "inesperte" vengono messe in posti direttivi e di conseguenza non riescono a capire certi disegni...

Anni fa, quando avevo disegnato una storia dei Flinstones, al Giornalino era andata bene (c'è anche un addetto che esamina le storie a fumetti prima di essere pubblicate - è un disegnatore di fumetti: Roberto Rinaldi un bravo ed esperto disegnatore di fumetti non solo per il Giornalino, ma anche per Bonelli), ma poi avevano dovuto sottoporla al giudizio dell'"esperto" americano, cioè il responsabile della serie "The Flintstones" di allora (mi sembra che in quel periodo l'Hanna-Barbera aveva ceduto i diritti alla "Turner" - attualmente sono gestiti dalla "Warner"); beh, quel tizio aveva scritto alla direzione del Giornalino dicendo che "il disegnatore di quella storia aveva fatto un errore: aveva disegnato il personaggio Wilma più piccolo del personaggio Fred". ProspettivaEbbene, quel tizio non avava fatto caso... che si trattava di "prospettiva" e di conseguenza Wilma era "ovviamente" un po' più piccola dato che si trovava un po' più lontana da Fred. Evidentemente quel tizio non conosceva le regole della "prospettiva" ed io sono stato "costretto" a modificare quel disegno. Ma come facevo a correggere - sbagliando - un disegno? Dopo aver tentato "inutilmente" di far capire perchè "tecnicamente" i due personaggi non potevano essere delle stesse dimensioni, ho dovuto rifare completamente quella vignetta studiando una impostazione diversa, cioè senza "piani prospettici", insomma, sullo stesso piano e di conseguenza in quel modo Fred e Wilma potevano essere delle stesse dimensioni. Una volta rifatto il disegno, quel tizio (incapace) ha approvato il disegno e la storia ha potuto essere stampata. Questo fatto ha causato uno "slittamento" della programmazione e quella storia è stata stampata diversi numeri dopo, causando un piccolo guaio: la storia in questione aveva un tema specifico e di conseguenza è stata stampata "fuori tempo" ricevendo così lettere di protesta e critica da parte di molti lettori... ai quali poi non si sapeva cosa rispondere: non era facile far capire che al mondo a volte - purtroppo - capita che persone "inesperte" vengono messe in posti di comando...

Ma avrei moltissimi altri aneddoti simili di fatti che mi sono capitati in passato (come ad esempio al Corriere dei Piccoli) anche in altri settori: nei disegni animati, nella pubblcità... Le persone "inesperte" in posti di comando abbondano sempre...

Riassumendo, ormai da diverso tempo, nel nostro settore dei fumetti, che dovrebbe essere sereno, dato che si tratta di un lavoro che "dovrebbe" essere "divertente", per colpa di molti, troppi inesperti, si respira un'aria malsana, piena di "negatività"!



Positività

Insomma, dicevo che "ero" arrabbiato per tutte quelle cose accadute (e molte altre simili che risparmio per non annoiare), molto arrabbiato, quando mi è arrivata una e-mail da un amico che ho conosciuto grazie proprio a questo mio PeroBlog, che mi raccontava di una esperienza appena trascorsa: al posto di fare le vacanze come quasi tutti gli altri, lui (assieme ad un gruppo di amici) aveva partecipato ad una speciale "marcia", una "marcia francescana": moltissimi giovani un po' da varie parti d'Italia ed anche dall'estero, eseguiva questa marcia a piedi, sotto il sole cocente misto a momenti di temporali violenti con anche la grandine attraversando vallate e montagne delll'Umbria, per giungere alla fine ad Assisi.


















Umbria - Assisi


Trevi - Clitunno


Spoleto


Assisi


Assisi - Basilica


Marcia Francescana - Assisi 2006








SIQuell'amico mi ha anche mostrato le numerose (belle) foto che aveva scattato in quella occasione: ho visto facce allegre, felici. Insomma: "positive".



"Giovani che si incontravano per la prima volta ma che" - dice l'amico - "sembrava che si conoscessero da molto tempo".



So per esperienza, per esserci stato molti anni fa, da giovane, che Assisi è un posto speciale: lì la serenità arriva comunque! Lì tutto diventa "positivo".

Anche la gente umbra è quasi unica in Italia: gente molto ospitale e serena.

Insomma, dal racconto dell'amico ho avvertito un forte senso di "positività".

Mi sono subito sentito meglio: in fondo il mondo non è poi tutto così brutto, esistono anche delle notizie belle, mi fa molto piacere sapere che molti giovani si riuniscono in serena allegria.

Ed io ne sono rimasto piacevolmente "contagiato"...



Per tutto questo, ti ringrazio "amico"! Come avrai notato, per delicatezza non ho scritto il tuo nome: non credo che a chi legge serva sapere il nome, ma conoscere i fatti e sapere che al mondo d'oggi non tutto è "negativo" esistono anche molte cose "positive" che, secondo me, vanno fatte sapere.

Quindi ora sono molto, molto meno arrabbiato...

E questo non è poco.




Perogatt





(72 Segue)

Postato da: Perogatt a agosto 09, 2006 12:54 | link | commenti (5)
negativita - positivita

domenica, 06 agosto 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (71)



 Ufficio PeroPostale: una e-mail da Giovanni...




      Sono moltissimi i visitatori dei miei due "PeroBlog" che mi scrivono: alcuni preferiscono mettere un proprio commento sulle varie puntate, altri preferiscono mandarmi una e-mail con i commenti che avrebbero voluto scrivere sui miei PeroBlog (su Splinder e su MrWebmaster), ma... forse non hanno avuto il coraggio... oppure (e sono diversi) non hanno ancora capito come si fa a scrivere un commento (magari, se avanzerà un po' di... tempo, spiegherò le procedure - semplissime - alla fine di questa "puntata postale"), altri ancora, mettono i loro commenti e mi scrivono anche delle e-mail: alcuni per chiedermi delle notizie supplementari su alcune cose che non avevano trovato sul PeroBlog, altri per fornirmi notizie e chiarimenti, oppure, come è il caso degli amici (conosciuti solo via e-mail oppure con la web-cam) Giovanni, Contix, Mariolino, Alex e diversi altri che mi inviano (via e-mail o con la chat) molti suggerimenti, mi danno  spesso una mano per riuscire a rintracciare alcune immagini oppure alcuni dati (e date...), inoltre spesso mi inviano delle immagini di disegni miei che sono riusciti a rintracciare su alcuni giornali e che io non riuscivo più a trovare, oppure che erano andati persi. Beh, approfitto per ringraziare tutti i miei "nuovi" amici per la loro preziosa collaborazione!



      Stavolta rispondo qui, pubblicamente a Giovanni (anche se penso che in questi giorni potrebbe essere in vacanza... In questo caso, se mai, leggerà questa puntata al suo rientro...), ringraziandolo molto per le sue numerose ed utilissime annotazioni, precisazioni ed anche per avermi inviato (un po' di tempo fa, ma che, per motivi... tecnici, uso solo ora...) una e-mail con allegate due pagine del Corriere dei Piccoli del 1976.







      Da notare che in quel periodo io non sempre riuscivo a rintracciare dei numeri del Corriere dei Piccoli: solitamente venivano messe da parte delle copie del Corriere dei Piccoli destinate ai collaboratori, ma in quel periodo quella consuetudine non veniva quasi mai rispettata e di conseguenza, se per caso io non trovavo il tempo per recarmi presso l'edicola ad acquistarne una copia, rimanevo senza documentazione), così mi capitava spesso di non vedere nemmeno com'erano venute stampate delle storie con Gianconiglio. Quindi questa era la prima volta che vedevo come era venuta stampata quella pagina!



      Questo era successo, guarda caso, proprio con le due pagine che mi ha inviato Giovanni: si tratta della copertina e del retrocopertina del numero 1 del 1976. In questo numero in prima pagina c'era la prima tavola di una storia di Gianconiglio, una storia che avevo realizzato con molta passione ed entusiasmo, anche se non avevo trovato dei riscontri adeguati da parte della direzione: il lavoro lo avevo fatto per i lettori, i veri destinatari dei miei disegni; il motivo? Beh, i tempi erano cambiati ed al Corriere dei Piccoli si respirava un'aria diversa, non c'era più quell'affiatamento che c'era stato anni prima... (anche a tutt'oggi mi capita spesso di fare dei disegni con molto divertimento e mentre disegno penso "solo" ai lettori: loro sono i destinatari, i miei veri "giudici").



      Quindi ecco qui sotto quelle due pagine: la prima pagina, con la tavola iniziale di una storia di Gianconiglio ("Geremia Gatto in altalena"), l'altra è il retrocopertina. Dato che quello era il primo numero dell'anno, c'era una pagina con illustrati i vari personaggi del Corriere dei Piccoli di quel periodo, compreso quindi anche Gianconiglio.













      Corriere dei Piccoli - Numero 1 1976 - copertina





      Corriere dei Piccoli - Numero 1 1976 - retrocopertina






      Qui sotto riporto quanto mi ha scritto Giovanni con delle sue annotazioni riguardo queste due pagine.



      "Ti invio due scansioni entrambe dal CdP n.1 del 1976, la prima e l'ultima di copertina:



      La prima è una tua bellissima tavola sviluppata su quattro piani prospettici, con Gianconiglio in primo piano che "esce" dalla vignetta per dialogare con i lettori, poi gli amici che brindano, poi il cameriere che porta un salame e sullo sfondo Geremia Gatto che progetta il misfatto! La storia è praticamente già raccontata: geniale, semplicemente geniale.



      La seconda è una tavola in versi celebrativa del nuovo anno con i personaggi principali del giornale (Gianconiglio è nella 4a vignetta). L'autore non è indicato, ma sospetto che sia Carlo Bisi per lo stile "arcaico" (le scritte, le ombreggiature al tratto) e la ridondanza dei personaggi di Sor Pampurio (il protagonista, la gatta, il figliolo in ultima). Se non fosse per la scritta "1976" nella prima vignetta, sembrerebbe una tavola realizzata negli anni '30! :)



      Letto? Devo dire la verità, quanto ha scritto Giovanni in poche righe, sono frasi degne di un bravo ad attento critico di fumetti! (Anzi, a volte mi chiedo se dietro il suo nome, non si nasconda un "famoso e bravo critico di fumetti"...



      Ho apprezzato moltissimo l'attenta e puntuale descrizione scenica della vignetta della prima tavola di Gianconiglio: Giovanni è riuscito, con poche parole, a descrivere anche i "piani prospettici": cosa che io avevo fatto, ma come una mia esigenza di racconto; Giovanni è riuscito a carpirne quello che c'era "dentro".



      L'ho detto anche altre volte: per realizzare un bel fumetto occorre che l'Autore ci entri "dentro", cioè non eseguire il disegno solo per "mestiere", ma "vivere" la scena che si disegna come se egli stesso ne facesse parte. Ebbene, mi capita abbastanza spesso di "entrare dentro" le varie vignette delle storie che realizzo ed i lettori, specialmente quelli più attenti, se ne accorgono.



      Quanto alle annotazioni che ha scritto riguardo il retrocopertina, Giovanni ha fatto un esame critico esatto e puntuale, cercando di capire non solo chi fosse stato il disegnatore che l'aveva realizzata (penso ache io possa trattarsi del famoso Bisi, che era stato - negli anni d'oro del Corriere dei Piccoli, uno degli autori più noti con il suo famoso personaggio "Sor Pampurio"), ma anche un esame stilistico che serve anche a gustare meglio quel disegno.



      Quindi, ti ringrazio moltissimo Giovanni, sei riuscito a valorizzare queste due tavole: in un certo qual modo sei diventato un "Autore" anche tu!





      All'inizio avevo promesso di spiegare (nella maniera più semplice possibile) come si fa ad inserire i propri "commenti". Innanzitutto devo specificare che io ho due "PeroBlog": uno ospitato da Splinder (http://www.peroblog.splinder.com) e l'altro ospitato da MrWebmaster (http://blog.mrwebmaster.it/perogatt). Ebbene, ognuno di questi due ha un sistema leggermente diverso per inserire i "Commenti", quindi li spiegherò tutti e due:



      - PeroBlog su Splinder - In fondo ad ogni puntata c'è scritto due volte "commenti": bene, per motivi che non conosco... (evidentemente dev'essere un "errore" fatto da chi ha progettato quel blog ed io purtroppo non posso intervenire per modificarlo: ho scritto più volte ai responsabili, ma senza risultato...) occorre cliccare sulla scritta "commenti" che si trova sotto la linea orizzontale, piuttosto che quella sopra: se si clicca su quella sopra non succede niente di speciale, occorre poi cliccare ancora una volta sulla seconda scritta "commenti"... A questo punto si apre una finestra dove ci sono i commenti già inseriti ed in basso ci sono due spazi: uno piccolo dove occorre scrivere un eventuale indirizzo di un proprio blog (se uno lo ha, altrimenti non si scrive niente), poi sotto c'è uno spazio più grande dove scrivere il commento. Un consiglio: chi ha almeno una piccola familiarità con il linguaggio "HTML", può usarlo (con questi simboli: Puoi usare i seguenti tag HTML nei commenti: <a target="_blank"> (per far aprire un link su un'altra finestra), <b> (per scrivere in grassetto) </b> (per terminare il grassetto), <i> (per scrivere in corsivo) </i> (per terminare il testo in corsivo), <br> (per andare a capo); ma anche chi non conosce questo linguaggio, può scrivere tranquillamente il proprio testo, ovviamente risulterà senza "effetti speciali"... Ma il risultato sarà più o menbo lo stesso. Un consiglio: meglio rileggere con calma quanto si è scritto prima di cliccare su "Pubblica commento" ed è fatto!



      - PeroBlog su MrWebmaster - In fondo ad ogni puntata c'è scritto "Commenti" (serve per leggere i commenti eventualmente già inseriti, poi c'è scritto "Scrivi Commento". Se si vuole scrivere un proprio commento si clicca lì. Si apre una nuova finestra dove in alto c'è un cerchietto (controllare che sia evidenziato il cerchietto in alto) e di seguito c'è uno spazio dove c'è scritto "Anonimous": bene, togliere quella scritta e sostituirla con un proprio nome (scelto a piacere), quindi sotto c'è uno spazio con scritto: "Subjet" ed accanto lo spazio per scrivere il titolo del commento. Quindi, sotto, c'è lo spazio per scrivere il commento, dove c'è scritto "Messaggio". Non ci sono limiti di spazio: certo è che siù si è brevi e più facile sarà essere letti da chi visita... (un avertimento: contrariamente al
      PeroBlog su Splinder, su questo non si può usare il linguaggio HTML!). Quindi si può cliccare su "Anteprima Commento": consigliato, poiché così si può controllare se eventualmente si sono fatti degli errori... Poi, se tutto va bene, occorre scrivere, nello spazio dove c'è scritto "Codice", i numeri che appaiono di lato, sulla destra. Ora si può cliccare su "Posta Commento" ed è fatto!



      Un consiglio: sarebbe meglio (e piu' facile) se ci si iscrivesse a tutti e due i miei blog (su Splinder e su MrWebmaster). Il procedimento e' molto semplice: basta recarsi sulla pagina principale di questi due siti principali e ci si iscrive. In questo modo, ogni volta che si desidera inserire un commento tutto risulta semplificato: si viene "riconosciuti" automaticamente e di conseguenza tutto risulta piu' facile e semplice.




      Perogatt




(71 Segue)

Postato da: Perogatt a agosto 06, 2006 13:01 | link | commenti (3)
ufficio peropostale