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A Roma, nei primi anni '50, ricevetti una lettera (in francese) da una certa Madame Bernedette Ratier che desiderava acquistare i diritti per la Francia per stampare sulle pubblicazioni della sua Editrice ("Aventures et Voyages" di Lione - Francia - Pubblicazione principale: "Mon Journal") diversi miei fumetti già pubblicati in Italia su "Capitan Walter", un settimanale del Vittorioso.
Fissato un appuntamento a casa mia, al giorno fissato si è presentata Madame Ratier assieme ad un "interprete".
Anche se io capisco abbastanza bene il francese, faccio un pochino fatica a parlarlo... quindi, con questo "interprete", noi riuscivamo a capirci meglio e più in fretta.
Parlammo per un pomeriggio intero e riuscimmo a metterci d'accordo sulle mie storie che Madame Ratier aveva scelto, le modalità ed i compensi relativi.
L'interprete era una persona veramente gentile, anche se si
capiva che non era di origine italiana (era nato in Romania), parlava
piuttosto bene l'italiano. Mi disse che lui era di origine ... Poi,
vedendo che in casa avevo molti dischi di musica classica, si
complimentò con me perchè gli dissi che a me piacevano tutti i generi di
musica e comunque tutta la musica in genere. Lui mi disse di chiamarsi Roman Vlad e mi disse che lui era un compositore e direttore d'orchestra. Si era prestato a fare da interprete facendo un favore alla sua amica Madame Ratier che conosceva da tempo e conosceva bene la sua Editrice e le pubblicazioni editi da lei. Io chiesi scusa della gaffe: non avevo mai sentito nominare questo Roman Vlad... e gli promisi che un giorno o l'altro mi sarebbe piaciuto sentire qualcosa della sua musica.
Alla fine, quando i due se ne stavano andando, l'interprete Roman Vlad
disse che se volevo sentire della sua musica, fra pochi giorni ci
sarebbe stato un suo concerto in Tv. Infatti, pochi giorni dopo venne
annunciato che il famoso compositore Roman Vlad avrebbe
diretto delle sue musiche trasmesse in TV alla Rai (a quei tempi in
Italia c'era solo un canale: la Rai... (la Rai Due sarebbe nata qualche
tempo dopo). Il giorno indicato accesi il televisore e, con grande
meraviglia, vidi Roman Vlad , in frak, che dirigeva l'orchestra
sinfonica della Rai. Il concerto ebbe inizio e scoprii che la sua musica
era di un tipo completamente diverso da quelli che avevo ascoltato fino
a quel momento.
Scoprii in seguito, leggendo le recensioni dei giornali, che Roman
Vlad era conosciuto in tutto il mondo per aver creato un nuovo genere
musicale sinfonico. Sinceramente ci rimasi male: aver trattato da "interprete"
un musicista della sua fama era stata una cosa veramente incredibile e
tentai di riuscire a mettermi in contatto con lui. Prima di andare, mi
aveva detto in quale albergo era alloggiato e telefonai chiedendo di
Roman Vlad e, dopo vari tentativi, riuscii a parlargli per scusarmi di
nuovo della "gaffe" e per dirgli che avevo
ascoltato la sua musica e lui mi chiese se mi era piaciuta. Io non fui
capace di mentire: gli dissi che mi era piaciuta, ma mi era sembrata un
po' strana, un po' difficile da comprendere. lui mi rispose, ridendo,
che era normale: la prima volta che si ascoltava la sua musica non era
facile riuscire a comprenderla bene, occorreva farci l'abitudine,
ascoltandone di più. Infatti cercai di procurami qualche disco della
musica di Roman Vlad ed il venditore del negozio specializzato, mi disse
che si vendevano poco quei dischi, ma lui ne era rimasto molto colpito:
finalmente una musica nuova! Quando gli dissi che lo avevo conosciuto
ed era venuto a casa mia, il proprietario mi chiese se mi ero fatto fare
l'autografo. Io risposi negativamente, anzi... Così gli raccontai della
gaffe e lui si mise a ridere dicendomi anche "Spero che non si sia offeso".
Io gli risposi che era una persona così affabile e gentile che non
credevo proprio si fosse offeso, anzi si era divertito. Il proprietario
del negozio mi disse che mi invidiava: aver conosciuto di persona il
famoso Roman Vlad era una cosa notevole! Io uscii mesto, rimaneva comunque il fatto che la gaffe l'avevo fatta...
ROMAN VLAD: Romeno di nascita, Roman Vlad
si trasferisce a Roma con la famiglia negli anni trenta e, dal 1951,
diventa cittadino italiano. Compone musica in tutti i campi, dal teatro
alla televisione (direttore artistico RAI) e alla radio. Gira il mondo
per saggi e conferenze; insegna musica in Inghilterra, alla Summer
School of Music e in Italia, tra i numerosi incarichi ricoperti, anche
quello di Direttore Artistico del Teatro alla Scala di Milano. Nel
cinema si occupa di composizioni per film fino alla metà degli anni
settanta, eccezion fatta di alcune partiture per documentari e altri
arrangiamenti per musica operistica. L'estro del compositore è misurato
attraverso un sillogismo di riferimento classico (Bach, Mozart, Beethoven) miscelato in schemi espressionisti d'avanguardia. Nastro d'argento alla carriera nel 1950.
http://biografie.leonardo.it/biografia.htm?BioID=754&biografia=Roman+Vlad
Roman Vlad è attualmente Direttore Artistico del
Teatro alla Scala di Milano. Compositore, pianista e musicologo di
origine rumena, Vlad è nato il 29 dicembre 1919 a Cernauti, in Romania
(l'attuale Cernovtzy, ora in Ucraina). Prima di lasciare la città
nativa, conseguì il diploma di pianoforte presso il Conservatorio.
BERNADETTE RATIER - Il 26 agosto 1946, Bernadette Ratier (1899-1992) ha creato le Edizioni "Aventures et Voyages" con il giornale "Mon Journal";
la sua Editrice era situata a Lione, in Francia, in Rue de Brest, 37
(non sono in possesso di notizie aggiornate e non so se anche oggi
l'Editrice si trova allo stesso indirizzo).
Ha anche editato una moltitudine di albi di successo, molti dei
quali utilizzando fumetti conosciutissimi, precedentemente pubblicati in
Italia. Per saperne di piu': http://bdmonjournal.free.fr/
Altre informazioni su Bernadette Ratier ed i suoi soci (come ad esempio Marcel Navarro con il quale, molti anni dopo, avevo avuto una collaborazione durata diversi anni): http://www.lfb.it/fff/fumetto/aut/n/navarro.htm
La ballata del "personaggio senza nome"...
Al "Vittorioso" da sempre avevano l'abitudine di cambiare il "logo"
della testata ogni tanto e, con l'andare degli anni, la testata non era
stata quasi mai la stessa. I direttori (e successivamente il Redattore
Capo) dicevano che in quel modo i lettori scoprivano che il loro
giornale "non sapeva di muffa", si rinnovava sempre.
Solitamente i giornali cercano di mantenere il loro "logo"
ben stretto, ma lì questo non succedeva. Chi aveva ragione? Io
personalmente ero propenso a modificare magari l'impaginazione, ma non
toccare il carattere della testata, ma i vari redattori erano tutti (o
quasi) solidali su questi continui cambiamenti. Così, mentre il "CORRIERE DEI PICCOLI" manteneva da sempre il carattere della sua testata, "IL VITTORIOSO" invece riusciva sempre a "sorprendere"...
Molti lettori (compreso me) non erano d'accordo su questo sistema,
ma... occorreva adattarsi ed accettare quei continui cambiamenti di
testata. Ah, tanto per portare due esempi: il "CORRIERE DELLA SERA" e "LA SETTIMANA ENIGMISTICA"
hanno sempre mantenuto la stessa testata del primo numero, l'unica cosa
che hanno modificato è stata l'introduzione dei colori in alcune
pagine, eppure le loro vendite sono sempre molto alte.
Una domanda: qualcuno dei più... "vecchi" lettori del Vittorioso se lo ricorda? A quell'epoca, da lettore, si era mai chiesto come si chiamava questo personaggino? Beh, spero che almeno qualcuno dei "nonni" (che sicuramente leggono questo PeroBlog) rispondano :)
Perogatt
(69 Segue)Lavori strani: Cinecittà
Mi
sembra di aver già accennato al fatto che avevo fatto alcuni lavori a
Cinecittà, a Roma, ma non avevo raccontato alcuni aneddoti riguardo
proprio quel mondo fantastico ed incredibile. Bene, lo faccio ora.
Fra i tanti lavori che ho fatto, mi mancava quello di Cinecittà,
uno dei posti più incredibili che esistano al mondo. Si parla tanto di
Hollywood, ma poi non dicono quasi mai che molti film, anche gli
americani vengono a gfirarli proprio in Italia, a Cinecittà. Il motivo?
Perchè si spende meno? Forse, ma non è il motivo principale: lì c'è
sempre il personale più preparato per riuscire a risolvere qualsiasi
problema dal punto di vista cinematografico.
Come spazio totale non è poi tantissimo, ma lì dentro riescono
veramente a fare miracoli e costruire qualcsiasi cosa e far sembrare
gigantesche delle cose in effetti un po' più piccole: del resto il
cinema è "finzione", no? Ma occorre riuscire a farla bene e lì
sono tutti veramente bravi e soprattutto molto entusiasti del lavoro che
fanno: dal primo all'ultimo dipendente!
Molti registi hanno girato proprio lì diversi film di successo e Fellini aveva sempre preferito girare lì dentro i suoi film perchè diceva che lì si trovava a casa sua!
Ebbene io non ero mai stato all'interno: a volte passavo davanti e
mi chiedevo che cosa si nascondesse qll'interno. Ma un giorno ebbi
l'occasione giusta...
Lavoravo
per un produttore cinematografico per realizzare degli spot
pubblicitari (per il cinema e per la TV) e questi mi chiese di fare da
regista per una serie di "Caroselli"; io accettai subito con entusiasmo, ma poi mi disse che bisognava girare quei film a Cinecittà...
Così il giorno dopo mi presentai chiedendo all'a portineria dove
avrei potuto trovare un certo Teatro (così vengono chiamati i set dove
si girano dei film) e, trovatolo, mi accorsi che all'interno era molto
più grande di quanto non sembrava all'esterno. Moltissima gente, tutti
indaffarati ed era difficilissimo riuscire a fermare qualcuno per
chiedere informazioni: ognuno avava il suo compito e non andava
disturbato. Alla fine mi avvicinai ad uno che pensai fosse un incaricato
per seguire la lavorazione degli spot che dovevamo girare. Infatti
questi mi spiegò a grandi linee come stavano le cose: tutto era pronto
(secondo le mie indicazioni disegnate e scritte che avevo fatto avere
prima): la scenografia e le luci erano pronte. Mancavo solo io che dessi
il via...
Ma mi ero dimenticato di dire che il protagonista di quegli spot era Gassman, il grande Vittorio Gassman!
Nel trovarmi di fronte a lui, mi tremavano le gambe dall'emozione,
ma cercai di farmi forza e mi misi subito al lavoro dando le
disposizioni per girare le varie scene.
Io avevo un timore reverenziale nel rivolgermi a Gassman, ma lui mi
mise subito a mio agio e cominciò con il dirmi che dovevamo darci del "tu".
Spiegatogli che cosa dovava fare, lui umilmente si prestò a recitare
le scenette dello spot, con una naturalezza incredibile e soprattutto
con molta umiltà. Non occorreva mai ripetere le scene dove c'era lui:
andavano bene subito.
Era veramente un grande attore. Io gli chiesi scusa perchè, per
alcune scene doveva fare alcune cose da "stupido"... ma lui mi rispose
che "Nulla è stupido, purchè sia fatto con intelligenza". Quella per me fu una grande lezione che non dimenticai mai.
I dirigenti di Cinecittà mi avevano notato ed avevano visto con
quanta disinvoltura mi muovevo lì dentro e mi chiesero se me la sentivo
di realizzare anche altri lavori. Ovviamente io dissi di sì. Si trattava
di curare la regia di una serie di "Trailer" (allora si chiamavano i "Prossimamente").
Così mi ritrovai a dover preparare dei piccoli film usando una parte
di materiale già pronto, ma soprattutto cercare delle idee per fare in
modo che in pochi minuti la gente si rendesse conto di cosa trattava il
film e soprattutto riuscire ad invogliarla ad andare avedere quei film.
Non
era un lavoro facile, ma io lo facevo molto volentieri. Alcune volte,
per dei film comici, ci inserivo delle parti a disegni animati (che
ovviamente realizzavo io), altre volte, per dei grandi film storici (a
quell'epoca ne giravano moltissimi) cercavo di ricreare dei modellini:
mi rivolgevo agli specialisti che si trovavano all'interno di Cinecittà
ed assieme a loro, realizzavo delle scene non viste nei film: creavo
degli "effetti speciali" in un'epoca in cui non esisteva il computer ed
occorreva avere molta creatività ed inventiva. Insomma, feci moltissimi
di questi "Trailer" che venivano regolarmente
proiettati prima che iniziassero i vari film dando appuntamento al
cinema per quei film. Beh, tutti erano soddisfatti di quel lavoro e mi
diedero da fare sempre più lavoro.
Non ricordo nemmeno più i titoli dei film dei quali avevo fatto i "promo": ormai ne avevo fatti moltissimi.
Ma non basta: per molti film occorreva fare anche i "Titoli di testa" (all'inizio del film) ed i "Titoli di coda"
(alla fine del film). Inventavo ogni volta dei sistemi diversi, con
caratteri strani, tutti inventati da me. Per scrivere i vari nomi degli
interpreti e delle persone che avevano preso parte alla lavorazione del
film, si usava un sistema strano: si disegnavano i nomi su dei lunghi
fogli di carta, poi si metteva sopra del vetro (spesso delle strusce
molto lunghe) e su questo si copiava, con i colori e pennello, quello
che si era disegnato prima sulla carta. Era un lavoro abbastanza noioso e
lungo, ma... me lo pagavano bene, quindi feci anche questo lavoro.
Ma
a volte mi era capitato che alcuni specialisti per i modellini
(specialmente per film storici o mitologici) mi chiedessero se potevo
dare loro una mano. Io non cercavo altro: finalmente mi divertivo! E
così li aiutai a creare delle città romane, dei templi (che spesso poi
occorreva che si "rompessero", quindi preparati in modo che poi si potessero "rompere"
e sembrare che fosse una cosa immediata e non preparata in
precedenza... Gli effetti sonori, poi, aumentavano l'effetto). Insomma,
realizzai modellini che, inquadrati in una certa maniera e con delle
luci apposite, davano l'idea che i palazzi fossero giganteschi, anche se
in effetti erano grandi solo pochi centimetri...
Un reparto che mi avava incuriosito particolarmente era la sala montaggio,
cioè dove c'erano montagne di pellicole che, unite una all'altra nella
giusta maniera, dessero il giusto ritmo ai film. Lì conobbi uno
specialista, un certo Otello (non ho mai saputo il
cognome, ma tutti lo conoscevano così) che, maneggiando le pellicole, si
trasformava in una specie di "mago": riusciva a montare dei film con
una velocità incredibile.
Io me ne stavo lì in un angolo, in silenzio per non disturbare. Ma
ero affascinato e pensavo che moltissiima gente sapeva tutto sui
registi, gli attori, ma pochissimi (o quasi nessuno) sapeva che la
maggior parte del merito del successo di un film era dovuto proprio a
lui: su moltissimi metri di pellicola girata sapeva scegliere
velocemente quelle "giuste" e sapeva esattamente quanto tempo dovevano durare per riuscire a dare un ritmo, quello giusto, ad un film.
Ovviamente per ogni genere, il ritmo era diverso, ma Otello lo capiva al volo e non sbagliava mai!
Se non sbaglio, anche molti film di Fellini (che si sa girava una quantità enorme di pellicola, per la maggior parte, poi sprecata...) furono montati da Otello.
Un consiglio? La prossima volta che andate a vedere un bel film, soffermetevi un po' a leggere i titoli di coda e cercate anche il nome di chi ha eseguito il "montaggio": molto probabilmente quel film era diventato bello anche per merito suo...
Lavori strani: Grossista di medicinali
Ecco qua un altro lavoro fra i tanti che ho fatto, specialmente da giovane...
Stavo cercando lavoro, ed il mio pensiero era orientato verso il
disegno, ma... in casa, soprattutto mia madre e mio fratello, non erano
d'accordo: dovevo fare un "vero" lavoro....
Ma io... ehm... pensavo ai fumetti ;-)
Mia madre parlò con mio zio che faceva il farmacista per vedere se lui riusciva a trovare un lavoro per me e lui mi raccomandò presso un grossista di medicinali.
Così, nonostante le mie lamentele, entrai a lavorare per quella ditta ed
avere a che fare con medicinali, molti, moltissimi medicinali...
Mi ritrovai così a gestire il grande magazzino dei medicinali. Cercai di sistemarli secondo una mia logica.
I proprietari all'inizio si infuriarono perchè non avrei dovuto spostare
niente, ma poi scopersero che avevo disposto i vari prodotti in una
maniera molto più logica ed in quel modo era più facile e veloce
rintracciare i vari prodotti.
Ma non mi ero limitato solo a quello: avevo fatto tutta una serie di disegni (umoristici) che segnalavano anche il "genere" di medicinali che si trovavano nei vari reparti; ad esempio, dove erano sistemati i medicinali purgativi... avevo disegnato un omino che, con i pantaloni abbassati, correva verso il bagno... Per i medicinali contro la "stipsi"
avevo disegnato un omino che correva spaventato perchè era inseguito da
una enorme supposta... E così via. Loro si misero a ridere, ma
trovarono che con quel sistema il lavoro si poteva svolgere molto più
velocemente e con meno rischi di errori.
Ma
non basta, io ero anche incaricato di fare il giro delle varie farmacie
per richiedere l'elenco di eventuali medicinali dei quali avevano
bisogno ed io scrivevo ormai molto velocemente poiché avevo imparato a
memoria quasi tutti i nomi delle medicine. Anzi, spesso i farmacisti mi
consultavano per aiuttarli a "decifrare" la calligrafia dei medici e non ho mai sbagliato una volta!
Inoltre, i proprietari di quella ditta producevano anche alcuni prodotti, come ad esempio cerotti, bende, sciroppi ed io dovevo provvedere a tutte quelle mansioni.
Per ognuna di quelle, poi, mi ero organizzato a modo mio...
Ad esempio, per tagliare i rotoli di garza nelle varie misure, avevo
costruito un apposito attrezzo (con segnate le misure prestabilite) che
funzionava molto bene.
Poi avevo suggerito al medico che dirigeva il reparto "medicinali da banco"
di aggiungere un certo estratto dal profumo gradevole ad uno sciroppo
per la tosse che altrimenti risultava sgradevole... Così da quel
momento, tutta la gente voleva quel particolare tipo di sciroppo dato
che i bambini lo gradivano meglio.
Quindi occorreva attaccare le etichette alle boccette con gli sciroppi e
preparare le confezioni per i rotoli di garza: ovviemente mi incaricai
io di preparare i disegni appropriati. Solo che... li avevo fatti tutti
in maniera un po'... divertente. Spiegai che la gente avrebbe acquistato
più volentieri quei prodotti se il disegno era un po' divertente. Ma
loro non erano troppo convinti...
Ma... non riuscii a reggere per molto tempo ed alla fine convinsi i
proprietari di quella ditta che era meglio che cambiassi lavoro: anche
loro, dopo aver visto i miei disegni umoristici che avevo messo in giro
per i magazzini, mi spinsero a fare il disegnatore.
Così lasciai quella ditta e mi rimisi a dipingere. Solo che con i dipinti ad olio non potevo "divertirmi" a disegnare degli omini buffi... ed il mio pensiero andava immancabilmente verso quello dei fumetti...
CAMPIONI DEL MONDO!
CAMPIONI DEL MONDO!
CAMPIONI DEL MONDO!
CAMPIONI DEL MONDO!
Lavori strani: Capo Fabbrica Sacchi di carta
Uno dei miei primi lavori come dipendente era stato in una fabbrica di sacchi di carta (mi sembra si chiamava "SACART").
La mia non fu una richiesta di lavoro vera e propria... Il fatto è che
sono sempre molto curioso ed una volta (da giovanissimo) avevao notato
che in un punto della città di Senigallia
(nelle Marche, in provincia di Ancona), nei pressi del bellissimo
mercato cittadino (l'Annonario, piano superiore - vedi foto), stavano
scaricando degli strani macchinari. A quell'epoca non era cosa di tuti i
giorni vedere macchinari di quel tipo ed io mi fermai ad osservare e
curiosare. Visto che.. non mi cacciavano via, assistetti a tutto il
lavoro che gli operai ed i tecnici stavano facendo. Spesso chiedevo
informazioni e quelli - evidentemente mi avevano scambiato per uno
incaricato di seguire quel lavoro - mi rispondevano con molta gentilezza
e chiarezza.
Stavano
montando un gigantesco macchinario che sarebbe servito per fabbricare
automaticamente dei sacchi di carta, di quelli che si vedono spesso in
giro, tipo quelli per il cemento o per le graminacee. Insomma, io avevo
seguito passo a passo tutto il montaggio ed infine le varie prove che i
tecnici alla fine facevano. Si erano portati anche diverse bobine di
carta che, sistemata in un posto apposito e fatta passare lungo un
particolare tragitto, alla fine quella carta veniva piegata, incollata
ed alla fine uscivano una specie di "tubi" di carta (ovviamente carta
speciale, molto resistente). Dopo, la carta veniva automaticamente
tagliata dalla macchina e quei "tubi" venivano ammucchiati in un punto.
Praticamente in quel modo la prima parte del lavoro era fatta. La parte
successiva veniva poi fatta a mano: c'erano delle sagome apposite che,
sistemate in una certa maniera e fatta piegare la parte finale dei
sacchi di carta in un certo modo e ne usciva il sacco vero e proprio.
I
tecnici poi mi insegnarono che era possibile inserire sui sacchi delle
scritte (o dei disegni): c'era una specie di stampante che, mentre la
carta passava, stampava ciò che si era preparato. Mi spiegarono anche
qual era il procedimento per la fase di stampa. Mi
spiegarono inoltre che con quella macchina si potevano realizzare
diversi tipi di sacchi di varie misure: bastava predisporre le misure
desiderate.
Mi ricordo che gli operai ed i tecnici erano venuti
appositamente da una ditta di Torino ed alla fine si prepararono per
andarsene: il loro lavoro era fatto.
Ad un
certo punto giunse il proprietario che, vedendo la macchina montata ma
che quella gente se ne stava andando, chiese loro le istruzioni per il
funzionamento. Loro dissero che avevano spiegato tutto all'incaricato,
cioè... io. Il proprietario disse che non mi conosceva nemmeno! Ma quelli avevano fretta: il lavoro era terminato, il collaudio pure e quindi dovevano ripartire.
Il
proprietario era disperato e, mentre io mi stavo avviando verso
l'uscita, mi chiese se quello che avevano detto quei tali era vero, cioè
se io ero in grado di far funzionare quel gigantesco macchinario. Io
risposi di sì. Allora il proprietario, in un momento di disperazione, mi
chiese se me la sentivo di lavorare per loro come diretttore di
fabbrica. Io (inconsciamente) risposi di sì.
Preparato il libretto
di lavoro (non avevo mai lavorato come dipendente prima di allora), fui
regolarmente assunto in quella ditta come "Capo Fabbrica".
Così qualche giorno dopo mi presentai con una bella e comoda tuta (che nel frattempo mia madre si era affrettata a comprarmi).
Vidi che c'erano anche altre persone che nel frattempo erano state assunte: un paio di miei "aiutanti" ed alcune donne che avrebbero dovuto procedere alla piegatura della parte finale dei sacchi.
Io
azionai il grande macchinario e, dopo un po', uscirono i primi sacchi
di carta. Il proprietario fu felicissimo e mi disse che dovevamo
realizzare un certo quantitativo di sacchi con dei tempi già
prestabiliti: dato che a Senigallia c'era una importante fabbrica per la
lavorazione del cemento, occorrevano subito molti sacchi proprio per il
cemento (con stampato sopra il marchio di fabbrica - conosciutissimo a
tutt'oggi). Io diedi le disposizioni necessarie ed alla fine i sacchi
uscivano ed in poco tempo erano imballati, pronti per la consegna.
Il
proprietario si complimentò con me: avevo diretto a meraviglia quella
fabbrica! Ma... io ovviamente chiesi un aumento di quanto avevamo
pattuito in un primissimo momento e lui mi accontentò, anche perchè...
se non c'ero io quei sacchi non avrebbero potuto realizzarli...
Gli
ordinativi aumentarono ed il lavoro pure, così chiesi ed ottenni altro
personale. La parte che mi divertiva di più, però, era quella di
preparare i disegni per la stampa: venivano incisi su uno speciale
materiale e riuscivo a realizzare dei disegni anche a due o tre colori.
Rimasi
lì per alcuni mesi, ma alla fine mi ero stancato di quel lavoro...
Quindi dissi che mi licenziavon perchè nel frattempo dovevo realizzare
dei quadri ad olio. Il proprietario pensava che io stessi scherzando, ma
poi, visto che ero serissimo, dovette cedere: in fondo ora c'erano i
miei "aiutanti" che nel frattempo avevano imparato qualcosa e la fabbrica avrebbe potuto funzionare lo stesso.
In vacanza (o no?...) con il PeroBlog!
Siamo
in luglio, tempo di vacanze. Chi sta per partire e chi è già partito,
chi partirà il mese prossimo e chi è già partito in giugno ed è già
tornato. Ma c'è anche chi... le vacanze non le fa, quindi penso che
questi miei speciali auguri vadano un po' a tutti.
Ritenendo
comunque di fare un piccolo omaggio: ho messo qui le copertine che avevo
realizzato in vari anni: 1976, 1981, 1983, 1990.
Si tratta della copertina del numero 1 di "Giochi sotto l'ombrellone" che avevo fatto per gli inserti estivi di "Famiglia Cristiana" nel 1990.
Poi la copertina del "Piccolo Missionario" (con Nerofumo - fronte e retro) dell'agosto 1976.
Quindi c'è la copertina del "Piccolo Missionario" (con Nerofumo) di luglio 1981.
Infine la copertina (sempre con Nerofumo - fronte e retro) dell'agosto 1983.
Ma... questa piccola rassegna di copertine estive non è finita: l'amico Giovanni
(che ringrazio pubblicamente ancora una volta) ha scovato altre
copertine che possono rientrare in questa serie: il retro-copertina di "Psyco" N. 3 (giugno 1970), il retro-copertina di "Psyco" N. 4 (luglio 1970) e la copertina di "MaxiComics" (un numero speciale di "MiniComics" - estate 1970).
Giovanni mi ha spedito una e-mail con questi "ritrovamenti"
e preziose annotazioni specialmente riguardo le date di uscita. Mi ha
anche elencato quelli che, secondo lui, sono gli autori italiani
(Gherlizza e Del Principe) di alcuni personaggi che io avevo disegnato
sulla copertina di MaxiComics, ma non sono totalmente d'accordo dato che
per me si trattava di personaggi francesi, specialmente "Kiwi"
che era stato anche titolare di una omonima testata che usciva in
Francia in quel periodo (del quale poi avevo realizzato anche io qualche
storia). Ma sono comunque disposto a cambiare opinione se qualcuno
riesce a fornirmi una documentazione diversa e ovviamente ringrazio
anticipatamente per la collaborazione.
Perciò la... sfida è aperta: riuscirà qualcun altro a rintracciare altre mie copertine estive?
Una
piccola avvertenza: per motivi di Copyright non posso mettere qui le
copertine che ho fatto per il Giornalino usando i personaggi dei Flintstones...
Dimenticavo: c'è anche chi non fa le vacanze... Dedico queste copertine anche e soprattutto a loro. Quindi... le dedico anche a me: quest'anno, per motivi di lavoro ed altri motivi importanti, purtroppo niente vacanze :)
Vorrà dire che magari inserirò qualche puntata in meno di questo PeroBlog,
ma le inserirò ugualmente e comunque, chi in questo momento non riesce a
trovare un computer per poter connettersi a Internet, vuol dire che
magari lo farà al suo ritorno ed allora leggerà dopo le puntate che avrò
messo...
Bene, ora non mi rimane augurare buone vacanze
a chi sta per partire o a chi, dalla vacanza, è riuscito a connettersi e
sta leggendo qui. Per tutti gli altri: spero che non si annoino... ed
in questo caso suggerisco di venire qui spesso, leggere e... inserire un
commento (molto gradito!).
Ciao da Perogatt!
(Segue)