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domenica, 25 giugno 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (65)

"Landolfi" inedito e... particolare

     

      Lino Landolfi - illustrazioneHo raccontato più volte che, essendo anche vicino di casa, mi incontravo spesso con Lino Landolfi (vedi precedente puntata ed anche alcune fra le prime puntate di questo PeroBlog).
      Ho parlato anche della sua difficile e strana tecnica che usava per realizzare i disegni per i fumetti per cui impiegava sempre molto tempo per terminare le tavole, ho parlato del fatto che spesso gli davo una mano a terminare delle tavole per poter fare in modo da poterle consegnare in tempo.
      Mi sembra di aver anche raccontato che, verso la seconda metà degli anni '60, a causa delle difficoltà amministrative che stava attraversando "il Vittorioso", noi Autori avevamo cominciato a protestare e per di più scoprimmo che i soldi mancavano poiché le cifre destinate a noi, erano state dirottate presso il "Centro Sportivo Italiano", una organizzazione sportiva che era molto dispendiosa e di conseguenza era una specia di "macchina mangiasoldi"... per l'Editrice Ave (quella che era anche proprietaria del Vittorioso).
      Chi ci rimetteva eravamo proprio noi, i collaboratori del periodico: i pagamenti venivano rimandati di giorni, di mesi, diversi mesi...
      Quindi molti Autori avevano cominciato ad andarsene: De Luca aveva iniziato a collaborare per "il Giornalino", Jacovitti per "il Giorno dei Ragazzi", Polese che si mise a collaborare al Giornalino ed anche con
      l'Editore Bonelli, io feci ritorno a Milano iniziando la lavorazione per il famoso "Carosello" (con "Calimero" in testa) e così via, moltissimi altri Autori che presero altre strade.
      Io e Landolfi eravamo molto preoccupati di questa situazione ed a volte studiavamo dei sistemi per poter realizzare altri lavori.
      Una volta avevamo ottenuto un appuntamento con un importante Editore Inglese e noi due dovevamo preparare dei disegni fatti apposta e non fargli vedere dei disegni già usati per i nostri fumetti: dovevano essere il più possibile di "gusto inglese". Ci rompemmo la testa ed alla fine studiammo che cosa dovevamo preparare, così mentre io facevo i miei disegni, Landolfi andava avanti a... studiare. Una sera mi ero recato a casa sua dopo cena e scopersi che non aveva realizzato ancora niente, eppure l'appuntamento con quell'Editore sarebbe stato per il giorno successivo. A quel punto non c'era più nessuna possibilità, inoltre erano all'incirca le 9 di sera...
      Landolfi era nel pieno sconforto, ma io insistevo: se ci si metteva sotto, ce l'avrebbe fatta! Così Landolfi preparò due fogli di cartoncino da disegno ed iniziò a disegnare freneticamente. Dopo un'oretta mi fece vedere gli schizzi a matita ed io gli dissi che andavano bene così, ma lui mi fece notare che per terminare quei disegni ci avrebbe impiegato dei giorni...
      Così lo consigliai di darmi quei cartoncini ed avrei terminato io quei disegni! Landolfi pensava di aver capito male, io invece facevo sul serio. Mi feci dare qualche pennello, dell'inchiostro di china e le boccette di inchiostri di colori all'anilina. Sotto lo sguardo meravigliato di Landolfi, io mi misi a fare una corsa pazzesca e, dopo un paio d'ore i due disegni erano pronti! Non rimaneva che mettere la firma: gli avevo preparato una penna stilografica con inchiostro nero, così sarebbe stato un po' più facile per lui firmare...
      Lino Landolfi - illustrazioneCosì il giorno seguente ci recammo presso il punto d'incontro fissato per l'appuntamento con quell'Editore. Lui parlava solo in inglese, un inglese strettissimo e noi due conoscevamo solo... un po' di inglese scolastico...
      Per fortuna l'Editore era stato previdente ed aveva chiamato appositamente un interprete, così il seguito della chiacchierata si svolse in italiano.
      L'Editore osservò i nostri disegni e notò subito che i due disegni di Landolfi erano un po' diversi dai suoi soliti che lui aveva osservato pubblicati sul Vittorioso e Landolfi gli spiegò che... ehm... sapendo che erano per un giornale inglese... aveva realizzato quei disegni pensando ad un gusto diverso, più inglese. L'Editore si complimentò con lui: quei disegni erano proprio belli, come lui li desiderava. Anche i miei disegni gli piacquero, ma disse che erano un po' troppo curati , un po' troppo "freddi" mentre quelli di Landoli erano molto più "freschi", ed i colori, poi, erano molto più "caldi", quindi mi disse che avrei dovuto cercare di imitare il tipodi colorazione di Landolfi. Per poco non scoppiai a ridere... Insomma, poco dopo ci fece la proposta di lavoro: delle tavole di fumetti (due ogni settimana) per un giornale inglese: "Jack And Jill" (una delle più conosciute testate di periodici per ragazzi del Regno Unito).
      Le consegne, ci avvertì, sarebbero state piuttosto strette: entro un mese avremmo dovuto consegnare le prime due tavole ciascuno: quelle sarebbero servite come prova che, se la superavamo, avremmo iniziato la collaborazione vera e propria. Noi "fingemmo" di essere un po' preoccupati, ma... dicemmo che ce l'avremmo fatta (beh, considerando che solitamente dovevamo consegnare al Vittorioso due tavole alla settimana, quello per noi era uno scherzo). Poi ci parlò del prezzo con il quale ci avrebbe pagato quelle tavole: era all'incirca 4/5 volte superiore a quanto incassavamo per il Vittorioso! Quando dovemmo dare una risposta definitiva, seguitammo a "recitare" mostrandoci un po' perplessi, ma poi gli rispondemmo che quella cifra avrebbe potuto andare bene...
      Così, dopo quanche giorno ricevemmo i testi: si trattava di storie classicamente inglesi al 100%. Il guaio era che nessuno di noi due era mai stato in Inghilterra... e dovemmo rintracciare delle buone documentazioni.
      Dopo molte ricerche, riuscimmo ad avere la documentazione necessaria ed iniziammo, ciascuno nel proprio studio, il lavoro richiesto. Io mi ritenni abbastanza fortunato: dovevo disegnare dei personaggi animali, anche se non dovevano essere "antropomorfi", ma degli animali parlanti; carini, ma non troppo, piuttosto delicati e la cosa sinceramente non mi entusiasmava. Landolfi invece aveva ricevuto come incarico la realizzazione di una storia in costume (con persone e non con animali come avevano dato a me): evidentemente i disegni che lui aveva mostrato loro li avevano portati a scegliere quel tipo di ambienti. Ovviamente Landolfi era felicissimo: quel genere gli piaceva moltissimo!
      Qualche giorno dopo, finalmente avevamo terminato il tutto e spedimmo quelle tavole all'Editore inglese.
      Passarono diversi giorni ed alla fine arrivò un pacco proveniente da Londra: ormai era fatta! Evidentemente avevano spedito delle copie del giornale con i nostri disegni. Io aprii il mio pacchetto e scopersi che dentro c'erano le mie tavole originali ed una lettera. Dicevano che le tavole erano belle, ma avevano riscontrato diversi particolari che "non rispecchiavano esattamente il tipo di vita inglese", come ad esempio il famoso "rito" del tè delle cinque: lo avevo disegnato in una maniera troppo "italiana"; quindi mi dicevano che avrei dovuto correggere tutti gli errori e rispedire, Telefonai a Landolfi ed anche lui aveva ricevuto un pacchetto con una lettera simile. A lui avevano fatto notare degli "errori" su diverse divise ed ambienti; inoltre gli avavano detto che il disegno era un po' troppo "italiano": avrebbe dovuto renderlo più "inglese", inoltre la colorazione: loro preferivano il tipo di colorazione dei disegni-campione che aveva mostrato loro, quindi doveva modificare un po' i colori e farli un po' più sfumati. Adesso ci trovavamo tutti e due nei guai: dato che quelle tavole erano colorate sul davanti, non si potevano correggere le vignette come ci avevano chiesto: i colori all'Anilina hanno la caratteristica di diventare quasi indelebili, cioè, si potevano ritoccare i colori, ma poi... ritornavano fuori quasi tutti i colori originari. Avremmo potuto "incollarci" sopra delle vignette nuove oppure parte di alcune, ma sapevamo che in Inghilterra quella cosa non la gardivano, anche percè c'era il rischio che poi quelle "aggiunte" si sarebbero notate in fase di stampa. Di conseguanza non ci rimaneva altro che rifare completamente le tavole, con una notevole perdita di tempo. Alla fine tutti e due riuscimmo a terminare quel lavoro che rispedimmo in Inghilterra.
      Diversi giorni dopo ci arrivarono altri pacchetti, molto simili alla volta precedente: dovevamo apportare ancora diverse modifiche... Eravamo tutti e due avviliti: in questa maniera la cifra pattuita andava a farsi friggere: stavamo impiegando troppo tempo. E poi, ogni disegnatore lo sa bene, una delle cose che scocciano di più è quelle di dover ritoccare delle proprio tavole, specialmente poi se sono a colori!
      Insomma, dopo un altro tentativo con quasi lo stesso risultato, noi due decidemmo di lasciar perdere l'Inghilterra: forse tutto sommato, ci conveniva attendere che ci arrivassero i soldi dall'amministrazione del Vittorioso...

      Landolfi - Lucca 9
      Conclusione: l'Editrice inglese ci restituì i nostri disegni che avevamo preparato come campioni, ma non ci dettero indietro le tavole originali che non sono mai state pubblicate, ma ce le avevano pagate , anche se in maniera molto ridotta.
      Così Landolfi mi regalò i suoi due disegni (anche perchè... in effetti quelli non erano del tutto opera sua...), mentre io gli regalai le mie illustrazioni che avevo fatto appositamente per l'Inghilterra.
      Purtroppo ho perso i contatti con i parenti di Landolfi e non so se qualcuno abbia conservato tutti i disegni che lui possedeva, quindi mi è impossibile inserirli qui, almeno per il momento... Ma devo dire la verità: non credo proprio ne valesse tanto la pena: in fondo quelli erano dei "normalissimi" miei disegni, anche se magari un po' più curati, ma che forse è meglio non farli vedere perchè, da quello che mi ricordo, erano di un gusto un po' "troppo inglese" :-)
      Per farmi perdonare... inserisco qui un disegno molto bello ed originale con moltissimi famosi personaggi dei fumetti, ma come sarebbero stati da... bambini, che Landolfi aveva realizzato (con il suo stile particolare) in occasione di "Lucca 9"; per questa immagine devo ringraziare l'amico Giovanni che l'ha rintracciata, scansionata e che mi ha gentilmente inviato proprio per questo PeroBlog. Quindi ringrazio pubblicamente qui Giovanni, per il suo contributo ed anche per i suoi preziosi (e dettagliati) commenti che inserisce spesso su questo mio PeroBlog!

(65 Segue)

Postato da: Perogatt a giugno 25, 2006 12:09 | link | commenti (6)
landolfi inedito

mercoledì, 21 giugno 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (64)


Grandi, difficili... firme: Jacovitti e Landolfi

      jacovitti-copertinaMolti spesso mi chiedono come mai Jacovitti si firmava con una lisca di pesce? Una volta che ero andato a trovarlo, glielo chiesi e mi disse che quando era molto giovane era magrissimo, tanto che i suoi amici lo chiamavano lisca di pesce (anche nelle sue prime autocaricature si vedeva che era molto magro). Poi, diventando adulto, era ingrassato molto ma lui seguitava a firmarsi lisca di pesce: ormai tutti lo conoscevano in quel modo (vedere la puntata dove racconto un aneddoto proprio su questa "lisca di pesce" e la sua firma, all'anagrafe di Roma, quando gli avevo chiesto di fare da padrino ad uno dei miei figli: fece velocemente la firma sul libro apposito, nel punto dove gli aveva indicato l'impiegato, ma lui fece la sua classica firma con lisca di pesce: era stato distratto ormai era abituato a firmare così...)
      Jacovitti
      a disegnare
      era velocissimo, praticamente disegnava più con il pennino (di una misura piccolissima) che con la matita: faceva solo degli schizzi base e poi "disegnava" con la china, partendo dal basso a destra, fino a salire in alto a sinistra, questo sia nelle vignette che nelle tavole, ma soprattutto nelle sue famose "panoramiche". Io lo avevo osservato diverse volte lavorare su quelle "panoramiche" che erano sempre piene zeppe di persone e battute. Prima di iniziare disegnava a matita una specie di "reticolo" in diagonale: questo gli serviva per avere le "basi" sulle quali poi appoggiare i personaggi, le case, le auto, ecc. Insomma, quello era un lavoro lungo e complicatissimo, anche perchè (e lo avevo scoperto subito) molte volte iniziava a disegnare dei personaggi senza sapere in anticipo quale battuta farci: mentre disegnava gli veniva in mente e proseguiva su quell'idea.
      z
      Jacovitti - vignetta neroUna volta avevo azzardato chiedendogli se non gli sarebbe convenuto scrivere prima le battute e lui mi rispose candido candido che con il mio sistema avrebbe impiegato più tempo, ma soprattutto si sarebbe "bruciato" il divertimento già prima di disegnare... Questo è un po' il segreto di Jacovitti: lui si divertiva a disegnare e lo faceva più per sè che per il giornale; diceva sempre che il nostro compito era di far divertire i lettori, ma prima dovevamo divertirci noi! All'inizio ne fui meravigliato, ma poi ci ragionai sopra e scopersi che quello era proprio lo spirito giusto: "divertirsi per far divertire" ed iniziai anch'io a comportarmi in quel modo: da quel momento i miei fumetti diventarono subito molto più divertenti. Il guaio era che... se a volte ero un po' triste, dai disegni lo si scopriva... Ma poi imparai che esisteva anche il "mestiere" e, quando avevo poca voglia di divertirmi, "recitavo con me stesso" e "facevo finta" di essere allegro... Jacovitti - vignetta colori
      Lo so, sembra un discorso un po' strano, ma assicuro che funzionava e... funziona a tutt'oggi: purtroppo nella vita possono capitare dei momenti brutti, come ad esempio quando ho perso un figlio, ed allora dovetti fare come si usa spesso nei Circhi e nei Teatri: "Lo spettacolo deve continuare", quindi occorre tirare fuori il "mestiere" e realizzare dei disegni ugualmente "divertenti": in pochi poi si accorgeranno che magari in quel momento non avevo proprio voglia di ridere...
      Dicevo che Jacovitti era velocissimo nel disegnare, ma era lentissimo a firmare: nei fumetti aveva usato pochissime volte la sua firma per esteso poiché doveva prima disegnarla con un tratto sottile per poi ripassarci sopra diverse volte. Del resto faceva così per tutti i suoi disegni: ripeteva il tratto molte volte. Io gli avevo fatto osservare che in quel modo impiegava più tempo ed allora fece delle prove con un altro pennino un po' più grande, ma non ci si trovava bene e tornò ad usare i suoi soliti pennini. Ma per la sua firma sui
      fumetti aveva adottato quello di mettere un cartellino (in basso a destra nell'ultima tavola) sul quale scriveva soltanto "JAC", con anche l'anno nel quale aveva realizzato quel disegno, ad esempio: Jac-firma"Jac '50" ed accanto ci disegnava una lisca di pesce stilizzata (che poi era diventato anche una specie di "marchio di fabbrica").
      Dato che per i suoi disegni usava un tipo di cartoncino da disegno in puro cotone al 100%, quando disegnava con il pennino, sulla sua
      Jacovitti amava moltissimo farsi fotografare in pose inconsuetepunta spesso ne uscivano alcuni piccoli peletti della carta e lui li toglieva facendo una serie incredibile di girigori tutti attorno alla tavola. Io, vedendolo comportarsi in quel modo, gli feci osservare che sarebbe stato più comodo se avesse tenuto un foglietto di carta accanto invece di rovinare le tavole, ma lui mi disse che tanto poi lui, prima di consegnare le tavole, le tagliava tutte attorno ai ghirigori ed alla fine le tavole che consegnava avevano tutte un bordino leggermente arrotondato ai lati; lui si mise a ridere quando gli feci notare quel particolare: "Tanto poi in stampa non si vede che i bordi delle tavole sono stati tagliati!"

      ProcopioMa non sapeva fare bene la sua firma neanche Lino Landolfi, l'autore di molti personaggi di successo, ma soprattutto del suo "Procopio" (con questo personaggio aveva vinto, negli anni '60, il primo premio con una trasmissione radio della Rai che si intitolava "L'amico pubblico Numero Uno"): Landolfi - firmala disegnava prima a matita e poi ci passava sopra con un pennello dalla punta molto fine (non sapeva usare il pennino...).
      Anche Landolfi, come Jacovitti, aveva fatto da padrino ad un altro dei miei figli ed anche lui si era trovato in difficoltà all'ufficio dell'Anagrafe di Roma: si era dimenticato di portarsi dietro il pennellino e l'inchiostro di china!... Feci molta fatica a convincerlo ad usare il pennino, però... prima scrisse la sua firma a matita e ci passò sopra. Ovviamente l'impiegato aveva osservato tutta la scena ed era piuttosto scocciato, ma quando vide che era il famoso Landolfi, approfittò per chiedergli un autografo, ma Lino Landolfi si rifiutò: per quel giorno aveva faticato abbastanza nel fare la sua firma...
      Landolfi aveva una grande passione: la massima cura dell'anatomia. Quando disegnava una persona, spesso la disegnava nuda, con i muscoli, per poi piano piano, aggiungerci i vestiti. Un procedimento che gli faceva impiegare moltissimo tempo. Diceva che solo così poteva capire esattamente dove si dovevano fare nei punti giusti le pieghe dei vestiti. Landolfi amava anche moltissimo disegnare i cavalli (vedi ad esempio la copertina di "Piccolo Dente", qui in basso) ed usava anche qui una procedura particolare per disegnarli: partiva dallo scheletro, poi ci aggiungeva i muscoli, quindi la pelle ed il pelo.
      Tavola di ProcopioEra maniaco: si documentava sempre moltissimo su ogni cosa che doveva disegnare e talvonta non andava avanti con una storia fino a quando non era riuscito a rintracciare ciò che gli occorreva (ad esempio una divisa, un castello...). Per effettuare queste ricerche si rivolgeva presso le varie biblioteche, compresa la biblioteca Vaticana che era fornitissima. Landolfi aveva libero accesso in Vaticano poiché da giovane, al posto di fare il solito servizio militare, era stato "Guardia Palatina", cioè un corpo di militari che, al contrario delle Guardie Svizzere che solitamente stanno lì quasi solo come elemento decorativo, quel corpo aveva il compito di difendere il Vaticano a tutti i costi; inoltre quello delle Guardie Palatine era un corpo formato da soli italiani. Non so se questa Guardia Palatina esista ancora, me penso di sì.
      Un giorno entrai nel suo studio e vidi che disegnava con un piede nudo appoggiato sul tavolo: stava disegnando un primo piano di piede di un personaggio e si documentava su se stesso...
      Landolfi - autocaricatura

      Come ho già detto, la tecnica di disegno di Landolfi lo portava ad avere dei tempi molto lunghi nella realizzazione delle storie a fumetti, di conseguenza era sempre in lotta con il calendario e spesso gli capitava di non avere consegnato in tempo delle storie e di conseguenza non aveva incassato i soldi che gli sarebbero serviti per pagare l'affitto. A questo proposito, al mio primo incontro a Roma con Lino Landolfi, poco dopo esserci conosciuti mi disse in un orecchio "Mi trovo momentaneamente sprovvisto di moneta, per favore potresti prestarmi 30.000 lire? Sai, domattina devo pagare l'affitto, e..." Preso così alla sprovvista, io gli diedi quella cifra, anche se a quell'epoca era una grossa somma, ma poi dopo aver finalmente incassato i soldi dalla consegna di una storia a fumetti, mi rimborsò del prestito. Successivamente mi spiegò che quella sera aveva avuto assoluto bisogno di quella cifra per evitare di essere sfrattato ed io lo avevo salvato! Il fatto era che, come poi scopersi in seguito, non era riuscito a terminare delle tavole e di conseguenza non aveva potuto incassare la cifra del pagamento di quelle.
      Landolfi - piccolo denteIn seguito, andandolo a trovare alla sera, spesso vedevo che era molto in ritardo con la realizzazione di alcune tavole ed allora gli davo una mano (ovviamente solo a puro titolo di amicizia) per terminare quel lavoro e poterle così consegnare l'indomani e riuscire così a pagare l'affitto...
      Landolfi aveva adottato una tecnica molto complessa: usava un pennello molto sottile, prima disegnava a matita due righe, le ripassava con il pennellino e l'inchiostro di china, quindi riempiva di nero gli spazi intern e con questo "trucchetto" dava l'impressione di aver usato un pennello dalla punta larga. Io gli chiesi: ma perchè allora non usi direttamente un pennello con la penna larga? Lui mi spiegò che con quello non era mai riuscito ad usarlo...

      Insomma, la sua era una tecnica veramente lunghissima!
      Di conseguenza spesso l'ho aiutato io (gratis) con il nero per molte storie di "Procopio": io usavo il pennino (un pennino speciale, " a serbatoio" - con la punta semi-quadrata - con il quale riuscivo ad ottenere vari effetti) ed ero molto più veloce di lui; il risultato era abbastanza simile alle tavole finite completamente da lui, tanto che in redazione nessuno se n'era mai accorto.
      Landolfi - i Bertolini
      Per un altro editore (mi sembra per il "Messaggero dei Ragazzi") Landolfi realizzava una serie di tavole: la "Famiglia Bertolini" (successivamente chiamata "i Bertolini
      "): lui preparava le matite ed io facevo il ripasso in nero, anche se come firma risultava Lino Landolfi
      . Quasi nessuno si è mai accorto che anche in quelle tavole c'era il mio intervento. Landolfi - Don ChisciotteAnche se, per quella serie, io avevo adottato un tipo di ripasso a china un po' diverso. Landolfi spiegò che lo aveva fatto per distinguerlo dai disegni che faceva per il Vittorioso...
      Qualche anno dopo, poi, quando io sono tornato a Milano, sentivo spesso Lino Landolfi al telefono e mi diceva che, dopo la mia partenza, si era deciso a cambiare tecnica perchè con il pennello impiegava troppo tempo: aveva adottato il "rapido graph" (uno speciale pennino duro con l'inchiostro all'interno). Con questa tecnica, completamente diversa, ha realizzato fumetti molto belli, come ad esempio il suo capolavoro "Don Chisciotte" per il Giornalino.


(64 Segue)

Postato da: Perogatt a giugno 21, 2006 19:18 | link | commenti (7)
jacovitti - landolfi

domenica, 18 giugno 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (63)


Scavi archeologici: 1959 - 1991 - 2000

    Proprio così: in questa puntata parlo di alcuni fatti avvenuti ad una certa distanza di tempo l'uno dall'altro. Per la precisione sono tre che non sembrano avere molto in comune tra di loro, ma se si osserva bene...

    Il primo fatto è il ritrovamento di una copertina del settimanale "Jolly" che avevo disegnato nel lontano 1959, con il mio personaggio
    Gervasio"Gervasio". L'avevo disegnata su tutte e due le facciate: davanti e dietro; quello era un sistema che ho poi adottato in seguito anche con alcune copertine del "Piccolo Missionario" con Nerofumo (vedi puntata precedente). Il fatto è che, con quel sistema, c'era anche una piccola sopresa: prima si vedeva la copertina vera e propria, poi, aprendo il tutto ed osservando anche il retro si scopriva la scenetta intera. Da notare il disegno del pallone da calcio: a quei tempi era fatto più o meno in quel modo; visto oggi sembra strano, ma se per caso capita di vedere vecchie partite, si noterà che i palloni erano formati da varie strisce di cuoio, intrecciate grosso modo in quel modo e cucite all'interno.
    Una curiosità tecnica (per i più curiosi...): come ho ribadito più volte, occorre tener presente che a quei tempi non esisteva il computer, quindi la maggior parte delle volte occorreva eseguire la copertina completa di tutto, anche il "logo", che in questo caso era "Jolly". Lo so, avrebbero potuto inserirlo poi in fase di stampa, ma... non ci fidavamo molto dei "fotolitisti" (quelli che fotografavano i disegni per poi trasformarli in 4 pellicole con i vari colori per ultilizzarle poi per la stampa) e di conseguenza si preferiva fornire il disegno finito.
    Ma quella non era l'unica copertina realizzata per "Jolly" con quel sistema e con Gervasio: ce ne furono diverse altre, ma... in questo momento non mi riesce di riuscire a trovarle... Comunque, solitamente quel settimanale era realizzato con copertine veristiche ed ogni tanto, magari in occasione di quache festività o evento, il redattore capo mi incaricava di preparare una copertina umoristica: ormai era diventata una specie di tradizione ed i lettori l'aspettavano.
    Sergio De SimoneUna piccola, ma importante, nota: il "logo" di "Jolly" era stato studiato dal disegnatore Sergio De Simone (che si firmava SD) il quale a quei tempi era solitamente incaricato di realizzare molte testate dell'Editrice Ave, che era quella che editava anche il Vittorioso ed i suoi albi settimanali e quelli speciali (di grande formato). De Simone, un bravissimo disegnatore (tutt'ora in attività, ma sinceramente non so bene che cosa faccia, so solo che abita a Roma), aveva realizzato moltissime illustrazioni, poster, ma anche i titoli dei "cineromanzi" (così erano chiamate le storie a fumetti a quei tempi) che venivano pubblicati a puntate. Un altro "titolista" era Alfre (oggi affermato disegnatore - del quale penso di parlarne in una prossima puntata) e qualche volta anche io avevo contribuito a realizzare quei titoli. Non era un lavoro umile: a volte proprio quei titoli disegnati potevano contribuire a valorizzare (e memorizzare) una storia.
    Ho pensato di mettere qui la copertina in doppia versione:
    copertina unita e copertine separate, con la speranza che la cosa venga gradita da chi segue questo PeroBlog.

    Poi c'è il ritrovamento di un poster che avevo disegnato per il Giornalino nel 1991 in occasione dell'inizio della pubblicazione sulle pagine di questo giornale dei personaggi della serie "Hanna-Barbera". Il poster si intitola "HANNA-BARBERA in CONCERTO" e vi ho riunito tutti i personaggi creati da Bill Hanna e Joe Barbera, i quali hanno visto il mio disegno e lo hanno approvato inserendo anche una dedica per i lettori del Giornalino. Infatti, nel retro di questo poster c'è scritto: "Cari amici, con simpatia e amicizia "in concerto" e sotto il loro autografo: Bill Hanna e Joe Barbera con Tom e JerryBill Hanna Joe Barbera (mi sembra di aver già detto che avevo conosciuto personalmente Bill Hanna una volta che era venuto in Italia e ci eravamo incontrati a Bologna: una persona veramente affabile e che aveva apprezzato la mia interpretazione a fumetti e a disegni animati per la pubblicità con i loro personaggi, soprattutto quelli della serie "Gli Antenati" - chiamati in lingua originale "The Flintstones"; io sono stato il primo in Italia ad animare quei personaggi per i Caroselli di una nota marca di spray contro gli insetti con lo slogan - diventato ormai famoso - "Wilma, dammi la clava!"
    .
    Per quel poster avevo pensato di riunire tutti questi personaggi in un ipotetico
    Fred Flintstone
    "concerto" dove ogni personaggio suonava uno strumento diverso. Da notare che qutti questi personaggi sono in proporzione tra di loro: un lavoro alquanto difficile; inoltre avevo messo un cerchietto con un numero accanto ad ogni personaggio, poi in basso c'era il nome corrispettivo.
    Beh, dato che ci sono, metto sotto l'immagine quell'elenco: magari molti di quei personaggi a qualcuno ricorderà qualcosa di particolare...
    Devo dire che ero stato proprio io a suggerire al Direttore del Giornalino di inserire quei personaggi poiché il rappresentante in Italia dell'Hanna-Barbera era un mio amico e poi perchè... successivamente avrei realizzato io una lunga serie di storie chiamata
    "Hanna-Barbera Bazar" dove apparivano un po' tutti i vari personaggi.... Successivamente ho creato la serie "Dastardly & Muttley" (che in America non esisteva ancora chiamata in quel modo e con quelle caratteristiche) e successivamente Gli Antenati, chiamati poi (da quando i personaggi sono diventati di proprietà della Warner) "The Flintstones".
    Una annotazione per chi non possiede una connessione veloce (ADSL, FastWeb o altro): dato che l'immagine ingrandita è un po' pesante, per favore portare pazienza, altrimenti... rinunciare, magari si potrà visualizzare in una prossima occasione, magari cercando un orario diverso. Grazie.
    Per i primi tempi "il Giornalino" aveva acquisito i diritti per l'Italia di molti personaggi della serie Hanna-Barbera (ad esempio Top Cat, i Pronipoti e Braccobaldo), ma poi successivamente, il direttore ne eliminò molti avendo riscontrato qual era il gradimento dei lettori riguardo questi personaggi; inoltre... per poter avere i diritti di tutti quei personaggi, l'operazione era un po' troppo costosa...
    Quindi subentrarono anche altri collaboratori per realizzare altri personaggi della serie Hanna-Barbera, come ad esempio Franco Oneta che si specializzò su "Yoghi" e "Scooby-Doo". Ispettore PerogattIo proseguii con "Gli Antenati" (e lo faccio tutt'ora, ma con un nome diverso: "The Flintstones"), ma iniziai anche a realizzare, sempre per il Giornalino, uno dei miei personaggi che mi divertiva molto: l'Ispettore Perogatt (ehm... un po' una specie di mia autocaricatura...) che era presente su tutti i numeri ed anche su molti inserti. Fino a quando... al Giornalino ci fu un cambio di Diretttore... Beh, per chi volesse approfondire l'argomento, conviene andare a visitare l'apposito sito: www.ispettore-perogatt.suinternet.


    Proseguendo nella serie di questi "scavi archeologici", ho ritrovato anche una cosa relativamente recente, del 2000, ma che chissà perchè era finita in mezzo alla marea di vecchissime cose che ci sono nel mio studio... (l'ho sempre detto: non sono un bravo "archivista"...). Si tratta del Calendario di Nostradamus Junior per l'anno 2000 (o meglio, l'INVENDARIO visto che in quella edizione c'erano 12 incredibili invenzioni (una per ogni mese) inventate da... Nostradamus Junior, un giovane e simpatico pseudo-veggente... pasticcione) ed era allegato come inserro speciale al Giornalino di fine anno. Negli anni '90 il Calendario del Giornalino (sempre presentato dal mio personaggio Nostradamus Junior) era diventata una tradizione: ogni fine anno i lettori si erano abituati ad aspettare questo speciale Calendario anche perchè ogni anno inventavo qualcosa di nuovo ed ogni volta era impostato in maniera diversa, curiosa. Mi ricordo che per un anno c'era anche il mio "non-personaggio" Ugo
    (che si affaccia sempre al bordo delle vignette usando un linguaggio tutto suo dove infila il termine UGO"UGO" e "UGA" in varie occasioni tipo: "Mi piace la pastasciUGA con il sUGO - Se piove mi bagno ma poi mi asciUGO"... I lettori stranamente lo amano e gli scrivono, eppure il personaggio è piuttosto bruttino: ha 5 dentoni e tre capelli, ma niente corpo... Ha anche l'UGO-FANS-CLUB ed un suo sito ufficiale molto visitato: www.perogatt.com/ugo) con delle strane e curiose strip, una per ogni mese...
    Questa tradizione del Calendario del Giornalino realizzato da me è durata fino alla nuova gestione di questo settimanale: il nuovo direttore all'inizio aveva detto che il Giornalino andava molto bene così com'era e non avrebbe cambiato una virgola; ma solo dopo pochi numeri ha rivoluzionato una buona parte del giornale togliendo molte rubriche ed anche il Calendario, ma togliendo anche il personaggio di Nostradamus Junior che prima curava anche una rubrica con un finto e scherzoso oroscopo, faceva previsioni astruse.
    Poco dopo ha tolto anche molti altri personaggi (compreso il mio personaggio
    "Tippy"), fino a farne rimanere solo pochissimi e sostituendoli con personaggi "visti in TV" (perchè fanno vendere...) a cominciare dalla "Winx", poi le "Tartarughe Ninja" ed altri in arrivo. I grossi nomi che il Giornalino aveva la fortuna di avere fra i collaboratori sono stati spazzati via in un sol colpo. Beh, questa è una scelta che io non condivido, ma staremo a vedere se veramente il Giornalino sarà più letto (e quindi più venduto), si sa solo che nel frattempo il "target" (cioè l'età media dei lettori ai quali è rivolto) si è abbassato molto; inoltre molte illustrazioni sono state sostituite da foto. Diverse inchieste (una fatta fare dal Giornalino ad una ditta specializzata nei sondaggi ed una che ho fatto io sul mio PeroPortale dove chi lo visità può scegliere fra varie opzioni e votare) dicono che i lettori preferiscono i disegni alle foto, ma "sembra" che quelle inchieste non interessino: "il Giornalino non è un giornale a fumetti, ma un giornale con i fumetti" questo è quanto dicono in redazione. Mah. Se qualcuno che legge qui fosse d'accordo con il mio punto di vista è pregato di provare a scrivere al Giornalino e dire la sua - magari evitando di dire che l'ho suggerito io ;-) - non so se leggeranno tutta la posta (soprattutto quella con le... critiche...), ma penso che convenga provarci...
    Comunque metto sotto qui in basso la copertina del Calendario di Nostradamus Junior 2000 (l'INVENDARIO); per le pagine interne ci vorrebbe troppo tempo... Chiedo di pazientare e se per caso un giorno riuscissi a trovare il tempo necessario, magari potrebbe darsi che le metta qui, ma non lo assicuro...

    Copertina Jolly 1959
    Copertina Jolly 1959 - disegno: C. Peroni

    copertina Jolly 59 retro
    copertina Jolly 59 fronte
    (C) Copyright:
    Carlo Peroni Perogatt
    Hanna-Barbera in Concerto
    1 - Magilla Gorilla
    2 - Pebbles
    3 - George Jetson
    4 - Luca Tortuga
    5 - Bamm-Bamm Rubble
    6 - La furia di Hong Kong
    7 - Squiddly Diddly
    8 - Ginxi
    9 - Pixie
    10 - Dixie
    11 - Astro
    12 - Judy Jetson
    13 - Wilma Flintstone
    14 - Ernesto Sparalesto
    15 - Tatone
    16 - Pietro Potamo
    17 - Muttley
    18 - Rosy
    19 - Svicolone
    20 - Dino
    21 - Elroy Jetson
    22 - Ruff
    23 - Barney Rubble
    24 - Winsome la strega
    25 - Ugo Lupo

    26 - Baba Loo
    27 - Dumm Dumm

    28 - Top Cat
    29 - Spook
    30 - Punking Puss
    31 - Snooper
    32 - Dick Dastardly
    33 - Tatino
    34 - Braccobaldo
    35 - Yoghi
    36 - Retty Rubble
    37 - Jane Jetson
    38 - Fluid Man
    39 - Benny Palla
    40 - Choo Choo
    41 - Fancy Fancy
    42 - Bu Bu
    43 - Scooby Doo
    44 - Scrappy Doo
    45 - Vladimiro
    46 - Tom
    47 - Jerry
    48 - Cindy

    Dirige l'orchestra:
    Fred Flintstone

    (C) 1991 Hanna-Barbera Prod. Inc. - Il Giornalino
     
    Calendario Giornalino 2000 con Nostradamus Junior

    Così stavolta abbiamo fatto un piccolo viaggio nel tempo... Penso che forse, con questo sistema, potrebbe darsi che, in un prossimo futuro, possa mostrare altre cose curiose, strane. Chi lo sa? Dipende dal "fato" ed anche dalla... caduta involontaria di qualche montagna di giornali ed originali di fumetti ;-)


(63 Segue)

Postato da: Perogatt a giugno 18, 2006 11:11 | link | commenti (10)
gervasio - hanna-barbera - nostr

giovedì, 15 giugno 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (62)

Scavi archeologici: Nerofumo d'annata

    Non è detto che necessariamente nei miei... "scavi archeologici" si tratti di cose di un passato molto lontano... Infatti, in questa puntata ho pensato di fare anche una piccola "sopresa": si tratta di una intera storia di Nerofumo, il mio personaggio che, nonostante la sua estrema stilizzazione, è forse uno dei miei personaggi più conosciuto al mondo essendo stampato in molte lingue, anche africane.
    Ieri, come al solito, stavo cercando una storia degli anni '50, ma non sono riuscito a trovarla, ho trovato invece un albo con dentro una storia di
    NerofumoNerofumo. Non era la stessa cosa, ma ho provato a rileggerla: beh, devo dire che era fatta piuttosto bene, soprattutto il testo. Avevo trovato una maniera abbastanza semplice per descrivere quello che stava (e purtroppo sta) accadendo in Africa: moltissime guerre che durano da molti anni e delle quali quasi nessuno parla: lì non c'è il petrolio... quindi a chi interessa? Però io avevo saputo da alcuni frati Comboniani che erano appena tornati (molti di loro feriti) scampati per un pelo alla guerra. Ma molti di loro sono morti in Africa, proprio il posto dove erano andati per aiutare la gente povera, povera di tutto, soprattutto di acqua! Ma quelle guerre, una volta iniziate, non è facile riuscire a terminarle. Io avevo immaginato una specie di "guerra" fra due villaggi vicini, una questione di "confini" (questa storia, divisa in due parti, si chiamava appunto "confiniade") e Nerofumo si dava da fare per riuscire a convincere i capi dei due villaggi ad andare d'accordo. Lo so, la mia era una soluzione un po' semplicistica, ma volevo far capire che spesso con un po' di buona volontà e soprattutto con il dialogo, si potrebbero evitare delle guerre sanguinose. Comunque Nerofumo c'era riuscito: con il suo ottimismo contagioso.
    Si trattava di tre storie: una su un numero e le altre su quelli seguenti. Purtroppo la prima storia di "confiniade" era pubblicata su un albo che ho ritrovato, ma che si trova in un libro rilegato con la raccolta di quell'anno ed è praticamente impossibile riuscire a ricavarne delle immagini decenti... La stessa cosa era avvenuta per la terza puntata: su un altro volume rilegato... Per cui, mi è capitato in mano un numero volante (proprio il numero di Natale del 1990) che contiene la seconda puntata di quella specie di "saga" ed ho pensato di inserire qui tutta questa storia della seconda puntata: anche se non si leggono la prima e la terza puntata, penso si comprenda ugualmente in che cosa consisteva: un villaggio era ricco di banane ma non aveva pesci, l'altro villaggio vicino invece era ricco di pesci ma non di banane. Bastava far ragionare i due capi villaggio e far fare loro pace e vivere ciascuno con pesci e banane. 
    Una particolarità: la storia in questione di Nerofumo era pubblicata sul mensile "Piemme"; in quel periodo quel periodico veniva chiamato in quel modo (che io avevo aspramente criticato, anche perchè non avevano tenuto presente che esiste veramente una casa Editrice chiamata "Piemme"... Inoltre non mi piaceva il "logo" che avevano usato), prima si chiamava semplicemente "Piccolo Missionario", ma poi successivamente qualche direttore aveva cambiato quel "Piemme" in "PM", ma un grafico... pazzoide, lo aveva costruito in maniera che fossero due lettere separate con una specie di cubi in ognuno dei quali c'era una delle due lettere. Una cosa altrettanto brutta... Lo feci presente, ma non fui ascoltato. Solo abbastanza di recente finalmente un altro grafico è riuscito a creare un "logo" migliore, sempre con le lettere "P" e "M", ma in maniera divertente, che sinceramente a me piace.
    Poi, visto che ci sono, ho pensato di fare cosa gradita iserendo anche la copertina (sempre con Nerofumo), che era realizzata sul fronte e sul retro. Nota: quella copertina era colorata con una tecnica mista: inchiostri all'anilina "Ecoline" e tempera. Dimenticavo di dire che in quel periodo quel periodico era realizzato per la maggior parte a due colori - solitamente il nero e l'arancio - sicuramente una formula che usa spesso anche  l'amico Remo (che spesso inserisce dei suoi commenti in questo PeroBlog ed io a mia volta ogni tanto metto dei miei commenti sul suo Blog
    www.undergroundboy.splinder.com/), mentre altre pagine erano a quattro colori (come ormai tutti i giornali che si vedono in giro oggi). Inoltre il formato era tascabile (ed a me piaceva molto), successivamente un direttore ha pensato di farlo in un formato un po' più grande, con il risultato che non è ne carne ne pesce... (ed a me non piace, ma è inutile dirlo: tanto non mi ascoltano...).

    Una nota: Nerofumo e' stato pubblicato contemporaneamente anche su altre pubblicazioni similari: "Aguilochos" (Spagna, Messico, Peru', Cila, Ecuador, Colombia), "Audacia" (Portogallo), "Zikomo" (Malawi). Alcune delle nazioni sopra elencate, poi, curava le riviste anche con interventi locali, ma non basta, in Messico a tutt'oggi Nerofumo e' realizzato (con miei permessi) da Autori messicani, tutti bravissimi!.

    copertina PM  '90 - retro
    copertina PM '90 - fronte
       
    Nerofumo - confiniadi 1
    Nerofumo - confiniadi 2
    Nerofumo - confiniadi 3
    Nerofumo - confiniadi 4
    Nerofumo - confiniadi 5
    Nerofumo - confiniadi 6
    Nerofumo - confiniadi 7
    Nerofumo - confiniadi 8
    Nerofumo - confiniadi 9
    Nerofumo - confiniadi 10
      (C) Copyright: CPPC

    Bene, anche in questa puntata ho fatto un favore a tutti quelli che spesso mi chiedono di poter leggere delle mie storie intere: anche se non sono riuscito ad inserire la prima e la seconda puntata, spero che sia ugualmente gradita.
    Ovviamente gradirei sapere se questa idea è piaciuta. Grazie.


(62 Segue)

Postato da: Perogatt a giugno 15, 2006 17:30 | link | commenti (12)
nerofumo

lunedì, 12 giugno 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (61)

Scavi archeologici: Horror

    Copertina Horror N. 1Nel mio studio ormai è quasi impossibile riuscire a rintracciare qualcosa: delle enormi montagne di disegni originali di svariati personaggi e di numerosi giornali a fumetti di tutte le epoche (ma non in ordine... e soprattutto raccolte quasi tutte incomplete), impediscono una tranquilla consultazione... Quando a volte mi avventuro ad effettuare dei veri e propri "scavi archeologici" non so mai che cosa trovo... Inoltre c'è sempre il rischio che qualche montagna crolli... come spesso mi succede :-)
    Ma questo fatto spesso è motivo di scoperte: infatti mi capita a volte di trovare, o meglio ritrovare, dei pezzi che ritenevo perduti, oppure (e questo mi capita spesso) di trovare qualcosa che non ricordavo nemmeno di aver fatto.
    L'altro giorno, ad esempio, stavo cercando un vecchio giornale, ma non ci sono riuscito; mi sono caduti in terra moltissimi disegni e giornali a fumetti...
    Fra questi trovai alcune copie dei primi numeri della rivista "Horror", come per esempio proprio il mitico Numero 1 del dicembre 1969!
    Dott. HorrorLo sfogliai e ci trovai, nella seconda pagina di copertina, un personaggio che non ricordavo proprio: "il gabinetto del Dott HORROR" con testi di Alfredo Castelli e disegni di Carlo Peroni. Beh, l'ho letto come se si trattasse di un fumetto fatto da altri; non ricordavo assolutamente nulla!
    Ho poi scoperto che avevamo continuato con questo personaggio anche per alcuni numeri seguenti, fin quando non nacque l'idea di creare "Zio Boris"
    (sempre con testi di Castelli e disegni di Peroni, anche se... questa serie era subito diventata "di Castelli e Peroni" poiché i testi ed i disegni spesso erano fatti da entrambi) che ebbe un grande successo editoriale in Italia ed anche all'estero.
    La copertina del N. 1 era (come del resto poi tutte le seguenti) del bravissimo Marco Rostagno, come del resto erano suoi anche diversi fumetti di quel primo numero, quasi tutti con testi di Castelli, ed uno in particolare era realizzato con uno stile piuttosto gradevole: "Il miglior amico dell'uomo".
    Una caratteristica di questa rivista era che era diretta da due direttori: PierCarpi e Castelli; sinceramente non ricordo bene se questo era successo fin dal primo numero o dai seguenti, fatto sta che era una cosa del tutto inusuale: nei giornali il direttore è sempre uno, lì invece avevano trovato quella soluzione: ciascuno dei due compensava l'altro.
    PierCarpi era già un autore affermato, mentre Castelli stava muovendo i primi passi, ma i due stranamente riuscivano ad andare d'accordo. C'era solo una... piccola rivalità: ognuno di loro era attorniato da una schiera di sceneggiatori e disegnatori e facevano a gara per... rubarseli. Come ad esempio era successo per me.
    ClownClownIo avevo realizzato moltissime storie (veristiche, grottesche, umoristiche) con Castelli e PierCarpi mi volle come "suo" disegnatore per una serie inventata da lui "Clown"
    (di questo personaggio ne ho parlato in un'altra puntata di questo PeroBlog, non ricordo quale...).
    Inoltre, sul primo numero (e forse anche nei seguenti, non ricordo...) l'Editoriale di PierCarpi lo volle disegnato da Rostagno, ma il testo era scritto interamente a mano da me (forse una anticipazione di quanto poi avrei fatto per il mensile "Slurp" dove tutti i testi erano scritti da me a mano?...).
    Editoriale Horror 1Ma, nello "scavo archeologico", è saltato fuori anche un altro numero di Horror, il N. 15 del 1971 (un Numero Speciale), dove ho trovato un'altra tavola che non ricordavo di aver fatto: Zio Boris a colori! Era una pagina autoconclusiva (la maggior parte delle volte facevamo le strisce, ma ogni tanto, abbastanza di rado, facevamo anche delle tavole a tutta pagina).
    Ebbene, quando l'ho vista all'inizio avevo pensato si trattasse di una "imitazione", ma poi, osservandola meglio ho visto che era proprio mia. Inoltre da alcuni particolari della tavola, si scopriva che non poteva essere altri che mia.
    Comunque, pensandoci un po', rileggendola e riosservandola, mi sono tornati alla mente dei piccoli "flash" di memoria...
    Zio Boris a colori
    Mi sono ricordato ad esempio che Castelli si era battuto con l'Editore (Sansoni Editore) per fare in modo che quella tavola non fosse colorata nel retro (come per tutte le altre pagine a colori) ma colorata sul davanti. A quei tempi era quasi impensabile far colorare le tavole a fumetti sul "davanti" (ho spiegato questo problema in un'altra puntata del PeroBlog), ma alla fine la richiesta di Castelli venne alfine accettata.
    Così potei finalmente divertirmi e colorare a modo mio. Usai una "tecnica mista": china, inchiostri all'anilita "Ecoline" e tempere: un miscuglio che mi permetteva di creare degli effetti particolari. Lo so, oggi certi "effetti" si possono fare anche con il computer, ma allora... i computer non esistevano ancora e poi, ad essere sinceri, l'effetto dei colori "veri" è tutta un'altra cosa. Il computer fa miracoli, ma ha il difetto di rendere tutto molto "freddo", colorando a mano invece tutti colori diventano più "caldi", piacevoli.
    Peccato che oggi non si possano più fare disegni di quel tipo, cioè... si potrebbero fare, ma il tempo che ci si impiega è molto più lungo e, come ho detto altre volte, noi disegnatori non siamo pagati in maniera adeguata, cioè gli Editori non hanno voluto (o potuto?...) adeguare i prezzi per i compensi agli Autori in base al costo della vita. Per esempio, per quello che mi riguarda, al Giornalino le tariffe sono ferme al 1974! Non so se mi spiego...

    PierCarpi Alfredo Castelli - ritratto
    Pier Carpi          Alfredo Castelli

     


    Beh, devo dire che il mio studio, anche se è piuttosto grande, non riesce a contenere tutto il materiale, per cui... avendo l'abitazione proprio sopra lo studio, è stata "occupata" in gran parte dal mio materiale, con grande soddisfazione (...) di mia moglie ;-)
    Insomma, ormai tutta la casa è "invasa" da migliaia e migliaia di fumetti, ma non rinuncerei nemmeno ad uno di quelli... Anche se, ogni tanto penso che forse prima o poi mi deciderò a disfarmi di qualche disegno originale... Non certo distruggendoli! Ma, dato che me ne disferei con molta fatica (ogni disegno è comunque una mia creatura...), quindi se qualcuno desiderasse acquistare qualche storia originale (di Gianconiglio di Sonny, di Spugna o di altri personaggi, o qualche grande tavola a colori), mi contatti e... potrebbe darsi che riesca a convincermi...
    Bene, questa strana puntata è terminata, ma non pensiate che tutto sia finito qui: altre "sorprese" tratte dai miei... "scavi archeologici" arriveranno anche in altre puntate...

(61 Segue)

Postato da: Perogatt a giugno 12, 2006 00:46 | link | commenti (14)
zio boris a colori

giovedì, 08 giugno 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (60)

Arriva il Carnevale!

    Era intorno alla fine degli anni '40; io mi trovavo a Milano e facevo l'assistente presso l'Istituto dei Ciechi Istituto dei Ciechi di Milano

    (vedi la puntata N. 19 "Non ci vedo tanto bene..." sull'Archivio di questo PeroBlog); con me c'erano altri quattro o cinque assistenti, per la maggior parte studenti;
    lì avevamo il vitto e l'alloggio più un piccolo stipendio. Io e Ennio G. non avevamo una vera stanza, ma dormivamo in una camerata (dove dormivano i ragazzi ciechi) con due letti divisti da una tenda; ognuno di noi aveva a disposizione un piccolo tavolo, una sedia ed un piccolo mobile.
    Ennio era iscritto all'Università per diventare medico e alla sera si metteva a studiare sodo perchè aveva proprio la passione della medicina. Mentre lui eseguiva i suoi studi,
    Leo e Poldoio disegnavo le tavole dei fumetti che poi, settimanalmente, spedivo a Roma per il settimanale "Capitan Walter", all'inizio facevo la serie chiamata "Leo e Poldo" (vedi figura qui a lato). Per i testi mi dava una mano uno studente che era anche lui assistente presso l'Istituto dei Ciechi e si chiamava Salvatore R. (ed era di origine Nuraghesarda ed era innamorato della sua Sardegna: mi parlava spesso delle loro tradizioni, delle loro feste), ma per quei fumetti aveva preferito farsi chiamare "Salru".
    Una sera Ennio mi aveva chiamato, invitandomi nella sua "stanza" per vedere una cosa. Era tutto contento, diceva che era riuscito ad ottenere una "cosa". Sul piccolo tavolo c'era un microscopio e mi disse di osservare. Io guardai e vidi qualcosa di strano ma non riuscivo a capire che cos'era. Lui mi disse che dall'Università era riuscito ad ottenere un pezzo di cadavere da studiare e lì, sotto il microscopio ce n'era giusto una parte. Io rimasi allibito: un cadavere proprio accanto alla mia "stanza"? Ma lui mi fece ragionare: quello era il sistema migliore per riuscire ad imparare bene. Ennio aveva ragione, ma quella notte, nel sapere che ad un paio di metri circa c'era un pezzo di cadavere, feci fatica a dormire...
    Ennio era un tipo sempre molto elegante ed aveva un portamento signorile. Aveva una barba con pizzetto ed occhiali cerchiati in metallo. Insomma, aveva già assunto l'aspetto di un medico. Spesso uscivamo per fare una passeggiata in giro per Milano e vedevamo la gente che si divertiva: chi andava al cinema, chi in discoteca, chi nei locali notturni e noi eravamo soli e tutti e due senza soldi. Una sera eravamo come al solito a passeggio proprio in centro, proprio in Piazza del Duomo: era l'ultimo giorno di carnevale e c'era moltissima gente mascherata ed allegra che si lanciava i coriandoli e le stelle filanti. Noi non avevamo nemmeno i soldi per comprarci un pacchetto di coriandoli...
    La Vispa TeresaEravamo avviliti nel vedere tutta quella gente allegra che si divertiva e noi invece non avevamo niente. Io ero in attesa del magro stipendio che ricevevo come redattore al settimanale "La Vispa Teresa", e le storie a fumetti che facevo per Roma che erano pagate piuttosto poco, quindi la cifra rimanente bastava a malapena per il vestiario e le piccole spese. Insomma, quella sera noi due eravamo particolarmente avviliti.
    Ad un certo punto io mi ribellai ed ebbi un'idea: sussurrai qualcosa all'orecchio di Ennio che mi fece di sì con il capo e sorrise sotto i baffi.
    Milano - Corso Vittorio Emanuele
    Così ci inoltrammo verso il Corso Vittorio Emanuele, che si trova proprio accanto al Duomo, sul lato sinistro (osservando la facciata). Io mi sbracciai per far largo dicendo alla gente di spostarsi perchè stava arrivando il carnevale! Vidi un paio di vigili e chiesi anche il loro aiuto per fare largo tra la folla; quelli non mi chiesero nemmeno chi ero e si diedero subito da fare per aiutarmi a far spostare quella marea di gente, così si formò un grosso corridoio proprio in mezzo alla via. Io seguitavo a gridare: "Largo! Sta arrivando il carnevale!" La gente, incuriosita, si guardava attorno per cercare di vedere che cosa stava arrivando ed ad un tratto si fece avanti Ennio, serissimo, con le mani in tasca, che camminava lentamente, con un portamento molto signorile, e ogni tanto si rivolgeva verso la gente, un po' verso una parte, poi verso l'altra, facendo un piccolo cenno del capo e seguitava ad avanzare sempre molto lentamente. La gente era sbigottita e si era formato un silenzio irreale: ognuno cercava di capire chi fosse quel tale, così signorile che passava proprio in mezzo alla via salutando la gente. Ma dopo un po' di tempo, arrivati in fondo alla via, cioè in Piazza San Babila, noi due ci mettemmo a correre ridendo. La gente solo allora capì che era stato uno scherzo e si misero tutti a ridere. Noi due ci dovemmo mettere a sedere su un gradino sotto un porticato di Piazza San Babila, perchè non ce la facevamo più dal ridere. Beh, eravamo riusciti a divertirci e far divertire la gente senza spendere una lira. Quella notte dormimmo bene tutti e due.
    Con Salvatore riuscimmo a creare anche un altro personaggio:
    Gambalesta"Gambalesta - l'eroe della foresta", sempre per "Capitan Walter". Salvatore mi parlava spesso della sua Sardegna e vedevo che gli occhi gli si inumidivano quando parlava della sua amata terra (che io, purtroppo, non ho mai conosciuto). Salvatore amava suonare la chitarra ed una volta io e lui fummo costretti (per colpa dei "turni" a rimanere presso l'Istituto dei Ciechi durante il periodo delle feste di Natale e di Capodanno. quasi tutti i ragazzi passavano quel periodo a casa con i parenti, ma alcuni purtroppo non avevano nessun parente ed erano costretti a rimanere lì. Salvatore era tornato da poco dalla Sardegna quando ha saputo quella notizia e ne fu amareggiato. Io cercai di rendergli meno dura quella mancanza dei parenti durante le festività e tutti e due ci demmo da fare per tenere allegri i pochi ragazzi rimasti.
    Pecorino sardoLa notte di Capodanno, poi,
    avemmo un'idea: una volta assicurati che i ragazzi dormivano sereni, salimmo sul tetto delll'Istituto (che si trovava abbastanza in alto) e Salvatore si era portato dietro la chitarra, ma anche una forma di pecorino sardo ed un fiasco di vino (ovviamente sardo) che aveva portato con sè dal suo ultimo viaggio in Sardegna. Così attendemmo la mezzanotte mentre Salvatore suonava degli antichi motivi sardi con la sua chitarra, poi ci mettemmo a mangiare un po' di pecorino sardo.
    Quando suonò la mezzanotte, mentre in cielo si vedevano i moltissimi fuochi d'artificio sopra i tetti di Milano, noi brindammo con un bicchiere di vino sardo (piuttosto forte, ma molto buono). Beh, devo dire che quel ballo sardoCapodanno me lo sono ricordato piacevolmente per moltissimi anni: eravamo felici e sereni, anche se soli.
    Una sera Salvatore mi portò a visitare una taverna dove si incontravano spesso i sardi che abitavano a Milano. Lì mi accolsero con molto entusiasmo e mi spinsero ad unirmi a loro per cantare delle bellissime canzoni classiche sarde (che imparai in un attimo) e con i loro classici e strani balli. Insomma, quella sera mi ero sentito sardo anche io!

    JacovittiQualche anno dopo io mi ero trasferito a Roma e lavoravo per il Vittorioso ed i numerosi giornali collegati (per diversi anni come dipendente e quindi come esterno: così potevo lavorare anche per altri giornali e soprattutto per la pubblicità dove si guadagnava meglio). Nel frattempo mi ero anche sposato ed avevamo una piccola, ma per noi grande casa (abitavamo proprio di fronte alla casa di Jacovitti - vedi puntata del PeroBlog "L'incredibile Jacovitti", credo sia la N. 1).
    Un giorno seppi che Ennio si era laureato e si era trasferito anche lui a Roma dove aveva aperto uno studio medico. Io andai a trovarlo e ci abbracciammo ricordando i momenti belli e strani che avevamo trascorso a Milano. Gli presentai mia moglie e lui mi presentò la sua. Poi, chiacchierando del più e del meno, lui mi chiese come stavo di salute e senza che me ne accorgessi, gli descrissi alcuni disturbi che avevo. Così, poco dopo, lui mi diagnosticò un ingrossamento del fegato e, presi due foglietti (quelli che si usano per le ricette) si mise a scrivere su tutti e due i foglietti.
    Alla fine me li porse dicendomi che quella era la "cura" per guarire dal male di fegato. In un foglietto c'era l'elenco delle cose che dovevo fare e sull'altro l'elenco delle cose che non dovevo fare. Non sapevo come ringraziarlo e gli chiesi scusa se avevo approfittato di lui per farmi una specie di visita, ma lui mi disse che dovevo considerarlo un omaggio in ricordo di quanto avevo fatto per rendergli meno amaro il suo tempo trascorso a Milano.
    Seguii tutto alla lettera, aiutato anche da mia moglie che si prestò a fare anche lei la stessa dieta che mi aveva assegnato il "Dottor" Ennio. Avrei dovuto continuare quella dieta per un anno intero e così feci. Alla fine mi feci visitare dal mio medico: il fegato era guarito!
    Nel frattempo il mio amico Ennio si era trasferito in un'altra città e ci frequentammo sempre meno: la colpa era dovuta alla distanza e poi io e mia moglie avevamo avuto tre figli ed io dovevo lavorare sempre di più... Cercai di avere notizie di Ennio, ma non riuscii a sapere più niente di lui ed inoltre, avendo io cambiato casa diverse volte, molto probabilmente lui non era riuscito a rintracciarmi.
    Da quel momento tutti gli altri medici che conoscemmo li confrontavamo, senza volerlo, con il mio amico Dottor Ennio: come lui non c'era nessuno! Dove si trova un medico che riesce a curare senza prescrivere medicine e senza chiedere denaro in cambio?...
    Beh, Ennio mi è mancato molto, ma ogni tanto mi soffermo a pensare a lui ed ai momenti spensierati, ma comunque impegnati, che avevamo trascorso assieme a Milano.
    Quanto a Salvatore ("Salru"), dopo molti anni che non avevo più avuto sue notizie,
    Aereo Lufthansa
    una volta io e mia moglie lo incontrammo all'aeroporto di Milano: noi stavamo partendo per Amburgo, in Germania, mentre lui stava per andare a trovare i suoi parenti in Sardegna. Ci abbracciammo e ci scambiammo pochissime parole: i nostri aerei stavano per partire e ci demmo appuntamento a... chissà quando. Nella fretta nessuno di noi riuscì ad avere l'indirizzo dell'altro.
    Dopo molto tempo e molte ricerche, finalmente riuscii a telefonare ad una sua parente (rintracciata in maniera complicatissima) e seppi che Salvatore abitava nel Veneto, così dopo diversi tentativi (telefonate ad altri amici e parenti) riuscii ad avere il suo numero di telefono. Così finalmente, dopo moltissimo tempo, riuscimmo a parlarci per telefono. Ma nessuno di noi due riusciva a parlare poiché avevamo un groppo in gola: era passato tanto di quel tempo che non sapevamo nemmeno che cosa chiederci; ci demmo appuntamento ad altre telefonate.
    Successivamente ci siamo telefonati con calma e seppi che Salvatore era molto giù di morale per la perdita incolmabile di sua moglie (della quale mi aveva parlato moltissimo quando eravamo assieme presso l'Istituto dei Ciechi di Milano), io lo capivo benissimo, ma dovetti dirgli che anche io avevo avuto una grave perdita: uno dei miei figli (che lui aveva conosciuto da bambino) era scomparso.
    Beh, le nostre telefonate, purtroppo, ci ricordavano momenti felici, ma anche momenti molto, molto tristi, così decidemmo di non sentirci più poiché scoprimmo che facevano male a tutti e due.

     perogatt animatoL'altra sera parlavo con mio figlio (che è l'unico dei miei figli ad essere nato a Milano, gli altri sono nati a Roma) e gli raccontavo quanto ho scritto qui sopra; mi accorsi che mio figlio era rimasto molto colpito da questo racconto: essere riusciti a divertirci in una maniera così assurda a Milano, una città dove è anche molto difficile riuscire a convincere la gente a fare qualcosa di "anormale", era stata un'opera notevole.
    Così ho pensato che forse conveniva raccontare qui anche questo episodio: in fondo la vita è fatta anche di piccole cose.
    Se poi si ha a che fare con degli amici "unici", come il mio amico Ennio e la strana amicizia con Salvatore, allora aumenta la fiducia nel prossimo.


     Noterella finale.
    Forse questa puntata risulta un po' anomala: non parlo di grandi eventi... ma di fatti "personali" e non so bene quanto e se possano interessare chi legge questo mio PeroBlog...
    Beh, io ritengo che ogni tanto occorra mettere qui anche degli aneddoti semplici, magari con persone sconosciute, ma che fanno comunque parte della vita di un disegnatore, di conseguenza ho ritenuto opportuno raccontare anche questi aneddoti.
     
    Ma chiedo un piccolo favore: se qualcuno non ritenesse interessante questo tipo di aneddoti e preferisce che qui racconti "solo" aneddoti riguardanti persone molto conosciute, me lo scriva: con un commento qui, oppure con una e-mail. Quelle note mi serviranno a migliorare questo strano blog. Grazie.

(60 Segue)

Postato da: Perogatt a giugno 08, 2006 00:43 | link | commenti (6)
amici unici

lunedì, 05 giugno 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (59)

Chi ha incastrato il Corriere Dei Piccoli? (d)

    Mostra Corriere Dei PiccoliEhm... Avevo detto che la precedente sarebbe stata l'ultima puntata sul tema "Corriere dei Piccoli", ebbene - come avevo preannunciato... - ora ce n'è un'altra.
    Ma questa volta lo faccio solo per inserire delle tavole che mi ha inviato l'amico Contix (grazie, grazie, grà!).
    Si tratta di due storie di Gianconiglio: nella prima ("Lo scippo") si può notare che il colore del personaggio è verde e nell'altra storia ("Leprotto e la ginnastica") Gianconiglio è diventato azzurro! Il motivo? Beh, basta leggere la puntata precedente dove spiego tutto.
    Inoltre c'è un paginone per "Il Giocone": "Pioggia di miliardi" dove ho inserito anche il Signor Bonaventura e anche un altro paginone: "Girotondo" con tutti i personaggi che erano presenti sul "Corriere dei Piccoli" in quel momento..
    Ma devo dire che le storie di Gianconiglio e nemmeno i paginoni
    qui presenti
    non sono fra le migliori che ho fatto, ma va bene lo stesso...
    Il tutto serve solo come documentazione di una minimissima parte quanto ho fatto per il "Corriere dei Piccoli" durante gli anni nei quali ho lavorato per quel ("allora") prestigioso settimanale.
    Questo anche per accontentare la maggior parte di chi visita questo PeroBlog e non aveva mai visto queste tavole (vedi ad esempio il "Doktor Bonfus"...) poiché a quei tempi... magari non era ancora nato ;-) Contenti ora?
    ... Spero di sì.

Gianconiglio - lo scippo 1
Gianconiglio
Lo scippo - 1
Gianconiglio - lo scippo 2
Gianconiglio
Lo scippo - 2
Gianconiglio - lo scippo 3
Gianconiglio
Lo scippo - 3


Gianconiglio - Leprotto e la ginnastica 1
Gianconiglio
Leprotto e la ginnastica - 1
Gianconiglio - Leprotto e la ginnastica 2
Gianconiglio
Leprotto e la ginnastica - 2
Gianconiglio - Leprotto e la ginnastica 3
Gianconiglio
Leprotto e la ginnastica - 3
Gianconiglio - Leprotto e la ginnastica 4
Gianconiglio
Leprotto e la ginnastica - 4
Gianconiglio - Leprotto e la ginnastica 5
Gianconiglio
Leprotto e la ginnastica -
Gianconiglio - Leprotto e la ginnastica 6
Gianconiglio
Leprotto e la ginnastica - 6
Giocone - pioggia di miliardi
Girotondo
Paginone:
Girotondo
(con i principali personaggi presenti sul Corriere dei Piccoli
- 1974?)
Illustrazione di Carlo Peroni


    A questo punto non mi rimane che dare appuntamento alla prossima puntata che, prometto, sarà con un argomento completamente diverso! Quale? Beh... si parlerà di... No, deve essere una piccola sorpresa.
    A presto, prestissimo, allora.

      Ultimissima notizia: apprendo in questo momento (7-6-06) che l'amico Contix (che si trova spesso presente in questo PeroBlog con i suoi numerosi e preziosi commenti) ha inserito sul suo "forum" (che si trova sul suo sito - ancora in costruzione - www.furrymania.it) un articolo intitolato
    Gianconiglio, Sonny e Conny: "Gemelli diversi" 
    Una nota per gli amici che solitamente visitano questo PeroBlog: conviene andare subito a leggerlo e... commentarlo! ;-) 
    L'indirizzo e':
    www.furrymania.it/phpBB2/viewtopic.php?p=419#419



(59 Segue)

Postato da: Perogatt a giugno 05, 2006 12:57 | link | commenti (9)
gianconiglio storie